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Da 2500 a 480 fedeli, bigliettino e posto assegnato. Il modello “Cortina” per le messe nella Fase 2

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 12/05/20
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A Cortina d’Ampezzo, nota località turistica delle Dolomiti, si sta sperimentando un protocollo il vista del ritorno alle funzioni religiosi a porte aperte, dal 18 maggio

In una domenica d’estate la chiesa parrocchiale di Cortina d’Ampezzo accoglie sino a 2.500 persone che partecipano alle otto celebrazioni previste (oltre 300 per ogni funzione).

Ora, con le prescrizioni in atto per l’intera Fase2 che durerà sino al 31 luglio, i fedeli non potranno essere più di 480 (circa 60 per ciascuna messa). Sono questi i conti fatti dal parroco, don Ivano Brambilla.

Quello che accadrà a Cortina è paradigmatico di quanto avverrà anche altrove, almeno nei paesi turistici. Ma intanto c’è da preparare ogni dettaglio perché lunedì 18 tutto vada bene. «In realtà non sappiamo bene cosa aspettarci dice don Ivano perché è la prima volta: vedremo se prevarrà la voglia di ritornare a messa o la paura del contagio», dice Don Ivano a Il Gazzettino, (11 maggio).

Il gruppo dei volontari

In queste prime ore, la parrocchia di Cortina formerà un unico gruppo di venti-venticinque volontari che nelle due chiese – la parrocchiale e il santuario della Madonna della Difesa e nei rispettivi spazi esterni – garantiscano un accesso rispettoso delle regole.

Il portone principale

A coordinare il loro lavoro, un solo responsabile, con lo scopo che il lavoro sia il più efficiente ed efficace possibile. «In entrambi gli edifici di culto continua don Ivano l’ingresso sarà consenti solo dal portone principale, l’uscita dalle due porti laterali»

Le famiglie in chiesa

Le 60 persone che potranno accedere alla chiese, nel rispetto delle regole per il distanziamento sociale, avranno dei biglietti: su ognuno di essi c’è scritto il numero del banco a cui dovranno accomodarsi.

E se per esempio alla messa parteciperà una famiglia di quattro persone ed occuperà il banco 1, i banchi 2, 3 e 4 rimarranno liberi.

Messe all’aperto? Meglio di no

Pur contemplata nel Protocollo Cei-Governo, don Ivano esclude l’ipotesi di celebrare all’esterno per due motivi: «Anche se noi abbiamo già un impianto di amplificazione, contiguo alla chiesa parrocchiale c’è il parcheggio; poi, soprattutto d’estate, il tempo è molto instabile».



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