Appena pochi giorni dopo lo Sbarco del 6 giugno 1944, una messa è stata celebrata sulla spiaggia che aveva visto la morte di numerosi soldati delle Forze Alleate.
I volti sono gravi, gli sguardi ombrosi: è il 12 giugno 1944 e si sta nel cimitero provvisorio di Saint-Laurent-sur-Mer (Calvados). Sei giorni prima, nella notte tra il 5 e il 6 giugno, truppe composte in massima parte di soldati britannici, americani e canadesi sono sbarcate sulle coste normanne mentre paracadutisti si lanciavano dietro le linee tedesche – migliaia dei quali morendovi. È a Omaha Beach che le perdite sono state più pesanti – cosa che ancora le vale il nome di “Bloody Omaha”, o ancora “the Beach of Blood”. Un cimitero temporaneo fu allora realizzato ai piedi del pianoro, al livello del settore Dog White, tra Saint-Laurent-sur-Mer e Vierville-sur-Mer.
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Quel 12 giugno l’atmosfera era di raccoglimento. Il reverendo John McGovern celebrò la messa sul cofano di una jeep in suffragio per i 457 soldati – fondamentalmente americani – i cui corpi riposavano nel cimitero provvisorio. I sopravvissuti, raccolti attorno al sacerdote coi paramenti – chi in piedi, chi in ginocchio – fanno memoria in silenzio dei loro fratelli d’armi, mentre una tromba risuona nell’aria e una bandiera americana oscilla lieve al vento. Il sacerdote passò tra i soldati in uniforme distribuendo la comunione. Un po’ più lontano, una corona di fiori venne deposta sulla sabbia. Oggi il cimitero temporaneo ha fatto posto a un altro, più vasto, di 70 ettari, in cui sono sepolti 9.386 Americani caduti durante la Battaglia di Normandia.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]