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Papa Francesco e i malati: i 10 incontri che hanno lasciato il segno

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/07/20
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Da Vinicio all’uomo senza volto, dalla bambina anencefala all’adolescente malato terminale: la tenerezza di un pontefice che ama gli ultimiUna cultura dell’incontro, della solidarietà, dell’accoglienza verso i disabili, che incoraggi la loro “partecipazione attiva” alla vita della società. Papa Francesco ha caratterizzato il suo pontificato in un crescendo di gesti d’amore verso le persone più sfortunate e soffocate da un destino infelice. A loro Bergoglio si è spesso rivolto, dedicandogli piccoli una carezza, una benedizione, una preghiera.

Aleteia ha scelto 10 di quei gesti concreti, i più emblematici, i più commoventi, i più teneri.

1) La prima volta: Cecè in piazza San Pietro

E’ il 19 marzo 2013 quando Papa Francesco, fresco di nomina, al termine dell’udienza del mercoledì in piazza San Pietro, sale a bordo della jeep per il consueto giro tra i fedeli che lo acclamano. Ad un certo punto decide di scendere e si avvicina ad un disabile. E’ Cesare Cecconi, 50enne tetraplegico da quando aveva otto mesi. Francesco lo guarda sorridendo e gli bacia la fronte (Avvenire, 19 marzo 2013). Sarà il primo di una lunga serie di gesti toccanti compiuti dal Pontefice nei confronti delle persone meno fortunate.

Cecè, così veniva chiamato affettuosamente Cesare, si è spento il 22 febbraio. Un paio di mesi fa aveva scritto a Papa Francesco per chiedergli se si ricordava di lui. Il Papa gli ha risposto che lo aveva sempre vivo e presente nella memoria, come pure ricordava con affetto i suoi amici dell’Unitalsi. Il Pontefice aveva allegato alla lettera una corona per recitare il rosario (Il Messaggero, 23 febbraio 2015).

2) Le piaghe di Vinicio

Dopo l’udienza del 6 novembre 2014, fanno il giro del mondo le immagini del Papa che bacia le piaghe di Vinicio Riva, un uomo sfigurato nel volto e nel corpo da una terribile malattia: il morbo di von Recklinghausen, malattia nota come neurofibromatosi di tipo 1.

Vinicio ha raccontato a Panorama quel “magico” incontro. «Prima gli ho baciato la mano, mentre lui con l’altra mi carezzava il capo e le ferite. Poi mi ha attirato a sé, abbracciandomi forte e baciandomi il viso. Avevo la testa contro il suo petto, le sue braccia che mi avvolgevano. E lui mi teneva stretto stretto, come coccolandomi, non si staccava più. Ho cercato di parlare, di dirgli qualcosa, non ci sono riuscito: l’emozione era troppo forte. E’ durato poco più di un minuto, ma a me è sembrata un’eternità. Dopo, mi sono girato verso la zia e le ho detto: Qua ghe aso le pene, Qui ci lascio le penne» (Daily Mail, 17 novembre 2014).

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© ANSA/CLAUDIO PERI
Il Papa accarezza Vinicio Riva, che soffre di una rarissima malattia che gli ha deformato il corpo. Vinicio, molto emozionato, ha dichiarato: “Il Papa non ha avuto paura di abbracciarmi, e sono riuscito a percepire il suo amore”.

3) L’uomo senza volto

Due settimane dopo il commovente abbraccio con Vinicio, il Pontefice, nell’udienza del 20 novembre 2014, si ferma con “l’uomo senza volto”, una persona – la cui identità è rimasta sconosciuta – priva di gran parte del viso a causa di una malattia che lo ha quasi completamente sfigurato. Francesco ha parlato prima con il fedele e poi lo ha abbracciato e benedetto (Il Sussidiario.net, 20 novembre 2014).

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© Evandro Inetti | ZUMA Wire

4) “Quando vieni a trovarmi a casa?”

Il 15 maggio 2014 un gruppo di mille persone provenienti da Caivano, in provincia di Napoli uno dei comuni della cosiddetta Terra dei Fuochi, ad altissima infiltrazione camorristica, vanno all’udienza del mercoledì in Piazza San Pietro. Tra di loro c’è un bimbo malato di tumore. Quando Francesco inizia il giro tra i fedeli, a bordo della jeep, si ferma nei pressi del folto gruppo napoletano.

A quel punto la madre solleva il piccolo verso il cielo e lo porge agli uomini della security che scortano l’auto papale. Il pontefice avvicina quel bimbo a sé e lo abbraccia forte. Il piccolo impazzisce dalla gioia e chiede al papa, senza tanti giri di parole:«Quando vieni a trovarmi a casa mia?». Francesco sorride, poi si commuove e con un cenno della testa sembra dirgli di si (Il Mattino 15 maggio 2014).

