Dopo il padre De Lubac, Jean Duchesne ci fa scoprire il cardinale e accademico Jean Daniélou, anch’egli gesuita, tra i grandi teologi del XX secolo. L’originalità del suo lavoro scientifico è consistito nel mostrare che la Chiesa primitiva, nutrita dalla filosofia greca, ha attinto alle tradizioni giudaiche. La sua opera resta largamente pedagogica e molto accessibile, tra “La Chiesa dei primi tempi” e “La preghiera, un problema politico”.
“Celebrità” sul finire della vita – in quanto cardinale e membro dell’Académie Française, il gesuita Jean Daniélou è stato anche e anzitutto un erudito che ha rinnovato l’intelligenza della fede coi suoi lavori sullo sviluppo intellettuale del cristianesimo nascente.
Vita
La famiglia Daniélou non manca di personalità: il padre Charles fu sindaco di Locronan, deputato di Finistère e più volte ministro in governi radicali; la madre Madeleine fu una pia educatrice che fondò scuole nonché la comunità apostolica di San Francesco Saverio; Alain, fratello minore di Jean, sarebbe diventato un indianista e musicologo di fama; una sorella e un altro fratello (che sarebbe morto in missione) si sarebbero uniti al generale De Gaulle durante la Seconda Guerra Mondiale.
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Jean Daniélou, ordinario di lingua francese nel 1927, entrò dai Gesuiti nel 1929 e studiò a Lione, dove il padre De Lubac fu tra i suoi docenti. Insieme con lui lanciò la collana “Sources Chrétiennes”, che rende accessibili i Padri della Chiesa, e difende la sua tesi su san Gregorio di Nissa. Insegnò all’Institut Catholique de Paris mentre ricopriva anche l’ufficio di cappellano degli studenti e scriveva nella rivista della Compagnia Études e su Dieu vivant (un think tank cristiano attivo dal 1945 al 1955). Fondò il circolo San Giovanni Battista, poi con lo scrittore giudeo André Chouraqui la Fraternità di Abramo: due associazioni di dialogo ecumenico (in senso lato).
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Partecipò come esperto al Vaticano II, poi fu nominato cardinale e consacrato vescovo nel 1969. Eletto all’Académie Française nel 1972, in quel medesimo anno denunciò vigorosamente la messa in discussione di aspetti costitutivi della fede che alcuni chierici facevano appoggiandosi al Concilio. Questa presa di posizione indispose la maggior parte dei confratelli gesuiti, i quali non lo difesero che mollemente quando repentinamente morì d’infarto mentre si trovava in casa di una delle donne che assisteva. Aveva appena fatto in tempo a mettere in piedi l’edizione francofona della rivista Communio, animata a livello internazionale dal suo ex condiscepolo a Lione e amico Hans Urs von Balthasar.
Opera
La produzione del padre Daniélou comprende due parti abbastanza distinte: opere erudite e pubblicazioni divulgative. Queste ultime sono tuttavia ben nutrite dalla percezione del mistero cristiano che si era rinnovata nelle prime. L’originalità del suo lavoro scientifico è stata di mostrare che la Chiesa primitiva, prima di assimilare una buona parte della filosofia greca, affondava le sue radici anzitutto nelle tradizioni giudaiche, specialmente in quelle apocalittiche (profetizzanti un mondo nuovo). La Storia delle dottrine cristiane prima di Nicea (il grande concilio del 325) si sviluppa quindi in due volumi: Teologia del giudeo-cristianesimo e Messaggio evangelico e cultura ellenistica.
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L’uno e l’altro sono completati da studî su punti particolari: nell’àmbito giudaico, I manoscritti del Mar Morto, il ruolo delle Scritture nel culto (Bibbia e liturgia), la trasformazione della Croce da marca d’infamia a segno della vittoria di Cristo (I simboli cristiani primitivi); nell’àmbito greco, libri su pensatori come Filone d’Alessandria (giudeo ellenistico di Alessandria, coevo di Gesù) e Origene, nonché Platonismo e teologia mistica (a partire dalla tesi su san Gregorio di Nissa). Quest’insieme è stato completato da un terzo volume sull’Occidente relativo alla Storia delle dottrine: le origini del cristianesimo latino (postumo), dedicato principalmente al grande Agostino d’Ippona.
Tra le opere più catechistiche o pastorali, i titoli sono eloquenti: Battesimo e Confermazione, Gli angeli e la loro missione, Santità e azione temporale, Cristo e noi, Il cristiano e il mondo moderno, La Risurrezione, Scandalosa verità e via dicendo. C’è pure della divulgazione esegetica: In principio: Genesi 1-11, I Vangeli dell’Infanzia… Tutto nutrito dei contenuti dei Padri della Chiesa, poiché essi hanno concettualizzato la fede in modo normativo a fronte delle eresie (opinioni particolari e riduttiviste), che continuamente si rimodellano nell’era della modernità.
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L’ecumenismo e il dibattito col marxismo (il cui peso politico e culturale era enorme, all’epoca) motivano altre pubblicazioni. La crisi del Maggio ’68, che venne ad aggravare quella che dilagò nella Chiesa dopo il Vaticano II, suscitò libri più impegnati, talvolta polemici: Testi e Nuovi testi, Autorità e contestazione nella Chiesa, La cultura tradita dagli intellettuali, Perché la Chiesa?. Divenuto cardinale, il padre Daniélou vi difendeva non meno la libertà e il rigore dell’intelligenza che l’ortodossia della fede e la sua fecondità. Le sue memorie, intitolate “E chi è il mio prossimo?” (un’intervista con l’editrice Françoise Verny) sono state pubblicate dopo la sua scomparsa, mentre i suoi Quaderni spirituali nel 1993.
Da leggere
I libri del padre Daniélou non sono difficilissimi: tutti sono animati da una cura pedagogica e molti sono stati dettati, cosa che tempera con la vivacità orale la compassata erudizione. La Chiesa dei primi tempi, sintesi tascabile per il grande pubblico dei lavori più ponderosi sul cristianesimo primitivo, si trova a prezzi molto abbordabili. Ci sono anche delle opere di apologetica sempre attuali pubblicate di nuovo negli ultimi tempi: Cultura e mistero e La preghiera, problema politico – dedicati a mostrare che la religione non può restare una questione personale e privata.
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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]