Niente aggiornamento architettonico: quindici mesi dopo l’incendio che ha devastato Notre-Dame de Paris Emmanuel Macron ha «raggiunto la convinzione» che si debba restaurare la cattedrale esattamente com’era al momento dell’incendio – così le dichiarazioni dell’Eliseo ieri sera. Poco prima, nella giornata, una riunione della Commissione Nazionale del Patrimonio e dell’Architettura (CNPA) contenente politici, esperti e architetti di cantiere, esprimeva un parere favorevole al restauro della cattedrale e della sua guglia nella forma più prossima allo stato antecedente l’incendio.
La questione appassiona i francesi dall’indomani dell’incendio di Notre-Dame, il 15 aprile 2019: bisogna ricostruire la cattedrale così com’era? Riuniti ieri, giovedì 9 luglio, i membri della Commissione Nazionale del Patrimonio e dell’Architettura (CNPA), il cui parere è consultivo, si sono espressi all’unanimità in favore della ricostruzione della volta, del tetto e della guglia della cattedrale identici a com’erano prima dell’incidente, vale a dire secondo i piani lasciati dall’architetto Viollet-le-Duc nel XIX secolo. Philippe Villeneuve, capo-architetto, ha presentato loro un voluminoso dossier di 3mila pagine per passare in rassegna le eventuali possibilità. Stando a un membro della commissione, tutte le ipotesi sono state evocate, in seno alla riunione (durata più di quattro ore): per quanto riguarda la volta, su cui si è aperto un dibattito, uno studio ancora da stendere preciserà i dettagli della ricostruzione, comunque la si farà ancora in legno.
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Intervistata ieri sera su France Inter, il nuovo ministro della Cultura, Roselyne Bachelot, lasciava già capire che c’era consenso sulla questione del ripristino all’identico:
Sembra che si sia espresso un largo consenso nell’opinione pubblica e fra quanti dovranno prendere le decisioni – perché penso che alla fine dovrà tirare le somme il Presidente della Repubblica – per un ripristino all’identico.
E subito dopo ha sfumato:
È sempre difficile dire esattamente “all’identico”, ma insomma nello spirito della guglia.
Alla fine Emmanuel Macron ha «raggiunto la convinzione» che si debba ripristinare all’identico la cattedrale. Così dunque il comunicato dell’Eliseo:
Il presidente ha dato fiducia agli esperti e ha dato approvazione previa alle grandi linee del progetto presentato dall’architetto-capo, che prevede il ripristino all’identico della guglia.
Poco dopo reagiva il generale Georgelin, nominato supervisore del cantiere:
Sono felice che i francesi, i pellegrini e i visitatori di tutto il mondo possano ritrovare la cattedrale che amano.
La ricostruzione all’identico, un falso dilemma?
Fin dall’indomani dell’incendio, il 17 aprile 2019, Édouard Philippe (allora primo ministro) annunciava che sarebbe stato indetto a proposito della guglia «un concorso internazionale di architetti». Alcuni, come Stéphane Bern o Philippe Villeneuve, quest’ultimo architetto responsabile di Notre-Dame, si sono invece espressi da subito a favore di un ripristino all’identico.
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Intervistata da Aleteia, l’architetta del patrimonio, autrice di Notre-Dame à cœur ouvert (Notre-Dame a cuore aperto, N.d.T.), Marie-Amélie Tek, spiega che «l’idea di un concorso internazionale era ad ogni modo fuori tema». Secondo lei
la questione che si poneva non era se ripristinare all’identico o no. La sola questione era il rispetto della Carta di Venezia, che norma come in caso di distruzione si restaura all’ultimo stato noto e documentato. Ora, nel caso di Notre-Dame, i progetti di Viollet-le-Duc sono noti.
Edificata nel 1859 dall’architetto Viollet-le-Duc, la guglia aveva già sollevato all’epoca numerose controversie. La prima, edificata nel XIII secolo, era stata smontata alla fine del XVIII secolo. Al momento, comunque, la ricostruzione della guglia è ben di là da venire: dallo scorso 8 giugno due squadre di operai smontano l’immensa impalcatura (200 tonnellate) allestita per il restauro in corso quando si appiccò l’incendio. «Questa fase sarà terminata al più tardi per la fine di settembre», ha dichiarato il generale Jean-Louis Georgelin, presidente dello Stabilimento pubblico per il restauro dell’edificio. Solo allora potranno cominciare i veri e propri restauri dell’edificio e della guglia.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]