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La meditazione cristiana è un tesoro inesauribile, iniziamo a saccheggiarlo!

KOBIETA W ŚWIETLE
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La bellezza della pratica meditativa cristiana e la profondità della “preghiera del cuore” sono un corso d’acqua antica e sempre fresca da cui tornare ad attingere a piene mani. E’ radicalmente diversa dalla meditazione zen, dalla meditazione trascendentale e da altre pratiche orientali.Quando si parla di meditazione, alcuni storcono il naso collegando subito questa pratica alle filosofie orientali, zen e derivati vari.
In realtà, nel cristianesimo, la meditazione è una pratica molto importante e utile, soprattutto per quando riguarda la Parola di Dio.
La Bibbia non va semplicemente letta, la lectio divina (di cui parlerò a parte) è la prova che andando oltre la lettura possano arrivare molti frutti.

La Parola va certamente letta, ma anche assimilata e soprattutto meditata, ma non come immaginiamo noi ripetendo parole strane di cui non conosciamo il nome ma in modo diverso.
Un’altra pratica meditativa cristiana molto bella riguarda l’esicasmo, una forma presente quasi solo nel cristianesimo ortodosso orientale ma da un po’ riscoperta anche da noi occidentali ed è quella di cui voglio parlare oggi.
Nella mia vita, la preghiera esicastica mi ha aiutata tantissimo, soprattutto quando mi capitava (e capita ancora ma meno) di avere attacchi d’ansia o di panico.
Nella mia testa inizio a ripetere quella preghiera a tutto va meglio, ovviamente in quel caso non è nella forma meditativa ma ora capirete meglio continuando a leggere.
Vi consiglio di provare perché ne vale la pena, poi tra il dire e il fare ci sono di mezzo mille impegni, bambini etc, ma provarci non guasta! 😉



Leggi anche:
Recitare la Preghiera di Gesù: Misericordia ad ogni respiro

La base dell’esicasmo è l’utilizzo della preghiera contemplativa, la preghiera di Gesù ripetuta continuamente come mezzo per sperimentare l’unione con Dio.
Questa pratica inizialmente è molto difficile perché i pensieri prendono il sopravvento e ci fanno rimanere distaccati, per cui ci vuole tempo.
L’esicasta esperto si ritrova a bloccare tutti i suoi sensi e di conseguenza si libera dai pensieri in modo che possa praticare questa forma meditativa.
Chi ha letto il libro “Racconti di un pellegrino Russo” (trovate il link a fine articolo) sa bene di cosa sto parlando, ma ora vediamo di approfondire partendo da una sintesi dell’origine in poche righe.

La preghiera esicastica

L‘esicasmo ha origine circa nel IV secolo, ricordate Evagrio Pontico?
Ecco, lui pare ne sia stato un ispiratore (trovate un articolo su di lui QUI);
“la pratica della preghiera interiore, che mira a unione con Dio su un livello oltre immagini, concetti e linguaggio”, un senso in cui il termine si trova in Evagrio Pontico (345-399), Massimo il Confessore (c 580 -. 662) , e Simeone il Nuovo Teologo (949-1022).

Questa preghiera prende forma dalle parole di Gesù quando in Matteo 6,6 Gesù invita a non fare come gli ipocriti mostrandosi mentre pregano ma di fare l’opposto:


“Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.”

La parte in cui Gesù dice “entra nella tua camera” viene visto come un invito ad entrare in se stessi e questo prende forma attraverso la preghiera contemplativa ripetuta chiamata anche “Preghiera del Cuore”.


Come si pratica?

Signore Gesù Cristo,
Figlio di Dio,
abbi pietà di me peccatore.

Questa preghiera va ripetute molte volte e il farlo comporta un conseguente stato meditativo il cui obiettivo finale è chiamato “Theosis” ovvero un’unità con Dio.
Secondo lo starec (anziano) del libro “Racconto di un pellegrino Russo”;

la preghiera interiore e perpetua di Gesù consiste nell’invocare incessantemente, senza interruzione, il nome divino di Gesù Cristo con le labbra, la mente e il cuore, immaginando la sua presenza costante e chiedendo il suo perdono, in ogni occupazione, in ogni luogo. in ogni tempo, persino nel sonno.
Chi si abitua a questa invocazione ne riceve grande consolazione, e sente l’esigenza di recitare sempre questa preghiera, tanto che non può più farne a meno.
Si ripetono queste parole al ritmo dell’inspirazione, poi dell’espirazione in modo da farle penetrare progressivamente nel nostro cuore.

