Per santificare degnamente questa domenica del tempo pasquale, Aleteia (con la collaborazione della rivista Magnificat) vi propone questa celebrazione domestica della Parola di Dio.
Indicazioni per l’uso:
- Se si è soli, è preferibile leggere semplicemente le letture e le orazioni della messa della domenica nel messalino e/o seguire la messa in televisione.
- Questa celebrazione richiede la presenza di almeno due persone.
- La si può fare dal sabato sera (celebrazione vigiliare) alla domenica sera, ma la domenica mattina resta comunque il momento più appropriato.
- La celebrazione è particolarmente adatta a un quadro famigliare, amicale e di vicinato. Tuttavia, nel rispetto delle misure di isolamento, non si inviteranno amici né vicini ove questo sia proibito (e quand’anche lo si faccia, si presterà la massima attenzione al rispetto delle misure di prevenzione).
- Si collocano sedie per il numero necessario davanti a un angolo di preghiera, rispettando la distanza di un metro l’una dall’altra.
- Una semplice croce, o un crocifisso, deve sempre campeggiare sulla parete.
- Si accendono una o più candele, da porre su supporto non combustibile (candelieri, piattini in porcellana) e si sta bene attenti a spegnerle alla fine della celebrazione.
- Se si possiede un giardino, se ne raccolgono fiori, la cui presenza è particolarmente indicata per esprimere la gioia pasquale: tutto quel che per il Venerdì Santo era stato tolto può ragionevolmente essere ripristinato.
- Si designa la persona che condurrà la preghiera (in ordine di priorità: un diacono, un laico istituito in un ministero laicale [lettore o accolito], il padre o la madre di famiglia).
- Colui che conduce è anche colui che stabilisce la durata dei momenti di silenzio.
- Si designano dei lettori per le letture.
- Si prepara in anticipo la Preghiera dei Fedeli (a seguire c’è un modello) e si designa la persona che la leggerà.
- Si possono preparare dei canti appropriati.
Quarta domenica di Pasqua
Celebrazione della Parola
«Sono venuto perché le mie pecore abbiano la Vita
e l’abbiano in abbondanza»
Tutti siedono. Colui che guida la celebrazione prende la parola:
Fratelli e sorelle,
la domenica, primo giorno della settimana, è per noi cristiani il giorno del Signore, il giorno istituito per celebrare la sua Risurrezione. Particolarmente in questa quarta domenica di Pasqua, dunque, tutti vorremmo tanto rispondere alla chiamata del Buon Pastore, poter uscire da casa nostra e recarci nella nostra cara chiesa parrocchiale, per ritrovarvi un’assemblea di fratelli e di sorelle – un’assemblea in seno alla quale ci sia finalmente permesso di vedere le sacre specie della divina eucaristia e di essere nutriti dalla sua presenza reale.
Purtroppo, ancora in questa Domenica siamo impediti a raccoglierci fisicamente attorno al nostro Pastore… Fratelli e sorelle, le circostanze avverse non fiacchino la nostra fiducia! Il Buon Pastore ha vinto questo mondo di cui Satana è il principe. Sgominando tutti i lacci del Nemico del genere umano, il nostro Buon Pastore è venuto a ricercare una per una le sue pecore disperse, al fine di dare a ciascuna la propria Vita – quella vita a profusione che supera tutte le prove e trionfa anche sulle macerie della morte.
E poiché dunque in questa domenica ci riuniamo per pregare nel Suo nome, il Buon Pastore, Cristo Gesù, viene a noi e sta in mezzo a noi. Certo, non vedremo la frazione del pane e le nostre bocche non riceveranno il pane dalla sua mano. Tuttavia, poiché leggeremo come Chiesa la sua Parola il Verbo di Dio stesso sarà presente tra noi e – non ne dubitiamo – ci parlerà. Allora riconosceremo la sua voce: egli ci illustrerà perché bisognava che egli affrontasse la passione, e noi insieme con lui, per entrare nella sua gloria, e noi insieme con lui.
