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Cosa c’è nel nuovo Decreto Rilancio per le famiglie?

GIOVANNI CONTE

Giuseppe Conte, Public Administration Minister, during the presentation of would-be cabinet team ahead of elections on March 4 made by the leader of the Italy's populist Five Star Movement, Luigi Di Maio, on march 01, 2018 in Rome, Italy. (Photo by Silvia Lore/NurPhoto)

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 14/05/20
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Una sintesi dei provvedimenti di maggior impatto diretto per persone e famiglie, tra luci e ombre…Il Governo di Giuseppe Conte alla fine ha approvato il “decreto Aprile” a metà maggio, ribattezzandolo “Decreto Rilancio” e mettendo – sulla carta – a disposizione 55 miliardi di euro di stimoli all’economia italiana sotto forma di bonus, sconti fiscali, detrazioni e sospensioni di pagamenti di tributi e simili. Tutto questo in ben 464 pagine divise in 256 articoli in cui si cerca di dare ristoro a tutte le categorie e a tutti i settori, specialmente quelli più colpiti dalla crisi, tranne che per le famiglie a cui non viene corrisposto granché, specie a quelle numerose o con persone con disabilità a carico. Ma andiamo con ordine.

Sostegno al reddito

Vengono confermati i bonus da 800 euro per le partite Iva e i collaboratori. Per i lavoratori autonomi la cifra fino a 1.000 euro per chi dimostra di avere avuto perdite di fatturato fino al 33%.
Confermato, con uno stanziamento di un miliardo, anche al cosiddetto “reddito di emergenza” per chi non ha altri sostegni e ha un reddito basso con Isee fino a 15 mila euro: il bonus dovrebbe essere per due mesi e va dai 400 euro per i singoli agli 800 per nucleo familiare.

Ecobonus per l’edilizia

Uno sgravio fiscale molto ampio: fino al 110% delle spese sostenute dal primo luglio 2020 fino al 31 dicembre del 2021, per la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica e antisismici sugli immobili. Il recupero avverrà in 5 quote annuali di importo uguale da portare in detrazione al momento di compilare la dichiarazione dei redditi. Ci sarà però la possibilità di cedere l’intero credito alla ditta che ha eseguito i lavori (che potrebbe comportare anche nessun esborso, a patto di migliorare sensibilmente la categoria energetica della propria abitazione).
Le regole hanno presentano sostanziali differenze rispetto all’ecobonus attualmente in vigore e che resterà comunque in vigore fino a fine anno per gli interventi sulle singole unità immobiliari e fino alla fine del 2021 per gli interventi in condominio. Cambia invece la misura dell’agevolazione (attualmente a seconda delle opere si va dal 50% al 75%, i lavori più diffusi sono al 65%) ma, soprattutto si accorciano i tempi per i rimborsi del Fisco: cinque anni anziché 10. In pratica chi spendesse 50 mila euro invece di 3.250 euro all’anno per 10 anni ne riceverà indietro 11 mila all’anno per cinque anni.

Bonus Bici e mobilità

Per incentivare forme di mobilità privata sostenibile alternative al trasporto pubblico, è previsto un buono per i residenti maggiorenni nei Comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti per l’acquisto di bici (comprese quelle a pedalata assistita), segway, hoverboard, monopattini e monowheel, e una forma di rimborso per chi non avesse potuto usufruire degli abbonamenti ai servizi di trasporto nei mesi del lockdown, sia sotto forma di voucher che di estensione della durata dall’abbonamento stesso.

In vacanza: bonus a chi le passa in Italia

Nel decreto è previsto un incentivo sotto forma di «bonus vacanze» destinato alle famiglie che decidono di soggiornare in una struttura ricettiva purché sia in Italia (un provvedimento a sostegno del turismo che si somma a quelli sul lato delle imprese del settore). Il decreto infatti «riconosce, a favore dei nuclei familiari con un reddito Isee non superiore a 40 mila euro, un credito, relativo al periodo d’imposta 2020, per i pagamenti legati alla fruizione dei servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico ricettive dagli agriturismi e dai bed & breakfast». Previsto un bonus massimo di 500 euro per ogni nucleo familiare (che scende a 300 euro per i nuclei familiari composti da due persone e a 150 euro per quelli composti da una sola persona) a prescindere (vedi sotto) dal numero di componenti.

