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Funerali in chiesa: non c’è l’obbligo di termometro e termoscanner per i fedeli

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 04/05/20
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Restano le altre regole per assistere alla messa delle esequie, tra cui la distribuzione della Comunione

La “Fase 2″ dell’emergenza sanitaria da coronavirus, inizia con la possibilità di ritornare in chiesa con i funerali “soft”. Si celebra la messa, si ridà la Comunione ai presenti (massimo 15 tra i più stretti famigliari del defunto), con delle regole precise da rispettare.

C’è però una novità: nessun obbligo di misurazione della temperatura corporea prima di entrare in chiesa. Non ci saranno controlli a chi partecipa al funerale con termometro o termoscanner, come annunciato qualche giorno fa dalla Conferenza Episcopale Italiana.

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Piero Cruciatti | AFP

L’incontro tra CEI, Governo e Comitato Scientifico

La novità deriva da un incontro che c’è stato sabato 2 maggio. Nella riunione con monsignor Stefano Russo, segretario generale della CEI, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Comitato tecnico-scientifico che affianca il Governo nella task force anti Covid-19, il segretario della CEI «ha evidenziato l’oggettiva difficoltà per le parrocchie di incaricare un addetto che utilizzi gli strumenti (termo-scanner e termometri digitali) per la rilevazione della temperatura corporea dei partecipanti al rito delle esequie», si legge in una nota dei Vescovi Italiani.

La raccomandazione ai vescovi

«Il dialogo – prosegue la nota –  ha consentito il superamento di questo problema e il comitato tecnico-scientifico ha accolto la richiesta dei Vescovi di rivedere l’indicazione che il Governo aveva dato nei giorni scorsi«.

Al contempo, c’è una sola raccomandazione per i vescovi italiani: «Sollecitare i parroci a sensibilizzare i fedeli a mettere la massima responsabilità per non esporre se stessi e altri a eventuali contagi. Ne è scaturita l’esplicita richiesta di rimanere a casa a quanti presentano una temperatura corporea oltre i 37,5° centigradi, di non accedere alla chiesa e di non partecipare alle celebrazioni dei funerali in presenza di sintomi di influenza o quando vi sia stato contatto con persone positive al Coronavirus nei giorni precedenti».

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Dalla Comunione alla sanificazione della chiesa

Restano in vigore, per la celebrazione dei funerali, gli altri punti del protocollo sottoscritto da Viminale (a nome del Governo) e CEI.

Avvenire (4 maggio) li ricorda:

Vista la possibilità di celebrare le esequie anche con la Messa, nel momento della distribuzione della Comunione, si devono poi evitare spostamenti. Così è il celebrante a recarsi ai posti, con i fedeli – al massimo quindici – che sono disposti nel rispetto della distanza sanitaria. Il sacerdote è tenuto ad indossare la mascherina, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca, e deve mantenere a sua volta un’adeguata distanza di sicurezza. Prima della distribuzione dell’Eucaristia il celebrante deve inoltre curare l’igiene delle mani e deve offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli, senza venire a contatto fisico con esse.

Per quanto concerne la sanificazione, la chiesa deve essere igienizzata regolarmente, mediante pulizia delle superfici e degli arredi con idonei detergenti ad azione antisettica. Al termine di ogni celebrazione si deve poi favorire il ricambio dell’aria. Nel caso poi siano presenti spazi idonei, contigui alla chiesa, deve essere presa in considerazione la possibilità di celebrare le esequie all’aperto, con il rispetto delle distanze di sicurezza e delle altre indicazioni già dette. Inoltre è sempre da valutare l’ipotesi di celebrare le esequie nelle aree cimiteriali dove vi sia la possibilità di mantenere un adeguato distanziamento fisico.


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