Ha quasi undici anni, li compirà in agosto; una sorella più grande, una mamma e un papà che lo amano e vive con la sua famiglia a Castiglione delle Stiviere, cittadina che ha dato i natali a San Luigi Gonzaga. Con i suoi video spera di arrivare fino al Santo Padre.
Chi non ha un’amica così su Whatsapp?
Come capita a tanti di noi l’elenco delle chat attive su WhatsApp è sempre pieno di notifiche: dai gruppi classe, dai figli (quando non ti bloccano per rappresaglia), dalle amiche di vecchia data a quelle appena trovate. Io ne una che quando mi scrive so che ha di sicuro qualche storia interessante da segnalarmi o una sua iniziativa audace se non addirittura temeraria nella quale coinvolgermi. E’ un’amica così, che non ha paura di dire “non ce la faccio più” se è sfinita e di ripartire in quarta, scrivendo a chiunque secondo lei potrebbe aiutarla in uno dei suoi tanti progetti creativi. Sua l’idea delle tabelline adesive con le quali tappezzare corridoi nelle scuole o una zona del parco giochi o un negozio per bambini. Suo anche un bellissimo progetto di lavoro sul corpo e il suo linguaggio proposto a quel gruppo di adolescenti di cui grazie a Dio e al mitico DonGa fanno parte anche le mie figlie più grandine. Si chiama Alessandra, ha quattro figli ed è tra le prime nella mia zona che ho visto girare sicura e sportiva con un bel furgone adattato al trasporto famiglia numerosa.
E’ lei che ha suggerito ai sacerdoti di Desenzano di fare un atto pubblico di Consacrazione del paese al Cuore Immacolato di Maria; sempre lei che mi ha presentato la moglie del grande scrittore cattolico Vittorio Messori, squisita persona ed eccellente scrittrice a sua volta, Rosanna Brichetti.
E’ lei che, non appena conosce qualcuno (le basta sapere il nome e intuire il suo bisogno), gli regala una, dieci medaglie miracolose. Che chiede ai costruttori di metterne una nelle fondamenta della scuola in costruzione. Lei che fa girare per le case affidandola volta per volta ad una famiglia diversa la cappellina della Misericordia. Se ne inventa di tutti i colori, il mio elenco è di sicuro lacunoso e nemmeno troppo rappresentativo.
Conosci Alessandro? Ha 10 anni, è cieco e legge il Vangelo in Braille…
Tra le ultime cose che mi ha “girato” c’è una storia semplice e bella, con una richiesta, ovviamente! Il messaggio diceva all’incirca:
Ecco, Paola, questo è Alessandro, non vedente; fa catechismo con la Tiziana (noi bresciani mettiamo sempre l’articolo davanti al nome, Ndr); ti mando il video in cui legge il Vangelo in Braille. Lo fa tutti i sabati, via social. Raggiungendo già tante persone, ma il suo sogno è farlo arrivare a Papa Francesco!
(Ha qualche problema di valutazione, la mia amica! Ma è fatta così. “Tu scrivi su un portale cattolico, magari al Santo Padre sai come arrivarci, con qualche passaggio in meno di me!”)
“La Tiziana” è una giovane donna, moglie, mamma, che ricordo con affetto per un pellegrinaggio fatto insieme nove anni fa su un pullman di simpatici disperati alla volta di Medjugorje. Le scrivo, mi dice che avrebbe chiesto al papà e in breve mi assicura che sì, hanno piacere se ne parliamo anche noi su Aleteia del loro Alessandro.
Alessandro e la sua normale famiglia speciale
Il papà si chiama Stefano e la mamma, che sentirò qualche giorno dopo al telefono, Elisa. Oltre ad Ale che ha 10 anni, hanno un’altra figlia più grande, Alessia di 17. E’ lei, mi dice la mamma che al telefono è un fiume in piena di entusiasmo, spontaneità e forza materna, la vera responsabile della vivacità di Alessandro: lo stimola tantissimo, fin da quando è piccolo (a sentirla parlare e ridere al telefono credo che qualche responsabilità sia anche sua! e del padre, ovvio). Alessandro è un bravissimo bambino, vispo, dotato anzi di una certa esuberanza.
Me lo mette un like, Eccellenza?
Quando i suoi video sono arrivati a Mons. Marco Busca, vescovo di Mantova -risiedono infatti a Castiglione d/S, patria di S.Luigi Gonzaga, mi racconta Elisa – l’alto prelato ha chiamato a casa della famigliola, che rimane stupita e commossa da tanta attenzione e paternità. Ma Alessandro non si fa troppo distrarre dalle emozioni e chiede senza timore:
Me lo mette un bel like, Eccellenza?
