Vi capita mai di innervosirvi, di perdere la pazienza, di non sapere come reagire davanti a una marachella del vostro bambino, di non sapere come ascoltarlo o che consigli dargli? Sapevate che il Signore dispensa grazie speciali appositamente per il vostro compito di educatori? Sono inerenti alla grazia di stato. Come fare per chiederle e riceverle?
Sopraggiungere proprio in tempo per beccare un figlio che si dondola sul bordo della finestra o mentre visiona un filmato hard, avvertire che sta mentendo, trovare le parole giuste davanti a una bocciatura, accettare certe scelte, dare fiducia… Alcune delle nostre reazioni ci sorprendono o ci oltrepassano. Abbiamo la netta impressione che esse non vengano da noi. Tali grazie ci sono date gratuitamente come sostegno da parte del Signore per facilitare il nostro ruolo di genitori.
Le grazie però non sono unicamente puntuali. Spiega infatti padre Pierre-Marie Castaignos (serviteur de Jésus et de Marie):
La grazia viene dal mio stato. A partire dal momento in cui divento genitore, ricevo la grazia di esserlo. Per esempio, se domani vengo eletto parlamentare avrò la grazia per essere deputato. I genitori non sono soli nella loro missione, sono accompagnati.
Queste grazie speciali sono dei doni dello Spirito Santo: sono chiamati “grazia di stato”. Dice il Catechismo:
Esse accompagnano l’esercizio delle responsabilità della vita cristiana e i ministeri in seno alla Chiesa.
CCC 2004
Julie è madre di quattro bambini. Siccome alcuni sono piuttosto difficili, non ha mai dubitato della grazia di stato di cui beneficia insieme col marito: «Penso che il frutto di questa grazia sia la fiducia assoluta che ho nei miei bambini, malgrado tutte le scemenze che fanno e i difetti che hanno».
Saper accogliere le grazie di stato
«Per accogliere la grazia – prosegue il sacerdote – bisogna anzitutto prendere coscienza del fatto che ce n’è una». Il sostegno del Signore connesso alla responsabilità parentale ci è dato permanentemente. Com’è che allora certe volte combiniamo dei veri disastri? Le nostre debolezze, le nostre ferite, la nostra fatica entra in gioco, ma sappiamo metterci in ascolto della voce del Signore?
Per essere attenti alle mozioni dello Spirito Santo nell’anima bisogna avere una vita interiore, cioè essere attenti a quel che succede nel cuore. Se non sono connesso a me stesso, se sono iperattivo e perfezionista, sono lontano da quel che il Signore può suscitare in termini di mozioni. Se sono connesso, il Signore mi guida in un cammino.
Mettendosi in ascolto di una piccola voce interiore soffiata dallo Spirito Santo, i genitori possono presentire tante cose. I padri e le madri sono uguali nell’usufrutto di queste grazie legate alla loro qualità parentale? Tutto dipende da quanto e come ciascuno si prende cura della propria vita interiore. Parlare in coppia delle mozioni dello Spirito Santo che si percepiscono permette di determinare come sarà meglio agire.
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La grazia è per i genitori ma, quando la chiedono, essi si rendono disponibili all’azione dello Spirito Santo. Agnès, oggi madre di cinque figli, prega spesso:
Talvolta ho un tale sentimento di mancare d’amore che prego e chiedo e supplico: «Dammi dell’amore! Dell’amore per loro! Fa’ crescere il mio amore!».
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]