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La pandemia descritta nei disegni dei bimbi di tutto il mondo

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Giovanni Marcotullio - pubblicato il 03/06/20
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Nasce in Puglia grazie a un disegno di sua figlia Beatrice il progetto di Antonia Pésare, storica dell’arte, giunto rapidamente a coinvolgere centinaia di bambini da tutti i continenti e ad attrarre importanti patrocinii (tra cui spicca quello del Pontificio Consiglio per la Cultura).

Qualche giorno fa la mia primogenita è voluta andare a messa con la madre (per ora facciamo i turni), e dovendo stare un’oretta in un luogo chiuso con molte altre persone per la prima volta ha messo la mascherina: le abbiamo scattato delle foto («Bene, così si ricorderà di questi giorni particolari!», ha sentenziato mia madre, la cronachista di famiglia) mentre lei si schermiva con gesti che ricordavano una diva in fuga dai paparazzi.

Ho pensato al diciottesimo compleanno di mia figlia, ai video che gli amici le compileranno dopo aver frugato negli album che avranno chiesto a noi di nascosto: magari tra qualche anno (ne mancano già solo quindici…) rideremo insieme di quella foto bizzarra, e i ragazzi di appena un paio d’anni più piccoli si vedranno trattati come i ragazzi del ’19 da quelli del ’99 una novantina d’anni fa. «Eh, che ne volete sapere, voi, di cosa abbiamo visto noi…».

Con gli occhi dei bambini

Già, che cosa vedono i nostri bambini? Come capiscono quella strana epidemia che all’improvviso – anche nella graduale riapertura – li trattiene dal correre insieme dietro a un pallone nei parchi cittadini e nelle piazze dei paesi? A questa domanda ha provato a rispondere Antonia Pésare, storica dell’arte con evidenti inclinazioni pedagogiche divisa tra la Toscana e la Puglia e attiva nella provincia di Taranto, che ha aperto un sito, una pagina Facebook e una Instagram per raccogliere e pubblicare disegni di bambini che da tutto il mondo hanno risposto all’invito a condividere la loro visione della pandemia (si possono ancora spedire i disegni alla mail distantimaviciniconilcuore@gmail.com: la prima fase del progetto è conclusa, ma c’è sempre posto per i disegni dei bambini, che saranno d’ora in poi inseriti a parte). Così Antonia presenta la genesi della sua idea sul sito:

Un giorno Beatrice, la mia bambina di 5 anni, mi ha chiesto: “Mamma, perché non posso ancora andare a scuola? Voglio vedere i miei amici e le mie maestre Rosalia e Gabriella perché mi mancano”. Ed ho pensato: “Che cosa le rispondo adesso”? Avete presente quelle domande che spesso i bambini fanno e mettono in difficoltà? Quelle alle quali non si sa come rispondere per non turbarli? Perché di questo si tratta: non sappiamo quali saranno le conseguenze del dramma che stiamo vivendo e, di certo, segnerà per sempre i nostri bambini oltre che noi stessi.

Le ho risposto, cercando di utilizzare le parole più appropriate, dicendole che il coronavirus è un piccolo invisibile nemico che cerca di fare del male ma lei non deve preoccuparsi perché ci siamo io e papà a proteggerla. Le ho anche detto che non deve avere paura, deve lavarsi le mani spesso e che, presto, tornerà tutto come prima e potrà rivedere i suoi amichetti, andare dai nonni, uscire al parco e andare al mare.

Nel frattempo le ho proposto di disegnare. E allora lei mi ha chiesto di poter fare un disegno da inviare su whatsapp alle sue amichette. Non c’è da sorprendersi, i bambini sanno benissimo che con il cellulare si possono fare tante altre cose oltre che telefonare.

Nessun diritto alienato, nessuno scopo di lucro

A questo punto, poiché la cosa s’ampliava, s’imponeva un chiarimento:

Tutte le opere […] sono esclusivamente di proprietà del relativo artista-bambino. Io scrivo “responsabilità riservata” perché riscrivo parte dei testi e li traduco in inglese. Inoltre lo scrivo soprattutto perché si tratta di una mia iniziativa e il mio progetto è no profit.  Durante questi due mesi ho anche ricevuto proposte di collaborazione che ho rifiutato perché non voglio che vengano apportate modifiche o venga utilizzato il progetto per altri scopi o fosse intaccato il motivo per il quale è nato.

Le nazionalità dei bambini sono le più disparate, nonché estese per i cinque continenti abitati:

Quali Paesi? Questi: Armenia – Australia – Azerbaijan – Brasile – Canada – Cina – Corea – Emirati Arabi – Estonia – Filippine – Finlandia – Francia – Germania – Giappone – Gran Bretagna – India – Indonesia – Iran – Italia – Lituania – Lussemburgo – Mongolia – Nuova Zelanda – Olanda – Pakistan – Romania – Russia – Spagna – Sudafrica – Svizzera – Tailandia – Taiwan – Turchia – U.S.A. (California, Colorado, Florida, Kansas, Maryland, New Jersey, New York, Tennesse, Texas, Washington) – Ucraina e Zambia.

Il progetto ha riscosso successo internazionale ed ha attratto cospicui riconoscimenti istituzionali, in particolare da parte della Regione Puglia, delle Province di Barletta-Andria-Trani e di Grosseto… e del Pontificio Consiglio per la Cultura. 

Proponiamo di seguito una selezione di alcuni disegni, ma invitiamo a visionarli tutti sul sito e sulle pagine social: le nostre venti immagini sono meno di un decimo di quelle caricate.

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