Nel giorno del compleanno di uno dei grandi padri fondatori della tv italiana, vi sveliamo un aspetto inedito della sua fede e devozione per la Vergine Maria.Oggi Mike Bongiorno, all’anagrafe Michael Nicholas Salvatore Bongiorno, avrebbe compiuto 96 anni. Il mitico Mike, uno dei grandi padri fondatori della televisione italiana, ci ha lasciato l’8 settembre del 2009 ed era nato a New York il 26 maggio del 1924. C’è un aspetto dell’amato presentatore a cui si fa cenno pochissimo: la sua grande fede e devozione per la Vergine Maria. Ne ha parlato recentemente in un’intervista apparsa sul settimanale “Maria con te” del 13 ottobre scorso la vedova Daniela Zuccoli, che ha condiviso con il marito questa forte religiosità.
La salma di Mike ritrovata il giorno dell’Immacolata
Entrambi sono nati a Maggio, il mese di Maria, che Daniela ha sempre sentito come protettrice, anche nella vicenda del trafugamento della salma di Mike. Nel gennaio del 2011 le spoglie del presentatore furono sottratte dal cimitero di Dagnente, frazione di Arona, comune di nascita di Daniela, dove era tumulato, per essere ritrovate l’8 dicembre dello stesso anno, giorno dell’Immacolata, davanti alla cappella del Lazzaretto a Vuottone, in provincia di Novara. Rispetto a questa triste e sconcertante vicenda la vedova dichiarò:
Dietro alla restituzione della salma c’è una mano soprannaturale. Non abbiamo mai pagato alcun riscatto. La Madonna mi è stata vicina. La Madonna ha sempre avuto un significato speciale, l’ho sempre sentita vicina. Tanti segnali e coincidenze mi riportano a Lei, alla sua protezione. Mike, che come me è nato in Maggio, il mese della Madonna, le era molto devoto. (Maria con te)
La fede di Mike
Al giornalista Giuseppe Cutrona che recentemente l’ha intervistata così risponde alla domanda su dove il marito attingesse questa grande forza di cui dava prova:
Mike aveva una fede forte. Ha avuto una giovinezza difficile, la separazione dei suoi genitori prima, l’arrivo in Italia poi, la guerra, la cattura da parte degli uomini della Gestapo che lo avrebbero fucilato se non avessero trovato il suo passaporto americano, i sette mesi di isolamento nel carcere di San Vittore. Dietro a tanta spensieratezza c’era tutto questo, ma era un uomo forte che trovava sempre il coraggio di andare avanti. E questo coraggio era figlio di questo suo grande attaccamento alla fede. Era legato a tutto quello che era superiore. Sentiva che c’erano delle forze divine che lo aiutavano costantemente. (Ibidem)
Il legame della coppia con Medjugorje
Daniela è nata il 13 maggio, il giorno della prima apparizione di Fatima, e non ha badato troppo a questa coincidenza di date fino all’attentato a Papa Wojtyla il 13 Maggio del 1981. Successivamente, in occasione del primo incontro che lei e Mike ebbero con Giovanni Paolo II, ebbe modo di fargli cenno di ciò, ricevendo dal Papa per tutta risposta una carezza dolcissima. Oltre a Fatima – dove erano stati in pellegrinaggio restando molto colpiti – Daniela è particolarmente legata al Santuario di Notre Dame de Laghet a Montecarlo e ha stabilito un rapporto speciale con Medjugorje.
(…) Ci sono stata la prima volta nel 1997, insieme ai miei figli Michele e Nicolò. Seguivamo un gruppo di preghiera che era in contatto con alcuni veggenti, in particolare con Jakov, che anni dopo abbiamo anche ricevuto in casa nostra a Milano e Mike fu molto felice di chiacchierare con lui. In seguito poi con la Fondazione Mike Bongiorno abbiamo raccolto dei fondi per sistemare il tetto della chiesa e costruire un asilo. (Maria con te)
“Ragazzi non disperate mai, abbiate coraggio”
Al giornalista che le fa notare che anche la data della morte di Mike, l’otto settembre, giorno in cui la Chiesa ricorda la nascita della Madonna, sembra portare il sigillo di Maria, Daniela confida:
Assolutamente sì. Solo a ricordare quei giorni di settembre del 2009 mi commuovo perché ci sono delle cose che riguardano Mike che ancora mi colpiscono profondamente. Prima di morire (…) Parlava spesso di Dio anche pubblicamente, ma in quei giorni questo contatto col divino penso fosse maggiore. Il 5 settembre mio figlio Leonardo festeggiò il suo compleanno. Mike invadeva poco lo spazio dei figli, ma quella sera per ben tre volte volle raggiungere Leonardo e i suoi amici. E prima del taglio della torta fece un discorso bellissimo, profetico, illuminato. Raccontò loro di essere stato un uomo molto fortunato che dalla vita aveva avuto tutto e di più e che, anche nei momenti difficili, aveva trovato la forza di andare avanti grazie all’aiuto della fede. E concluse dicendo: “Ragazzi non disperate mai, abbiate coraggio”. (Ibidem)
Tre giorni dopo Mike veniva a mancare, senza aver mai sofferto, avendo lavorato fino all’ultimo momento, e forse ripetendo fra sé e sé la sua frase preferita: “Ci vediamo la prossima volta”.
Il dolore non ha avuto l’ultima parola!
Anche Daniela sa che, come Mike e con Mike, dalla vita ha avuto tanto e per questo ringrazia il Signore, e uno dei modi più concreti per dire grazie a Dio è l’impegno della fondazione che porta il nome del marito.
Aiutare gli altri è il modo migliore per dimostrare la gratitudine per tutte le cose grandi che ci sono state donate. Questa idea della fondazione a noi è venuta proprio il giorno del funerale. Eravamo in Duomo, a Milano, chiesa per altro dedicata a Maria Nascente, e c’era una densità nell’aria che sembrava soprannaturale e proprio in quel momento insieme ai miei figli ho pensato che il dolore non avrebbe avuto l’ultima parola, che l’amore di Mike e di tutti quelli che erano lì presenti per omaggiarlo non potevamo disperderlo. E così è stato. Un pezzetto di quel dolore lo abbiamo trasformato e quell’amore tanto grande che abbiamo ricevuto continua a esistere e a circolare attraverso i progetti che portiamo avanti, tutti i giorni. (Maria con te)
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