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Perché il vescovo di Roma è il Papa?

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Aleteia - pubblicato il 01/07/20
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È un titolo meramente onorifico o governa realmente la diocesi? Qualcuno lo aiuta in questo compito?

1 Tra i titoli del Papa, quello di “vescovo di Roma” è il primo. Anche quando Roma era in rovine ai tempi dei barbari, anche quando il Papa risiedeva lontano da Roma, anche quando è stato in esilio, non si è mai pensato di dissociare la funzione del papato da quella episcopale.

È stato in Galilea, e non a Gerusalemme, che Gesù, dopo la sua resurrezione, ha dato ai suoi apostoli la missione di annunciare il Vangelo a tutte le Nazioni.

Il libro degli Atti degli Apostoli mostra che il Vangelo si è diffuso proprio quando Roma è diventata il centro di gravità della Chiesa.

Dall’altro lato, cosa sarebbe stato della Chiesa in una Gerusalemme devastata da Romani nel 70, come Gesù aveva annunciato?

La storia del papato, dopo più di mille anni, ha conosciuto casi di martiri, come quello di Pietro, ma anche storie di esiliati: Cleto, Clemente, Cornelio e Lucio all’epoca della persecuzione romana; Liberio ai tempi di Costantino; Silverio al tempo dei barbari.

Nel corso dei secoli, prima dello scisma del 1054, Costantinopoli era una città infinitamente più brillante di Roma. Pur essendo orgogliosa della sua grandezza, non ha mai rivendicato il primato.

In seguito, per un periodo di 70 anni, in un’epoca in cui la Francia ha esercitato una forte pressione sul papato, i successori di Pietro hanno risieduto ad Avignone (1309-1377).

Santa Caterina da Siena si rivolse duramente a Papa Gregorio XI, chiedendogli di tornare a Roma, e alla fine lo convinse.

Anche in quei tempi turbolenti, però, non ci interrogò mai sul fatto che il vescovo di Avignone fosse il Papa. Allo stesso modo, i “Papi avignonesi” non presero mai il titolo di vescovi di Avignone.

Nell’era moderna, Napoleone I deportò Pio VI a Valence-sur-Rhône (Francia), dove il Papa morì. La situazione proseguì poi con Pio VII, che deportò a Genova e poi a Fontainebleau.

Quando Roma venne minacciata dai piemontesi, Pio IX si rifugiò a Gaeta, ma tornò a Roma il prima possibile, stavolta con l’aiuto dei Francesi.

Dopo l’annessione di Roma al regno d’Italia, il Papa si considerò “prigioniero” in Vaticano. Protestò ma rimase lì, come Pio XII durante la II Guerra Mondiale, pur temendo di essere sequestrato dai nazisti.

2 Il Papa ha autorità sui vescovi, ma è innanzitutto un vescovo. Un vescovo è sempre collegato a una diocesi, anche se in certi casi si tratta di diocesi in cui non ci sono cristiani.

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Antoine Mekary | ALETEIA

Il Concilio Vaticano I, con il riconoscimento dell’infallibilità, corre il rischio di separare il Papa dai vescovi.

In realtà, non esiste un quarto grado nel sacramento dell’ordine, oltre a quello dei diaconi, dei sacerdoti e dei vescovi.

Il rapporto dei vescovi con il Papa si esprime mediante la formula “cum Petro et sub Petro”, “in comunione con Pietro e sotto l’autorità di Pietro”. Se il Papa smette di essere vescovo di Roma, questo equilibrio si spezza.

Ogni vescovo è sempre collegato a una diocesi concreta, anche quelli che sono al servizo della Santa Sede o i vescovi ausiliari, le cui diocesi – quelle di cui sono titolari – spesso non hanno altro che un’esistenza storica, perché i cristiani vi sono scomparsi.

Si tratta di una finzione che ha almeno il vantaggio di mostrare che un vescovo è sempre legato a un territorio e a un popolo concreto.

Un Papa che non fosse vescovo di Roma assomiglierebbe di più a un Segretario Generale dell’ONU.

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3 La cattedrale del Papa è la basilica di San Giovanni in Laterano. Per il governo della diocesi, il Pontefice è aiutato da un cardinale “vicario”.

Poco dopo il ritorno da Avignone, i Papi hanno risieduto a San Giovanni in Laterano. Quattro concili ecumenici portano il nome del Laterano.

Quando il palazzo è crollato, Papa Gregorio XI si è rifugiato in Vaticano, accanto alla tomba di San Pietro, ma la cattedrale della diocesi di Roma resta San Giovanni in Laterano.

Anche se il Papa allora non usciva mai dal Vaticano, Pio XII si è recato nei luoghi colpiti dal bombardamento del 19 luglio 1943, come la regina d’Inghilterra a Londra dopo il blitz.

Quando ha annunciato un concilio ecumenico, Papa Giovanni XXIII ha anche lanciato un sinodo
per la Chiesa di Roma.

Nel corso del suo lungo pontificato, Papa Giovanni Paolo II ha avuto l’occasione di visitare, domenica dopo domenica, tutte le parrocchie di Roma.

Qualche giorno dopo la sua elezione, Papa Benedetto XVI si è recato a San Giovanni in Laterano per prendere possesso come vescovo di Roma.

Nella sua omelia ha dichiarato: “Voglio cercare, con tutto il cuore, di essere il vostro Vescovo, il Vescovo di Roma”.

BASILICA SAN GIOVANNI LATERANO

Shutterstock

Una settimana dopo ha riunito i sacerdoti e i diaconi e ha insistito con loro sulla necessità di formare a Roma una vera Chiesa locale.

Per il governo quotidiano della diocesi, il Papa è aiutato da un cardinale “vicario”. La residenza del cardinale e la sede dei servizi diocesani si trovano accanto alla basilica di San Giovanni in Laterano.

Il Papa celebra lì la Messa del Giovedì Santo, durante la quale i sacerdoti della diocesi rinnovano i loro impegni.

4 I cardinali, pur essendo in tutto il mondo, appartengono alla diocesi di Roma e sono titolari di una chiesa romana.

Nel governo della Chiesa universale, il Papa è assistito da consiglieri. Nel corso dei secoli, questi sono stati solo sacerdoti della diocesi di Roma.

Dal Medioevo, i cardinali hanno formato un gruppo determinato, in seguito chiamato “Sacro Collegio”.

Gli arcivescovi che governavano diocesi più o meno lontane da Roma hanno iniziato a farne parte, senza lasciare la propria diocesi.

Per sottolineare chiaramente che è la Chiesa di Roma ad avere la missione, secondo la splendida formula di Ignazio di Antiochia, di “presiedere nella carità” tra tutte le Chiese, i cardinali diventano titolari di una chiesa della diocesi di Roma.

“Papa” e “vescovo di Roma”, due espressione che convergono in una sola persona. Per questo, il Papa emerito Benedetto XVI, nell’omelia citata in precedenza, ha affermato: “In quanto cattolici, in qualche modo, tutti siamo anche romani”.

 

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