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Francia. Il marcio dietro la prostituzione: se il cliente lo sa si ferma da solo

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Semprenews - pubblicato il 22/05/20
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A tre anni dall’entrata in vigore della legge, il report della Fondazione Scelles fotografa il fenomeno dal punto di vista del cliente. Se conosce, cambia visione.Di Marco Scarmagnani

 

Ho dei bisogni sessuali.
La prostituzione previene lo stupro.
Non le ferisco, sono gentile con loro.
Alcune lo vogliono, scelgono di farlo.
Perché non facciamo come in Germania? Là è meglio, sono protette, è più sicuro.
Perché noi siamo stati arrestati e le donne che si prostituiscono no? Non siamo gli unici colpevoli.

Sono solo alcune delle teorie e delle giustificazioni che ascoltano gli operatori della Fondazione Scelles, nata nel 1993 in Francia allo scopo di “conoscere, capire e combattere lo sfruttamento sessuale in tutte le sue forme”.
La fondazione è tra i principali attori nel percorso che ha portato all’approvazione della Legge 444 del 2016, con la quale la Francia ha adottato il “modello nordico”, sulla scia della Svezia.
I Francesi si sono chiesti come poter fermare un mercato che muove più di 3 miliardi di euro. Vietando la prostituzione? Per gli ingenti interessi in gioco è ritenuto troppo complesso. Ma – si legge nel report della Fondazione – quando il motore non riceve carburante, smette di funzionare.
Uno slogan semplice e chiaro per sintetizzare che per questo modello – definito neo-abolizionista – è necessario fermare la domanda, in quanto i clienti sono la chiave dello sfruttamento sessuale.



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Le sanzioni per chi compra prestazioni sessuali

E così scattano le sanzioni: chi viene fermato la prima volta deve pagare una multa di 1.500 euro e frequentare un corso di consapevolezza, di cui parleremo oltre. La sanzione cresce fino ad arrivare a 100.000 euro, e 7 anni di reclusione, sulla base di alcune aggravanti tra le quali la minore età della vittima, la disabilità, la recidiva; la legge 444 ha inoltre una valenza “extraterritoriale“, cioè raggiunge anche i cittadini francesi che commettono il reato all’estero.

L’identikit del cliente

Chi sono questi clienti? Dalle analisi del report emerge che la quasi totalità è rappresentata da maschi, principalmente nella fascia di età compresa tra i 40 ed i 59 anni (47,8%), seguiti dalla fascia 20-39 (31,8%). Il 60% di essi è sposato o comunque in coppia. Più del 70% sono professionisti. Sono equamente distribuiti tra quelli che andavano per la prima volta, gli occasionali e i regolari. Circa un quarto era a conoscenza della legge.

Gruppi di “aumento della consapevolezza”

I gruppi di consapevolezza previsti dalla legge possono essere sostitutivi o in aggiunta alla sanzione, a seconda del distretto geografico interessato.
L’obiettivo è duplice: da una parte fornire le conoscenze di base per favorire la discussione, dall’altra dare informazioni basate su ricerche per innescare una riflessione sui danni e sui costi sociali della prostituzione, di cui loro sono complici.
Prevedono una tavola rotonda, una spiegazione del “sistema prostituzione” e le testimonianze di donne vittime di sfruttamento.
Nel 2017 è stata avviata una sessione, nel 2018 sono state 11, nel 2019 ben 39!
Il 100% dei partecipanti riferisce di aver cambiato idea sulla prostituzione, il 90% dice di aver imparato cose nuove, l’89% assicura che non commetterà più il reato.
Dettaglio importante: il costo della sessione – 150 euro a testa – è sostenuto dai partecipanti.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA SEMPRENEWS

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