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La “fabbrica” delle ostie sull’isola di Rodi. A produrle sono i francescani

La produzione delle ostie "Made in Rodi"

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 08/05/20
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I frati della Custodi di Terra Santa si sono cimentati, durante la “quarantena”, in questo nuovo “lavoro”. Ostie ma non solo: anche cibo per i poveri, giardino e pollaio, tra le attività del convento

Produzione di ostie e un pollaio per avere uova fresche tutti i giorni: così la comunità dei frati della Custodia di Terra Santa che vivono e operano sull’isola greca di Rodi si sono organizzati per sostenere i poveri e dare da mangiare ai rifugiati che approdano sull’isola greca nel loro viaggio verso l’Europa. Rodi è da secoli un ponte tra mondi e culture (Agensir, 6 maggio).

Il viaggio di San Francesco

Anche l’ordine francescano è legato sin dall’inizio delle sue origini all’isola. Nel 1219, infatti, San Francesco partendo da Ancona nel suo viaggio verso la Terra Santa, toccò le isole dell’Egeo, essendo Rodi porto obbligatorio.

In questa piccola parte della Custodia di Terra Santa, cuore pulsante della vita pastorale sull’isola, i frati sono impegnati nell’assistenza verso coloro che scappando da guerre e persecuzioni approdano a Rodi nel loro viaggio verso l’Europa (www.custodia.org).

SAN FRANCESCO, ASSISI

Bernardo Strozzi
San Francesco d'Assisi.

La macchina per le ostie

«A causa della pandemia di coronavirus – racconta sempre sul sito della Custodia padre John Luke Gregory, vicario generale dell’arcidiocesi di Rodi – c’è meno possibilità di ricevere i beni con le navi-cargo, e allora insieme a padre George, studente di teologia, che è qui per studiare inglese e greco, abbiamo scoperto la macchina per fabbricare le ostie, che era stata usata da un certo fra’ Ambrogio, degli Stati Uniti, fino ai primi anni ‘90».

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www.custodia.org

Padre John Luke Gregory.

Pollaio e giardino

«Abbiamo prodotto per la prima volta le ostie per il Giovedì Santo – prosegue padre John – Per noi ha un significato molto importante perché in questo periodo dove è tutto chiuso per la pandemia, i poveri e i rifugiati rimangono con noi e così abbiamo pensato a come continuare a dare cibo e sostegno questa gente. Non solo produciamo ostie ma seguendo l’invito del Custode, padre Francesco Patton, a intraprendere una strada più indipendente, abbiamo incrementato la coltivazione in giardino e stiamo costruendo un pollaio nel monastero di san Francesco, per avere uova fresche e darle ai rifugiati e poveri». Attualmente sull’isola i casi di coronavirus sono tre.


CHILD, REFUGEE, GREECE
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