Si chiama preghiera del cuore anche per questo, ovvero perché si può pregare seguendo il ritmo del cuore in modo da dare una cadenza fissa e continua, oltre al fatto che nella tradizione biblica, nel cuore si trova il centro dell’uomo e della spiritualità.
La preghiera di Gesù, con il suo aspetto respiratorio e spirituale, ha lo scopo di far «scendere la testa nel cuore». Inoltre è possibile utilizzare anche un rosario (normale oppure quello a nodi chiamato chotki) ma con il semplice scopo di mantenere nel presente, non necessariamente per contare quante preghiere abbiamo recitato.

C’è da specificare che esistono quattro tipi, o per meglio dire, le preghiere sono divise in 4 categorie in modo ascendente:
1. Preghiera verbale
2. Preghiera mentale
3. Preghiera del cuore
4. Contemplazione
Per farla breve, ogni tipo di preghiera diventa sempre più intimo e introspettivo separando sempre di più da ciò che ci disturba all’esterno portano ad una pura connessione con Dio.
Tenete ben presente che lo scopo non è andare in trance come invece viene richiesto in altre forme meditative non compatibili con quella cristiana!

 

Ma quali sono le differenze con la meditazione orientale/buddista ?

Possono sembrare simili avendo in entrambi i casi la ripetizione di parole/frasi per poter raggiungere quel distacco necessario per entrare nello stato meditativo.
L’esicasmo però, a differenza delle altre forme meditative, non è panteistico [e qui apro una breve parentesi su questo termine; il panteismo (secondo wikipedia) è una visione del reale per cui ogni cosa è permeata da un Dio immanente o per cui l’Universo o la natura sono equivalenti a Dio.]
Per cui, come dicevo… l’esicasmo non è panteistico, ne tanto meno compatibile con quella visione del mondo perché lo scopo dell’esicasta NON è quello di raggiungere uno stato di non-essere cosa che invece riguarda i buddisti o induisti.

Un’altra differenza riguarda ciò che viene pronunciato; avrete sicuramente sentito parlare ancora dei “mantra”, ovvero, per ciò che si sa di base, sono la ripetizione continua di parole… in realtà i mantra sono sì la ripetizione di parole, ma la cosa importante di queste parole è il suono delle sillabe, tanto che indipendentemente dalla lingua di appartenenza della persona, la ripetizione sarà uguale per tutti.
Invece nell’esicasmo, la cosa importante è il significato delle parole e direi che questa è una differenza  enorme!
Per cui come potete immaginare, non importa la lingua utilizzata per ripetere quella preghiera, la cosa importante è comprenderne il significato e che ci si concentri sul concetto che si esprime.

Volete un’altra differenza?
La meditazione cristiana si basa sulla volontà di sperimentare Dio, di pregare con uno scopo e un intento, mentre la meditazione come dice un sito di meditazione spiega che “Tutte le forme di meditazione comportano colui che medita, il processo della meditazione e l’oggetto della meditazione. Con una calma e continua attenzione focalizzata, l’ego deve essere mantenuto connesso con lo Spirito fino a che entrambi non si fondono nell’eterna beatitudine. Colui che medita deve conoscere un preciso metodo di meditazione e avere un determinato pensiero o esperienza su cui meditare.”

Poi se cercate, di forme meditative con scopi che variano da una filosofia all’altra ce ne sono a decine, ma il fine è sempre diverso rispetto a quello della meditazione cristiana.

Ci sarebbe tantissimo da dire e da approfondire per cui vi lascio anche due letture utili a riguardo.
Un abbraccio
(ps: le info sulla meditazione orientale sono vecchie info che mi aveva fatto avere un’amica che pratica e insegna meditazione zen)

 

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DAL BLOG STILE DI VITA DI UNA FOLLE DONNA CATTOLICA

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