Accade in provincia di Salerno. Protagonista monsignor Orazio Soricello, vescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni: “La mia è una piccola opera, puntiamo a raccogliere 30mila euro per potenziare il pronto soccorso”
L’arcivescovo della diocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni, Orazio Soricelli, dona il suo “stipendio” agli ospedali di Ravello e Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno.
“Quanta sofferenza abbiamo visto”
In una lettera ai suoi fedeli, spiega i motivi della scelta, legati alla diffusione della pandemia: «Migliaia i contagiati e i morti e molti anche tra medici, infermieri, operatori sanitari, sacerdoti e volontari. Oltre a tanta sofferenza, dei malati, di chi nella solitudine di una sala di rianimazione è passato alla vita eterna senza avere accanto l’affetto dei propri cari, di immagini strazianti dei camion militari che portavano via i cadaveri, non sono mancati tanti gesti di solidarietà e di servizio generoso fino all’eroismo».
La parola di Dio in tempo di “clausura”
Monsignor Soricelli ha evidenziato, scrive Ottopagine.it (15 maggio), «l’encomiabile impegno di tanti confratelli che con fantasia e generosità si sono attivati, attraverso i mezzi di comunicazione, per far giungere la parola di Dio ed il conforto della fede alle famiglie, provate dalla clausura forzata. Grazie a Dio, sul nostro territorio si sono verificati pochi episodi gravi e luttuosi, ma che comunque hanno lasciato un segno di dolore in ognuno di noi. Siamo particolarmente vicini a queste famiglie».
Pronto soccorso e reparti
E’ questo che lo ha spinto a donare lo stipendio di un mese sul conto corrente bancario «destinato a raccogliere i fondi da destinare agli ospedali presenti nell’arcidiocesi, quelli di Cava de’ Tirreni e Castiglione di Ravello», per acquistare alcuni monitor per il pronto soccorso e di ozonizzatori per la sterilizzazione dei reparti.
Obiettivo 30mila euro
Un piccolo gesto, quello del vescovo, poiché «la somma che puntiamo a raccogliere è di circa 30mila euro. E’ un gesto significativo ed impegnativo, espressione di solidarietà, di vicinanza e di gratitudine per lo scampato pericolo! E’ un’opera piccola, se la confrontiamo con il sacrificio della vita di oltre cento sacerdoti. Sicuro della vostra sensibilità e generosità vi auguro ogni bene e con affetto vi benedico».
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