La morte di un 30enne in Texas infettatosi per aver partecipato ad una festa in cui vengono appositamente invitate persone contagiate Ha suscitato grande risonanza la recente notizia della morte di un trentenne americano in seguito alla partecipazione ad un Covid-party, feste assurde diventate una delle ultime mode tra i giovani degli Stati Uniti, la nazione al mondo con il più elevato numero di contagiati (oltre 3 milioni) e di morti (137 mila) come si legge su Il Corriere della Sera. Negli ultimi giorni i media americani si sono sempre più interessati dell’esplosione di questo fenomeno, apparentemente pazzesco, in cui vengono organizzate, un po’ dovunque, dall’Alabama alla Florida, party che, in aperta violazione delle norme di sicurezza e di ogni regola di buon senso, sono aperti soprattutto a coloro che sono contagiati dal virus: il primo che si infetta vince un premio in denaro. Ovviamente si partecipa rigorosamente senza mascherina e distanziamento di sicurezza: il risultato è che queste feste stanno contribuendo a diffondere l’epidemia.
“Ho fatto un errore. Pensavo che questo virus fosse una truffa”
Molte persone si stanno mettendo in questo modo alla prova, sperimentando su se stessi se il coronavirus sia reale o una “bufala” e accettando così, con estrema leggerezza, il rischio di infettarsi. Alcuni partecipano nella falsa convinzione di ottenere in questo modo una specie di immunità “vaccinale” in quanto il virus verrebbe contratto da soggetti positivi con sintomi lievi o assenti, e quindi nel loro immaginario da un agente infettivo a bassa pericolosità. In Michigan ci sono stati 43 contagiati, di età compresa fra i 15 e i 25 anni, tra i partecipanti ad una di queste feste organizzate per celebrare il 4 luglio, ricorrenza dell’indipendenza americana (Agi.it). Il giovane deceduto, ricoverato al Methodist Hospital di San Antonio, in Texas, prima di morire ha confessato ad una infermiera che lo assisteva:
Ho fatto un errore. Pensavo che questo virus fosse una truffa, ma mi sono sbagliato. (Ibidem)
In seguito a questo episodio Jane Appleby, dottoressa dello stesso ospedale, ha lanciato un accorato appello on-line per invitare i giovani a non partecipare a questi party, sottolineando come presso il nosocomio sono ricoverati diversi pazienti tra i 20 e i 30 anni per le complicazioni legate al coronavirus.
L’idea della festa è riunirsi e vedere se il virus è reale e se qualcuno viene contagiato – ha affermato il medico -. Nessuno di noi è invincibile. Per favore indossate le mascherine, restate a casa quando potete, evitate gli assembramenti e lavatevi spesso le mani. (Ansa.it)
Burioni: l’infezione è pericolosa per tutti
Su questa emergente tematica è intervenuto il virologo Roberto Burioni con un articolo apparso sul magazine di informazione scientifica MedicalFacts, che è interessante riportare integralmente:
Molti scienziati hanno sbagliato nei primi mesi dell’epidemia da coronavirus e anche io sbagliavo quando sostenevo che l’arrivo di un virus pericoloso in assenza di un vaccino efficace avrebbe spento definitivamente la follia antiscientifica degli antivaccinisti, riportando in evidenza l’importanza delle vaccinazioni nel proteggerci dalle malattie. Ebbene, al contrario di quello che speravo, questa pandemia invece di rendere le persone più sagge, ha purtroppo aumentato l’impazzimento generale. Vi ricordate i “varicella party” degli antivaccinisti? Ora si sta facendo di peggio. In Alabama alcuni studenti hanno messo in piedi una gara davvero originale: hanno organizzato una festa, hanno invitato persone con Covid-19, ognuno ha messo una posta e chi riesce a infettarsi vince tutto il denaro. So cosa state pensando: è impossibile, ed è la stessa cosa che ho pensato io. Invece è vero. Mi raccomando, non seguite questo esempio. L’infezione è pericolosa (per tutti) e rimane sacrosanto il principio che io vi ripeto da anni: con la salute non si scherza. Fate di tutto per non contrarre questa pericolosa malattia. Potreste fare del male a voi, ai vostri cari e alle altre persone, soprattutto quelle più deboli. (Ibidem)
Siamo purtroppo di fronte ad una pericolosa miscela di negazione scientifica, protagonismo e onnipotenza tardo-adolescenziali, con la messa in atto di misure controfobiche da parte di una generazione bombardata da messaggi antitetici sulla gravità di molteplici pericoli e contestualmente sulla loro inconsistenza. Il risultato di tutto ciò, che si registra nei giovani americani, e che può fornire la possibilità di comprendere quella che altrimenti dovremmo considerare solo una “pazzia”, è questa smania per la ricerca di situazioni rischiose, in cui il pericolo e la paura vengono negati ed emerge una sorta di pensiero magico che li convince che non si faranno mai male. E purtroppo i fatti dimostrano che non è così.