Il programma televisivo più visto in Argentina è una superproduzione religiosa dietro la quale c’è un polemico gruppo neopentecostaleAgli inizi di maggio, la catena televisiva argentina Telefe ha mandato in onda la teleserie Jesús, Gesù. Originaria del Brasile, è stata doppiata in spagnolo per la trasmissione in Argentina e ha riscosso grande successo. Va sottolineato che il nome dell’emittente, nonostante quello che sembra (fe in spagnolo significa “fede”), non ha alcun significato religioso, ma risponde all’acronimo Televisión Federal, attualmente appartenente alla multinazionale mediatica Viacom CBS.
Come indica il titolo della teleserie, l’argomento è la vita di Gesù trattata da un punto di vista cristiano, il che la rende attraente per un pubblico molto numeroso. Secondo i suoi promotori, “il Gesù ritratto nella serie è quello della Bibbia, senza invenzioni o teorie su quello che non si è detto di Lui”. Vi compaiono tuttavia una serie di personaggi e situazioni fittizie, com’è logico in una produzione tanto lunga.
Una casa di produzione molto “biblica”
La serie, di cui è protagonista Dudu Azevedo e che vede anche un ampio elenco di attori e attrici brasiliani, ha 193 episodi di 45 minuti ciascuno. Scritta da Paula Richard e diretta da Edgard Miranda, è stata trasmessa nella lingua originale, il portoghese, tra il luglio 2018 e l’aprile 2019, dal lunedì al venerdì.
Oltre ad essere arrivata a milioni di spettatori in Brasile e in Argentina, è stata trasmessa anche in altri Paesi: Bolivia (da Unitel), Cile (Chilevisión), Colombia (Canal RCN), Ecuador (Ecuavisa), Stati Uniti e Porto Rico (Univisión), Honduras (Canal 5), Panama (Telemetro) e Repubblica Dominicana (Telemicro). È arrivata perfino in Africa, venendo trasmessa in Kenya (KTN) dal febbraio scorso.
La serie è stata prodotta da Record TV, il secondo gruppo mediatico del Brasile dopo Globo. Non si tratta di una scommessa innovativa da parte di questa catena, visto che fa parte di un ambizioso progetto di contenuti audiovisivi di base biblica, con un consistente investimento economico e un chiaro successo di pubblico.
L’altra serie di Record TV che ha avuto più impatto in questo senso è stata I Dieci Comandamenti (2015), che ha avuto anche una versione cinematografica nel 2016. Ci sono state anche altre produzioni con risultati irregolari, come Sansone e Dalila (2011), Re Davide (2012), Giuseppe d’Egitto (2013), La terra promessa (2016), Il ricco e Lazzaro (2017), Apocalisse (2017) e Jezabel (2019).
Dietro… la Chiesa Universale del Regno di Dio
Com’è ben noto, Record TV è di proprietà del miliardario brasiliano Edir Macedo, fondatore e leader della Chiesa Universale del Regno di Dio (IURD), una polemica setta neopentecostale nota altrove per il suo motto Pare de sufrir (Smetti di soffrire), o con nomi che si adattano alla situazione di ogni Paese (in Spagna, ad esempio, Centro de Ayuda Cristiano).
Una delle tante Chiese pentecostali come quelle che nascono e crescono in America Latina e nel mondo intero? Così sembrerebbe, ma la realtà è un’altra. Come ha spiegato Miguel Pastorino, membro della Rete Latinoamericana di Studio delle Sette (RIES), su Aleteia, “siamo di fronte a un’amalgama dottrinale lontana dai nuclei fondamentali del cristianesimo, e la sua finalità principale è il lucro”.
In fondo, “si tratta di una setta che manipola i suoi adepti a scopi economici, con una facciata cristiana”. La sua dottrina è caratterizzata dalla cosiddetta “teologia della prosperità”.
Non ci vuole molto per scoprire che chi appare come responsabile della supervisione della sceneggiatura della telenovela, Cristiane Cardoso, è figlia di Edir Macedo. Suo marito, Renato Cardoso, è vescovo della IURD, come spetta al genero del leader. Altri nomi della produzione, quelli dei consulenti e del vicepresidente artistico coincidono con quelli di alcuni pastori della setta.
Il Gesù della Chiesa Universale non è quello delle Scritture
Che problema c’è nel fatto che ci sia la IURD dietro questa serie? La figura biblica di Gesù viene presentata correttamente. Non è un aspetto positivo perché lo avvicina a tutti i telespettatori?
Un vescovo cattolico brasiliano ha risposto a queste domande nel 2018, quando è stata presentata la versione originale della produzione. Monsignor Henrique Soares da Costa, vescovo della diocesi di Palmares, a Recife, ha scritto sul suo profilo Facebook parole molto chiare sulla teleserie.
Per il presule, “questo Gesù è il Gesù della Chiesa Universale non è il Gesù delle Scritture; è il Vangelo secondo Edir Macedo e i suoi interessi spuri”. Si è anche riferito con parole dure all’immagine della Vergine Maria: “Quanto alla Santissima Madre di Dio, odiata dai nemici di Cristo e da Satana, la Maria della Record non ha nulla a che vedere con lei”.
Il presule si è anche rivolto ai credenti in questi termini: “Un cattolico che la guarda commette un peccato grave, perché denigra ciò che è di Dio, ciò che è sacro”. “Vedreste un film che denigra vostra madre e mente sulla vostra famiglia?”
“Sono colpito dagli stratagemmi del Diavolo: ha già usato le telenovele per mostrare qualsiasi tipo di perversità, e ora usa il santissimo Nome del Signore e le cose e persone a Lui collegate per distruggere, mentire, ingannare e sviare! Il tutto sotto un manto di santità”, ha aggiunto.