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Messaggio del Papa al ragazzo disabile che ha compiuto con il padre il Cammino di Santiago

CAMINO DE ALVARO
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Dolors Massot - pubblicato il 23/07/20
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Il viaggio ha richiesto del tempo in più, ma il papà dice di aver sperimentato “la grandezza di Dio”Papa Francesco ha inviato un messaggio ad Álvaro Calvente, il quindicenne spagnolo disabile che insieme al papà Ildefonso e a un amico, Francisco Javier Millán, ha intrapreso il Cammino di Santiago nonostante la pandemia di coronavirus.

“Hai compiuto il pellegrinaggio e hai permesso a molte altre persone di farlo, incoraggiandoci a non avere paura e a riscoprire la nostra gioia, perché lungo la via non siamo mai soli. Il Signore cammina sempre accanto a noi. Grazie per la tua testimonianza e la tua preghiera”, ha scritto il Pontefice riferendosi alle migliaia di persone che hanno seguito il pellegrinaggio dei tre grazie all’account Twitter creato, intitolato El Camino di Álvaro, che ha più di 3.500 followers.

“Grazie, Álvaro, per aver trovato il coraggio di camminare, e per aver invitato tanti a camminare con te. In mezzo a questa pandemia che stiamo vivendo, con la tua semplicità, la tua gioia e la tua naturalezza, hai saputo promuovere la speranza in tante persone che hai incontrato lungo il viaggio o attraverso i social media”, ha aggiunto il Papa nella sua lettera, datata 20 luglio.

In uno dei video condivisi sull’account Twitter, Álvaro, che nutre un grande amore per il Papa, ha invitato Francesco a cena a casa sua.

Il ragazzo vive a Málaga. “È il settimo di 10 fratelli ed è nato con una disabilità mentale dovuta alla mutazione di due geni”, spiega il padre. “Non ce ne siamo resi conto finché non aveva due mesi e abbiamo iniziato a vedere che non faceva ciò che era normale per la sua età”.

La disabilità di Álvaro “si è rivelata una benedizione per la famiglia. Era aria fresca. Con Álvaro vediamo un’ondata d’amore che invade la nostra casa. Bisogna dedicargli tempo e attenzione, ovviamente, ma lui ci dà tanto di più”, dice Ildefonso.

I tre pellegrini hanno intrapreso il viaggio con un obiettivo religioso. “Siamo membri del Cammino Neocatecumenale, della parrocchia di San Patrizio di Málaga, ed erano stati organizzati due pullman di pellegrini per andare quest’estate a Santiago de Compostela. Con la pandemia, però, non era possibile, e il viaggio è stato cancellato”.

“Álvaro, però, non dimentica le cose, e ha insistito per compiere il Cammino di Santiago, e allora eccoci qui”, ha spiegato Ildefonso in un’intervista telefonica durante il pellegrinaggio, dicendo che stavano risalendo una collina passando poi per un bosco, cosa per la quale la comunicazione si è interrotta due volte. È la natura a governare lì.

“Alcuni compiono il Cammino per motivi religiosi, come noi, altri lo fanno solo per stare a contatto con la natura. In ogni caso, anche quello porta a Dio, che ama tutti allo stesso modo. Vediamo che molti luoghi sono chiusi, ma gli ostelli sono aperti e lì si prendono cura di noi. Ci hanno chiamato per sapere come stiamo e quando pensiamo di arrivare, ci chiedono se abbiamo bisogno di qualcosa, mandano un messaggio di saluto…”

Trascorrere del tempo nella natura

Padre e figlio hanno intrapreso il viaggio al proprio ritmo. “Álvaro si ferma per salutare le mucche, i tori e gli altri animali che incontriamo”, ha affermato, descrivendo il figlio come un ragazzo “felice e sempre collegato alle cose che si riferiscono a Dio. È felice e rende felici tutti noi”.

Ildefonso e Álvaro sono stati accompagnati nel loro pellegrinaggio da Francisco Javier, “che avrebbe dovuto essere l’autista del pullman” e che, con le parole di Ildefonso, li ha aiutati “in silenzio, come San Giuseppe”.