L’inizio della storia. Alessandro è “solo” non vedente ed è una grazia
Il tema menomazione visiva non è la chiave di lettura con cui mamma Elisa guarda e racconta il suo bambino. Eppure dietro a questa disabilità c’è un dramma legato alla gravidanza e alla nascita grandemente prematura del suo secondogenito. Probabilmente un virus contratto nelle prime settimane di gestazione e passato inosservato inizia a causare perdite che però ad ogni controllo vengono liquidate come cose da nulla, pronte a rientrare da sole o con un aiuto minimo. Ma intorno alla 23ma settimana Elisa, che è tornata a lavorare (è un’agente di viaggi) ha un’emorragia importante. Non riuscendo ad abbandonare immediatamente il posto di lavoro chiama la sorella perché la sostituisca a va da sola in ospedale. Insomma la minaccia di parto è incombente; messa a riposo totale resiste più che può ma ad un certo punto il piccolo, troppo piccolo!, Ale deve nascere. Ha 24 settimane più cinque giorni. Sarà soccorso tempestivamente e curato con ogni attenzione e secondo le più avanzate conoscenze di neonatologia e patologia neonatale.
I bimbi così prematuri rischiano però tutto, compresa la morte, e i genitori lo sanno, perché vengono preparati a tutte queste spietate possibilità. La cecità, per distacco della retina, è una delle non tanto rare eventualità dovuta alla prolungata ossigenazione che deve sostenere i polmoni immaturi di questi piccoli lottatori.
Alessandro resiste; gli organi colpiti sono quasi tutti, esclusi i reni. E si sa che i reni sono, tra gli organi vitali, i più critici. Se cedono loro difficilmente si riesce a recuperare. Ad un certo punto il problema è intestinale. Il piccolino non riesce a scaricarsi ma, dopo una preghiera alla Madonna della Ghisiola, Elisa incrocerà una dottoressa mentre corre esultando per il corridoio gridando di gioia “Alessandro ha fatto la cacca!”. Era amato e sostenuto da tutti, questi bimbi attirano un amore particolare. Lo sa chi ha esperienza di nascite premature.
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I miracoli sono cose serie, precise, mica sciocchezze sentimentali. Se il problema è la cacca la Madonna, come tutte le mamme, non si impressiona di sicuro. Elisa racconta questo fatto con pudore e allegria, ma per lei è stato un segno. Anche a sostegno di una fede che era diventata quasi solo rabbia.
La mamma di Elisa, invece, 110 e lode in fervore e devozione mariana, non molla, prega, insiste e ogni tanto lascia perdere per non esasperare la figlia tanto provata, ma chiede. E Alessandro vive e, oltre alla grave menomazione della vista, non accusa nessun altro disturbo.
E’ un bambino bello, agile, intelligente, pure un po’ vanitoso o meglio ama essere al centro dell’attenzione. (E forse meglio di noi adulti sa che di fatto siamo sempre sotto lo sguardo d’amore del Padre).
Elisa dice che la vita prosegue, che le cose importanti ci sono tutte. Persino viaggiare è una passione che hanno continuato a coltivare. A chi le diceva, non appena la situazione di Ale è stata resa nota, “ma come farai a fare i viaggi che ami tanto con un bambino cieco?” lei rispondeva “mi prendo su i miei bambini, tutti e due, e vado. Andiamo tutti insieme. E le cose che vedo gliele racconterò io”. Un po’ di fatica in più ma giusto per il tempo di capire come organizzarsi. Non sembra una che si lascia facilmente impressionare dalle difficoltà, Elisa. Anche adesso che non può lavorare (come tanti, bloccati dalle misure di contenimento del virus) mi dice che è contenta: chi avrebbe aiutato i miei figli, Alessandro soprattutto, con tutta questa didattica a distanza? (Che a noi genitori sembra fin troppo vicina e invadente!)
Il suo lavoro, oltre che esserle necessario, le piace e parecchio, ma stare vicino ai figli in questo momento è decisivo. Cose semplici e vere.
Idee da quarantena: leggere il Vangelo per i compagni di catechismo!
L’idea di leggere il Vangelo del giorno e di caricare i video su Facebook quando è nata, invece? A metà marzo circa, mi racconta il papà Stefano. E’ stato un modo per far fare qualcosa di diverso ad Alessandro e per tenerlo in contatto coi suoi compagni di catechismo. E siccome da poco ha ricevuto un display/tastiera apposito per la scrittura/lettura Breille ecco che l’abitudine di leggere i brani evangelici del giorno si consolida insieme a quella di concludere ogni lettura con una barzelletta. Tipo questa:
Un signore incontra un vecchio amico, o almeno così a lui sembra.
-Ciao Mario, come stai? Ma come sei cambiato: prima eri magro ora sei grasso, eri calvo e adesso sei riccio, eri alto e sei basso.
-Ma io mi chiamo Giovanni!
-E hai cambiato anche il nome!
O questo indovinello:
sapete chi è il postino più bravo d’America? Frank O’boll. Ah ah, vi è piaciuta?
Tra le tante cose che mi ha raccontato Elisa c’è un piccolo aggiornamento rispetto alla richiesta che mi aveva notificato l’amica: ad Alessandro non interessa solo far arrivare i video al Papa, vorrebbe proprio arrivarci lui, di persona al Santo Padre!
Immagino che non demorderà. Nel frattempo caro Ale, continua a leggere il Vangelo e a regalarci barzellette e mi raccomando tieni in repertorio qualche pezzo forte per Papa Francesco!