Alle famiglie? Briciole…

Un contributo fino a 1.200 euro per la babysitter, raddoppiato rispetto ai 600 euro stanziati dal Cura Italia. Il bonus baby sitter sarà spendibile anche per centri estivi e servizi per l’infanzia. Previsto anche un fondo da 150 milioni di euro per i Comuni – anche in collaborazione con istituti privati – per potenziare i centri estivi diurni , i servizi socioeducativi territoriali e i centri con funzione educativa e ricreativa, durante il periodo estivo, per i bambini di età compresa tra 3 e 14 anni. Confermato il congedo parentale pagato al 50% per chi ha figli fino a 12 anni per un periodo continuativo o frazionato non superiore ai 30 giorni. Si potrà richiedere fino al 31 luglio 2020 con i periodi coperti da contribuzione figurativa. Fino a fine emergenza possibile anche chiedere lo smart work per i dipendenti di aziende private con figli fino a 14 anni. Tuttavia questo è considerato non soddisfacente dalle famiglie, che per bocca del presidente del Forum Famiglie Gigi De Palo ha contestato quanto detto dal presidente Conte: “Fino a oggi siamo stati molto collaborativi e comprensivi con l’esecutivo – spiega De Palo –, ma dobbiamo registrare che nessuna delle nostre proposte, tutte peraltro ampiamente sostenibili, concrete e di buon senso, è stata accolta: non c’è nessun assegno straordinario per figlio, il congedo parentale è ancora fermo al 50%, il contributo per gli autonomi continua a non tenere in considerazione i carichi familiari e la presenza di figli a carico, come peraltro neppure il reddito di emergenza. Nessuna risposta adeguata per le politiche di conciliazione lavoro-famiglia, né per i bisogni scolastici dei nostri figli o per le scuole paritarie. Rimane, preoccupante, la discriminazione fiscale delle famiglie. Di 80 miliardi di euro stanziati in deficit che peseranno sulle spalle dei nostri figli e nipoti, tra questo e il decreto precedente, ai nuclei familiari resta poco o nulla”.

 

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A questo quadro in toni di grigio si aggiunge che – sul versante scuola – poco o nulla è previsto per quelle paritarie che pure accolgono i figli di 800mila famiglie, non sfugge il fatto che la larga maggioranza delle paritarie sono di matrice cattolica. In particolare – sottolinea Avvenire – “mancano interventi specifici a sostegno della scuola paritaria, in particolare quella che copre il segmento elementari-superiori.  Il decreto attualmente nel suo testo prevede un intervento soltanto per il segmento 0-6 anni, cioè gli asili nido e la scuola dell’infanzia: 80 milioni complessivi, di cui 65 a copertura del mancato pagamento delle rette e 15 per un fondo specifico. Per il resto della scuola paritaria vi sarà la possibilità di accedere ai fondo stanziati per sostenere in sicurezza la prossima maturità (interventi di sanificazione degli ambienti e acquisto dei dispositivi di sicurezza) . Nessun segnale invece per le famiglie che in questi mesi di chiusura delle scuole hanno comunque sostenuto la spesa delle rette”.

Preoccupazione anche dal Presidente delle Acli Roberto Rossini che lamenta una scarsa considerazione del Terzo Settore che pure ha contribuito ad alleviare le sofferenze degli italiani in questi mesi di crisi così come avverte circa i rischi dell’impianto del Decreto: “Sul piano del rilancio, le risorse messe in campo per lo sgravio dell’Irap e per l’ecobonus, finalizzato alle ristrutturazioni insieme allo snellimento delle procedure burocratiche per accedere ai bonus, sono sicuramente importanti e rappresentano un aiuto immediato per i lavoratori e le imprese, ma crediamo che per far ripartire l’Italia sia necessario tracciare le linee per un piano di investimenti, dopo aver individuato quali ambiti oggi ci possano avviare verso un nuovo sviluppo, che abbia come leve la green economy e la formazione professionale. Se non è un’idea di futuro a guidarci, si rischia di perdersi in una serie di misure che possono aiutare ma rischiano anche di aumentare la burocrazia”.

 

 

 

 

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