Lo straordinario intervento eseguito a Roma da una equipe multidisciplinare per dividere due bambine centrafricane destinate a morire precocemente Qualche giorno fa è stata data notizia di uno straordinario intervento chirurgico effettuato presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma che ha reso possibile la separazione di due gemelle siamesi centrafricane unite per la testa. Ervina e Prefina – questo il nome delle due sorelline – erano saldate fra loro a livello della regione parietale ed occipitale, cioè una vasta superficie posteriore del cranio che include la nuca, condividendo a quel livello ossa e cute, mentre all’interno avevano in comune la falce ed il tentorio (membrane interposte fra i due emisferi cerebrali e fra questi e il cervelletto) e buona parte del sistema venoso, condizione quest’ultima rivelatasi il problema più impegnativo che ha dovuto affrontare l’equipe neurochirurgica del Bambino Gesù. (Vatican News)
Papa Francesco promette un aiuto per i bambini del Centrafrica
Prima di descrivere le tappe del percorso operatorio che è stato effettuato, è di grande interesse ripercorrere la storia che ha portato le gemelline, nate il 29/6/2018, il giorno della festa dei Santi Pietro e Paolo, in Italia. Il 29/11/2015 Papa Francesco, prima di inaugurare il Giubileo della Misericordia a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, andò a visitare l’ospedale pediatrico della città, e rendendosi conto delle gravi difficoltà in cui versava promise di non dimenticare quei bambini. Infatti inviò lì Mariella Enoc, il Presidente del Bambino Gesù, per pianificare la ristrutturazione del vecchio edificio ed occuparsi del suo ampliamento. Ecco perché tre anni dopo il viaggio di Francesco, Mariella – che si trovava a Bangui per seguire i lavori in corso all’ospedale – ha modo di conoscere il caso delle due gemelline a cui erano stati pronosticati pochi mesi di vita.
Le gemelline arrivano a Roma
Senza pensarci più di un attimo decide quindi di portarle a Roma per valutare le prospettive di un intervento di separazione, dato che in passato presso l’Ospedale erano stati effettuati tre delicatissimi interventi di questo tipo, anche se nessuno per coppie unite per la testa (craniopaghe). Ervina e Prefina sbarcano insieme alla loro mamma nella Capitale il 10 settembre 2018: hanno appena due mesi e mezzo, e vengono inviate al Bambino Gesù di Palidoro per intraprendere il necessario percorso di neuroriabilitazione, durante il quale per farle conoscere e riconoscere viene utilizzato un ingegnoso sistema di specchi.
Come intervenire per separarle?
Per affrontare il loro caso e assicurarne la sopravvivenza viene costituito un gruppo multidisciplinare formato da neurochirurghi, anestesisti, neuroradiologi, chirurghi plastici, ingegneri, fisioterapisti ed infermieri di varie aree specialistiche. Viene interessato il Comitato Etico per stabilire un percorso di terapia in grado di assicurare ad entrambe la stessa qualità di vita. Trasferite dopo alcuni mesi al Gianicolo l’equipe neurochirurgica, guidata dal dott. Carlo Efisio Marras, dopo una lunga fase di studio svolta con l’ausilio di tecnologie di ricostruzione delle immagini e di simulazione chirurgica sofisticatissime, decide di affrontare la sfida effettuando tre interventi per ricostruire progressivamente, in particolare, due sistemi venosi cerebrali indipendenti.
Il complesso percorso chirurgico va a buon fine
Il primo viene portato a termine nel maggio del 2019, seguito un mese dopo dal secondo in cui viene affrontata la fase tecnicamente più delicata. Qualche settimana fa l’ultimo atto, in cui viene completata la separazione delle membrane e del sistema venoso, oltre alla divisione delle ossa craniche che uniscono le due bambine. Una operazione di 18 ore che ha visto l’impegno di 30 persone tra chirurghi, anestesisti ed infermieri. Ervina e Prefina stanno bene e per la prima volta si guardano direttamente negli occhi, anche se dovranno indossare per alcuni mesi un casco protettivo e seguire un ulteriore programma di neuroriabilitazione. I controlli post-operatori confermano che il loro cervello è integro, per cui avranno la possibilità di uno sviluppo regolare sia da punto di vista motorio che cognitivo, e di condurre una vita normale come tutte le bimbe della loro età. Con l’intervento effettuato presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, che rappresenta probabilmente l’unico caso al mondo di separazione riuscita di gemelli siamesi craniopagi totali uniti per la nuca, è stata scritta nel nostro Paese una pagina straordinaria che ha visto fondersi perfettamente una eccezionale competenza medica e lo strenuo amore per la vita.
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