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Il tempo sospeso, frammenti di vita durante la pandemia

WRITING
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Lucandrea Massaro - pubblicato il 09/06/20
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Un agile ebook delle Dehoniane racconta il difficile periodo del lockdownLa ferita inferta dal lungo periodo di quarantena ha avuto un impatto su tutti, per qualcuno anche effetti positivi e benefici, per altri opportunità di rivedere le proprie priorità, per tutti la tristezza di stare lontano dalle persone amate, e – oggi – l’imbarazzo e la diffidenza quando si incontrano persone nuove. Dare la mano o no? Un abbraccio, ma a chi, con quale livello di confidenza? Tutta questa esperienza può avere un punto di svolta se ci si confronta con l’esperienza altrui, con le paure e le scoperte che altre persone, diverse da noi hanno fatto durante il periodo di lockdown. Cosa resterà dentro di noi dopo questa esperienza? E’ questa la domanda che i lavoratori del Centro Editoriale Dehoniano si sono posti e a cui hanno deciso di rispondere con un libricino (“Il tempo sospeso. Frammenti dai giorni del virus.” CED, 4.99 euro), frutto del contributo di tutti, in formato ebook dove sono raccolti pensieri, speranze, biografie e racconti e testimonianze del tempo del Coronavirus. Perfino qualche poesia! Qui un estratto della prefazione:

[cosa sarebbe successo?] Non lo sapevamo. Abbiamo dovuto, come tutti, imparare. Anzitutto, c’è stata la paura per una minaccia invisibile e fuori controllo. Cosa stava succedendo? Che cosa avrebbe comportato per noi, le nostre famiglie, il nostro lavoro? Impossibile immaginarlo. La produzione è stata fermata; sono stati presi i primi provvedimenti di emergenza; si sono cercate le vie percorribili per non cedere sotto il peso di un’inattesa “sospensione” della vita. Ma poi, poco a poco, abbiamo cominciato a reinventarci. Abbiamo provato a tenere acceso il “motore”, il cuore, i cervelli. Si sono impiantate forme e orari di lavoro inediti, risistemati gli spazi e gli “equilibri familiari” per renderli possibili; si sono percorse vie — dentro le limitazioni patite da tutti — che non avremmo immaginato possibili senza questa sfida.
Lo abbiamo fatto per tenere accesa una speranza. Avvertendo come fosse urgente lottare anzitutto contro l’inaridimento generato dalla paura. Ma anche per rispondere alla vocazione propria di una responsabilità culturale: farsi carico col nostro lavoro delle attese, dei cambiamenti e dei problemi aiutando a leggerli, interpretarli e pensarli mentre ancora li stiamo vivendo. Facendo tesoro, in questo impegno, della lezione di Antonio Rosmini, che distingueva i libri «che contengono la sapienza del genere umano (…) dove non c’è nulla di arbitrario e di sterile» da quelli «minuti e parziali (…) dove tutto è povero e freddo».

Questo libro è una testimonianza preziosa, di quelle che sarà magari utile e perfino piacevole ripercorrere le pagine tra qualche anno, quando vorremo capire di più su noi stessi e su questo strano periodo che abbiamo vissuto. Sono i pensieri di persone come noi, alcune non abituate alla scrittura, non tutti coloro che lavorano in una casa editrice scrivono libri, anzi, ma questo fa emergere spontaneità e tensione e ogni paginetta, ogni condivisione è preziosa come un dono.

 

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