Improvvisamente dalle mani del bimbo costretto dal male a vivere sulla sedia a rotelle spuntano due letterine scritte a mano che porge con delicatezza nelle mani dell’attonito, ma sorridente pontefice.

5) La bambina anencefala

I bambini disabili sono nel cuore di Papa Francesco. Tant’è che durante la messa conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù sulla spiaggia di Copacabana in Brasile, al momento dell’offertorio ha accolto sull’altare una coppia che teneva in braccio la figlia piccolissima nata senza cervello (Il Sussidiario.net, 28 luglio 2013).

Anencefala per quella medicina che aveva detto alla coppia di abortire la quale invece ha voluto ugualmente metterla al mondo. Il Papa aveva incontrato i genitori della piccola uscendo il giorno prima dalla cattedrale di Rio: gli avevano presentato la bambina e lui ha deciso di sua iniziativa di invitarli al momento dell’offertorio.

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© Facebook-Sonia Morales Aldana

6) La carezza a Pasquale, giovanissimo malato terminale

Un destino atroce, segnato, irreversibile. L’ultimo desiderio era un abbraccio di Francesco. E così durante la sua visita a Caserta il papa incontra Pasquale, 13 anni, malato terminale sulla sedia a rotelle. Gli chiede: «Come stai?», accarezzandolo più volte sul viso e poi lo benedice, scrive il Corriere del Mezzogiorno (28 luglio 2014).

«Mentre era in corso la visita del pontefice – racconta il primo cittadino Pio Del Gaudio – ho incontrato e conosciuto per caso i genitori del piccolo Pasquale di Trentola Ducenta, che si trovava nell’adiacente centro diagnostico per un importante esame medico a causa di una seria malattia. Mi hanno chiesto con le lacrime agli occhi di poter incontrare il Santo Padre. Dopo il mio colloquio con il capo della Gendarmeria vaticana, il Papa è stato messo al corrente della richiesta e li ha incontrati, benedicendo Pasquale».

Papa accarezza malato

© GREGORIO BORGIA / POOL / AFP

7) La sosta (imprevista) da Roberta

Che Francesco sia un papa sorprendente e “innamorato” dei disabili, lo ha dimostrato il fuori programma nella visita in Calabria. In una casa lungo la statale che collega Sibari e Cassano allo Jonio abita Roberta, ragazza di 21 anni disabile dalla nascita: qui il Papa blocca il corteo di auto e si ferma a salutare e abbracciare la giovane. Ad attirare l’attenzione del Pontefice sono gli striscioni che i genitori di Roberta hanno appeso fuori da casa: “Fermati, qui c’è un angelo che ti aspetta” (Today.it, 22 giugno 2014).

8) A Cagliari tra i malati di Sla

Durante la visita pastorale a Cagliari, al santuario di Bonario c’erano 1600 disabili ad attenderlo (L’Unione Sarda, 23 settembre, 2013). Tra loro, inchiodati ai loro lettini anche un gruppo di malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica, la famigerata Sla, malattia che paralizza gradualmente il sistema nervoso e che ad oggi non si può curare. Papa Francesco si avvicina a questi malati, alcuni dei quali ormai in grado di muovere solo gli occhi, li accarezza, gli sussurra parole di conforto pur consapevole della loro sofferenza.

9) La lavanda dei piedi a 12 disabili

Una scelta che ha rotto gli schemi. Papa Francesco decide che siano i “suoi” disabili” ad impersonificare i 12 apostoli durante la Lavanda dei piedi del giovedì santo (Tgcom.it, 17 aprile 2014).

Hanno tra i 16 e gli 86 anni, tre gli stranieri, tra cui un giovane libico di religione musulmana. «L’eredità che Gesù ci lascia è quella di essere servitori gli uni degli altri», evidenzia il Pontefice nella breve omelia pronunciata durante la messa, nel Centro Don Gnocchi di Roma, che resterà sicuramente impressa negli annali della storia.

10) Il noto “esorcismo”

La benedizione più “controversa”, più discussa. Accade domenica 20 maggio 2013 in piazza San Pietro quando Papa Francesco va a salutare i disabili nei pressi del colonnato. Ad uno di loro viene chiesta una benedizione speciale perché impossessato dal demonio. Francesco impone le mani sulla sua fronte e recita una preghiera. L’uomo, in carrozzella, sembra ritrarsi e ringhiare contro il pontefice. Questa benedizione è conosciuta come “l’esorcismo del papa”, anche se il Vaticano ha sempre parlato di una “normale” preghiera.

Sta di fatto che al quotidiano spagnolo El Mundo (27 maggio 2014) l’uomo, un 43enne di origini messicane, ha raccontato di stare meglio dopo l’incontro con Francesco. «Adesso sto meglio», ha detto. Angelo in effetti è tornato a camminare sulle sue gambe dopo l’incontro col Papa.


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