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Il disastro vi sembra imminente? Cercate Dio!

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Carlos Padilla - pubblicato il 22/07/20
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Riponete la vostra speranza in quel sole che illumina l’oscurità del cammino e apparirà la speranzaMi piace pensare che il regno di Dio nasce come un piccolo seme e si sviluppa nel nascondimento. Dice la Bibbia:

“Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi; ma, quand’è cresciuto, è maggiore degli ortaggi e diventa un albero; tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami”.

Mi piace la povertà degli inizi. Il seme incipiente che muore e crea un germoglio così piccolo che si vede appena.

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Elnur/Shutterstock

Sembra impossibile che da un seme possa nascere un albero. Sembra tutto così debole… Mi risulta incomprensibile che da ciò che è piccolo possa nascere una cosa enorme. È sempre così?

I piccoli inizi delle grandi opere.

Il Regno di Dio gisce come il lievito nella pasta tra le mani di una donna:

“Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché la pasta sia tutta lievitata”.

All’inizio è sempre così. Può esserlo nei momenti in cui tutto sembra perduto nella mia vita. Ha scritto padre Josef Kentenich:

“Non mi trovo mai più a mio agio di quando la speranza umana decade” [1].

Sono momenti in cui il disastro, la fine di tutto quello che avevo sognato, sembra imminente. In quel momento diventa più visibile la presenza di Dio.

Sembra impossibile che le cose vadano bene in base alle categorie umane, ma non è così. Il piccolo seme deve morire. Il lievito deve far fermentare la pasta e scomparire.

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Di Konstantin Tronin – Shutterstock

Il Regno di Dio cresce di notte senza che nessuno lo veda – le opere di Dio, che apparentemente non sono nulla e sembrano irrilevanti di fronte al potere del mondo con tutto il suo rumore.

Il potere dei potenti sembra insalvabile per la mia debolezza. Mi resta solo di confidare nel fatto che una forza superiore alla mia farà irruzione nella mia vita e compirà un miracolo.

Quando non resta nulla

Mi sento così in mezzo alla pandemia quando vedo che le mie sicurezze sono crollate. Cosa mi resta? Solo di confidare. O quando vedo che mi mettono in discussione verità della mia vita che sembravano inamovibili. E mettono in discussione chi credo sia santo.

Allora levo lo sguardo al cielo e confido. Torno a confidare guardando Maria mia Alleata e aspetto da Lei la misericordia. Come dubitare del suo potere nella mia vita? Diceva padre Kentenich:

“Chi con tutto il suo essere e il suo agire per l’alleanza d’amore si pone come strumento nel campo del gioco divino si sente tanto meglio e più sicuro nelle mani di Dio quando tutti i sostegni e le speranze umane si infrangono. L’io egoista si rompe e lascia spazio al Tu divino (…) Dio prende il posto che gli appartiene; è l’aquila che con le sue ali forti porta i deboli pulcini verso il sole; è la calamita che attira tutta la debolezza umana” [2].

Mi lascio trascinare sulle ali dell’aquila perché da solo non posso elevarmi alle altezze. Sulle ali dell’aquila aspiro solo a toccare il sole.

Vado diretto al cielo. Mi lascio trasportare e smetto di temere. Non ripongo la mia fiducia nelle mie forze.

BALD EAGLE

Shutterstock

Il seme più piccolo darà come frutto un albero immenso. Il potere dell’albero nasce da un seme insignificante. Agli uomini tutto sembra impossbile, ma per Dio nulla lo è.

Nei momenti in cui le mie speranze umane, i progetti che portavo nel cuore, crollano, nei momenti in cui mi sento abbandonato, guardo al cielo e guardo Dio.

La mia speranza è riposta in quel sole che illumina l’oscurità del mio cammino. Non temo nulla.

Ecco alcune frasi per crescere nella fede e nella speranza:

[1] José Kentenich, Lettera a padre Menningen, 1951
[2] José Kentenich, 1952

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