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Lo scrittore che lotta contro la prostituzione di bambine in Thailandia

THAILAND
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Dolors Massot - pubblicato il 18/06/20
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José Luis Olaizola ha creato la ONG “Somos Uno”, che ha già scolarizzato più di 2.000 bambineIn quello che sarebbe stato il suo primo viaggio in Thailandia, lo scrittore José Luis Olaizola ha conosciuto Ama, una bambina che viveva in un postribolo ed era sfruttata sessualmente. Un giorno Ama aveva deciso di dar fuoco al bordello. Non le importava di morire nell’incendio se con lei fosse morto anche il padrone del postribolo che le provocava tanto dolore. Olaizola aveva all’epoca più di 80 anni, ma il suo spirito era, come ora, inquieto, e non poteva guardare dall’altra parte.

Lì ha conosciuto Alfonso de Juan, un missionario gesuita di origine spagnola che lavorava da anni in Thailandia cercando di combattere la prostituzione infantile con un’entità chiamata Jess Foundation, e ha deciso che lo avrebbe aiutato come poteva.

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Tornato in Spagna, Olaizola è andato avanti con la sua carriera di scrittore. Premio Planeta nel 1983 per il libro La guerra del general Escobar, autore di biografie storiche di personaggi come Hernán Cortés, Giovanna la Pazza o Elcano, Premio Barco de Vapor per la letteratura infantile e giovanile per Cucho, articolista famoso per i suoi contributi sulla rivista femminile Telva…, Olaizola ha trasposto l’esperienza della Thailandia in La niña del arrozal, un romanzo che nel 2012 gli è valso il Premio Troa di Libros con Valores.

In una conferenza a Bilbao ha parlato di quello che gli era accaduto in Thailandia.

Una lettera dalla Thailandia

In precedenza era anche successo qualcosa di singolare. Un giorno ha ricevuto una lettera da una professoressa di Spagnolo della Thailandia, Rasami Krisanamis, che gli chiedeva il permesso di pubblicare Cucho in thailandse.

“Mi diceva che non avrebbe potuto pagarmi i diritti d’autore perché i proventi andavano a una scuola per bambine che in questo modo sfuggivano alle grinfie delle mafie sessuali”. Olaizola ha acconsentito a non essere pagato e non si riconosce alcun merito: “La verità è che non l’ho fatto per generosità ma per pigrizia, perché prendere i diritti di altri Paesi costa. Se costa in Francia, immaginatevi in Thailandia. E allora le ho detto di andare avanti con la traduzione”.

Una scatola di cartone con 3.000 euro

Olaizola ha raccontato tutto nella conferenza di Bilbao: la scuola per bambine, Rasami, padre Alfonso de Juan, la tratta di bambine in Asia… “Con appena 100 euro avrei una borsa di studio per un anno per una bambina”, ha detto.

“Alla fine mi hanno consegnato una scatola di cartone con 3.000 euro appena raccolti tra il pubblico”. Olaizola è rimasto molto colpito.

Con senso dell’umorismo ha proseguito: “Mi sono reso conto che in Spagna sarò un signor nessuno, ma in Thailandia sono un mecenate”. Per questo ha deciso di approfittare della pagina che Telva gli offriva mensilmente per chiedere altri aiuti contro la prostituzione di bambine in Asia. La risposta è stata di massa.

È nata così la ONG Somos Uno, che con Olaizola alla guida cerca fondi per le scuole dirette da padre de Juan e in cui collabora attivamente Rasami Krisanamis. Marisa, la moglie dello scrittore, era la vicepresidentessa, e anche i suoi figli sono coinvolti.

Due cattolici e una buddhista che lavorano insieme

Olaizola ama ricordare che “in questo progetto ci siamo uniti un missionario gesuita, una buddhista e un sovrannumerario dell’Opus Dei. Come dice Rasami, pe fare il bene non serve avere lo stesso credo”.

In questa avventura Olaizola impiega tutti i cinque sensi, nonostante alcuni limiti fisici che non gli impediscono di avere incontri con il pubblico e di scrivere. “Siamo riusciti a mandare già 3 milioni di euro”, afferma molto contento, meravigliandosi della “generosità di molte persone”.

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Marisa, la moglie e “consigliera letteraria”, è morta di Covid-19

Olaizola ha sperimentato un momento difficile in questi ultimi mesi. La moglie Marisa, con cui era sposato da quasi 70 anni, è morta a causa del coronavirus ad aprile. I 9 figli e tanti familiari, amici e lettori lo aiutano.

Anche se può sembrare strano, i lettori conoscono bene Marisa perché Olaizola ha sempre parlato di lei nei suoi articoli, con molto umorismo e molto amore. Ora sente ogni giorno la sua mancanza, “e parlo molto con lei, quasi senza rendermene conto”.

“Nella mia vita è stata tutto”

“Una suora, Gema, mi ha incoraggiato a scrivere di Marisa, che nella mia vita è stata tutto”. E così ha fatto. In due mesi ha concluso il manoscritto, che verrà pubblicato a breve. Per questo la sua “consigliera letteraria”, come la chiama spesso scherzando, sarà la protagonista del suo prossimo libro.

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