Dalla loro casa a Málaga, nel sud della Spagna, sono andati a Santiago de Compostela, a nord, in macchina, e da lì sono arrivati il 7 giugno a Sarria, il paesino da cui hanno iniziato il loro pellegrinaggio. Hanno dovuto percorrere 110 chilometri per conquistarsi il primo certificato da pellegrini.

Nelle prime ore del pellegrinaggio hanno già sperimentato l’intero spettro delle condizioni meteorologiche: “Ieri una tempesta ci ha improvvisamente colpiti”, ha riferito Ildefonso all’inizio del viaggio. “C’è stato un tuono che ha spaventato Álvaro. Poi ha fatto davvero caldo. In pochi giorni abbiamo già visto che il tempo cambia molto, e anche questo fa parte dell’esperienza del pellegrino”.

“Non vogliamo provare niente”

“Il nostro obiettivo non è pretenzioso. Non vogliamo provare niente né dare lezioni a nessuno. Si tratta solo di fare il Cammino con Álvaro e di goderselo con lui”, ha detto Ildefonso, che è rimasto “schiacciato” dal numero di nuovi followers che hanno continuato a unirsi al suo account Twitter e dall’alto numero di richieste per ricevere messaggi privati.

“È una sorta di responsabilità per pregare per la gente che te lo chiede. Ci si rende conto di quanto Dio sia necessario e di quante persone abbiano bisogno di preghiere”.

Senza alcuna pretesa, come dice Ildefonso, si sono alzati ogni mattina alle 7.00. “Cantiamo, guardiamo il panorama, ci fermiamo nelle chiese perché ad Álvaro piacciono molto… Álvaro ripete tutta la Messa perché la sa a memoria e vede tutto come opera di Dio. Mentre camminiamo preghiamo: recitiamo le lodi, il Rosario…”

“Non abbiate paura!”

Paura del coronavirus o delle difficoltà di un viaggio con un ragazzo disabile? “Qui non c’è paura”, ha affermato Ildefonso. “Mia moglie è assistente clinico e lavora all’ospedale Carlos Haya di Málaga, dove hanno ingaggiato una seria battaglia contro il Covid-19. È rimasta con i nostri altri 8 figli a casa per rendere possibile questo viaggio con Álvaro”.

Ildefonso è un manager nel campo delle costruzioni. La pandemia ha avuto conseguenze molto negative sulla sua professione, ha confessato, aggiungendo: “Lungo il percorso penserò anche a cosa fare una volta tornati a casa”.

Da Sarria hanno camminato per 6 giorni, uno in più rispetto al percorso svolto in genere dai pellegrini, necessario per l’adattamento di Álvaro.

Il fatto che il pellegrinaggio di Álvaro sia stato vissuto live via Twitter ha aiutato molte persone. “Ero appena arrivato a casa dopo un’intensa giornata di lavoro”, ha affermato un utente che lo segue. “Mi stavo lamentando. Ho aperto Twitter, ho visto questo messaggio di Álvaro e mi ha cambiato il cuore. Posso solo ringraziare Dio. Grazie per la vostra testimonianza”.

Álvaro, suo padre e Francisco sono arrivati alla cattedrale di Santiago il 13 luglio. È stato un momento emozionante. In un’intervista a COPE, Ildefonso ha raccontato che erano tutti e tre sopraffatti dall’emozione. I due adulti hanno pianto, mentre Álvaro “ha iniziato a saltare di gioia, che è il modo in cui si esprime”.

Per via della pandemia, il numero di persone a cui è permesso l’accesso all’interno della cattedrale è molto ristretto (solo 70), e sfortunatamente il terzetto di pellegrini è arrivato troppo tardi per entrare e vedere di persona la tomba di San Giacomo, ma non si sono certo scoraggiati. Ildefonso ha postato un video su Twitter sottolineando che Dio è ovunque, e che la fede non risiede in una statua o in un luogo.

“Il significato del pellegrinaggio non è andare a vedere e baciare la statua del santo, ma aver potuto vedere la grandezza di Dio attraverso la semplicità di Álvaro”, ha detto a COPE.

La mattina dopo i tre si sono alzati presto per rimettersi in viaggio in macchina per tornare a casa, pregando lungo il percorso. In qualche modo è un’altra fase del loro pellegrinaggio, che tutti condividiamo: il pellegrinaggio in questo mondo sulla via del nostro incontro finale con Dio.

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