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E’ venerabile Padre Kino, gesuita che ha convertito gli indigeni

Eusebio Francesco Chini - kino
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 16/07/20
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E’ considerato il fondatore e protettore dell’Arizona. Trascorreva le notti a fare adorazione e dormiva sulle pelli come i nativi

E’ venerabile Padre Kino, l’apostolo degli indigeni di Arizona e Bassa California. E’ stato il primo grande missionario evangelizzatore dell’America occidentale, e decise di vivere come usavano i nativi. Basti pensare che il suo letto era composto da due pelli, due coperte grezze e la sella del cavallo per cuscino.

Visse la virtù della fede in maniera eroica, nutrendo il proprio rapporto con il Signore attraverso un’intensa vita di preghiera, soprattutto nell’adorazione notturna, la recita del breviario e la lettura della vita dei Santi.

Papa Francesco, venerdì 10 luglio ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto di Venerabile per Padre Kino. Il Papa ha riconosciuto le virtù eroiche di questo missionario gesuita, morto in odore di santità. Questo passaggio rappresenta una ulteriore tappa nella causa di beatificazione (La Voce del Trentino, 15 luglio).

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PD

<font size="5"><strong>Fr. Eusebio Francisco Kino S.J. (1645 – 1711)</strong> – Italian missionary in southern Arizona.</font>

L’incontro con il gesuita

Eusebio Francesco Chini (questo il nome di battesimo) nacque a Segno (Trento, Italia) il 10 agosto 1645, da agiata famiglia contadina. A nove anni incontrò il gesuita Martino Martini, già missionario in Cina e noto come sinologo, cartografo e astronomo, che lo coinvolse profondamente non solo nella ricerca di Dio, ma pure nella passione verso la geografia e l’astronomia. Nel 1665, entrò nel noviziato gesuita di Landsberg, in Baviera, ed emise la professione religiosa nel 1667.

Giunse in Messico il 3 maggio 1681, e dopo due anni evangelizzò la Bassa California, dove conseguì una profonda conoscenza della popolazione indigena, la quale beneficò del suo l’insegnamento e delle tecniche di allevamento del bestiame e di alcune colture, e proprio grazie a questo contributo del Servo di Dio riuscì a difendersi dai soprusi dei soldati spagnoli.

Gli abusi degli spagnoli

Durante questa prima missione il Servo di Dio intervenne in maniera convinta e molte volte a difesa dei nativi, dei loro diritti e della loro dignità, verso i quali il suo servizio si caratterizzò dalla denuncia e contestazione degli abusi degli spagnoli, dall’ansia con cui li cercava, dal paziente adeguarsi alla loro condizione, dal suo sincero rispetto e dalla stima per loro. Con il suo operato ebbe coraggio di difendere la dignità umana e denunciare i soprusi dei militari e dei coloni spagnoli.

Nativi americani

© Public Domain

“I nostri fratelli in Cristo”

Nel 1687 iniziò un altro viaggio missionario nella Pimería Alta, una regione compresa tra la regione messicana di Sonora e la parte sud occidentale dell’Arizona. Il Venerabile stabilì ottime relazioni con le popolazioni indigene, al punto che i coloni lo considerarono loro nemico perché difensore dei diritti dei nativi che considerava come suoi protetti, “i nostri fratelli in Cristo”.

36 spedizioni

Fece trentasei spedizioni con esplorazioni territoriali, percorrendo migliaia di chilometri e seguendo i sentieri segnati dai popoli nativi: questo gli permise di redigere le prime carte geografiche della regione per un’area vastissima. Organizzò 17 stazioni centrali di missione e sedici succursali, fondando 19 villaggi. Nel 1703 fu nominato procuratore delle missioni del nordovest.

Morì, all’età di 65 anni, il 15 marzo 1711 a Magdalena, successivamente chiamata in suo onore Magdalena de Kino (Messico) e che è meta di pellegrinaggio di tanti nativi (www.padrekino.org). E’ venerato in Arizona come fondatore dello Stato.


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