Dunque, fratelli e sorelle, se non potranno aprirsi le nostre bocche lo facciano le nostre orecchie, e che il nostro cuore sia tutto ardente in noi. Il nostro desiderio di comunicarci ci dia la grazia di essere, in tutta la nostra vita, il corpo di Cristo che mai cessa di operare nel mondo, perché le sue pecore abbiano la Vita e l’abbiano in abbondanza.
Dopo un adeguato momento di silenzio, tutti si alzano e si segnano dicendo:
℣.: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. ℟. Amen.
Colui che guida prosegue:
Per prepararci ad accogliere la Parola di Dio e perché essa possa guarirci, riconosciamoci peccatori.
Si recita quindi l’atto penitenziale, con queste o simili parole:
℣.: Pietà di noi, Signore:
℟. contro di te abbiamo peccato.
℣.: Mostraci, Signore, la tua misericordia,
℟. e donaci la tua salvezza.
℣.: Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
℟. Amen.
Si dice o si canta allora:
℣.: Kyrie, eleison,
℟. Kyrie, eleison.
℣.: Christe, eleison,
℟. Christe, eleison.
℣.: Kyrie, eleison,
℟. Kyrie, eleison.
Si dice o si canta il Gloria:
Glória in excélsis Deo
et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.
Laudámus te,
benedícimus te,
adorámus te,
glorificámus te,
grátias ágimus tibi propter magnam glóriam tuam,
Dómine Deus, Rex cæléstis,
Deus Pater omnípotens.
Dómine Fili Unigénite, Jesu Christe,
Dómine Deus, Agnus Dei, Fílius Patris,
qui tollis peccáta mundi, miserére nobis;
qui tollis peccáta mundi, súscipe deprecatiónem nostram.
Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis.
Quóniam tu solus Sanctus, tu solus Dóminus,
tu solus Altíssimus,
Jesu Christe, cum Sancto Spíritu: in glória Dei Patris.
- Amen.
- Gloria a Dio nell’alto dei cieli
e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo,
ti benediciamo,
ti adoriamo,
ti glorifichiamo,
ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa,
Signore Dio, Re del cielo, - Dio Padre onnipotente.
Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo,
Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre;
tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.
Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore,
tu solo l’Altissimo:
Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. - Amen.
- Colui che guida recita allora l’orazione colletta:
- Dio onnipotente e misericordioso, guidaci al possesso della gioia eterna, perché l’umile gregge dei tuoi fedeli giunga con sicurezza accanto a te, dove lo ha preceduto Cristo, suo pastore. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
L’incaricato della prima lettura (e del salmo, ove manchi un salmista che lo intoni) resta in piedi, mentre il secondo resta seduto.
PRIMA LETTURA
At 2,14a.36-41
Dio lo ha costituito Signore e Cristo
Dagli Atti degli Apostoli
[ Nel giorno di Pentecoste, ] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Sappia con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».
All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».
E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro».
Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.
Parola di Dio
Rendiamo grazie a Dio
Il salmista (se c’è chi intoni e che dunque sia distinto dal primo lettore) si alza, gli altri restano seduti.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 22
℣.: Alleluia, alleluia, alleluia ℟.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia. ℟.
Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza. ℟.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca. ℟.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. ℟.
L’incaricato della seconda lettura (e dell’acclamazione al Vangelo, ove manchi un cantore che la intoni) resta in piedi, mentre tutti gli altri siedono.
SECONDA LETTURA
1Pt 2,20b-25
Siete tornati al pastore delle vostre anime
Dalla prima lettera di san Pietro, apostolo
Carissimi, se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché
anche Cristo patì per voi,
lasciandovi un esempio,
perché ne seguiate le orme:
egli non commise peccato
e non si trovò inganno sulla sua bocca;
insultato, non rispondeva con insulti,
maltrattato, non minacciava vendetta,
ma si affidava a colui che giudica con giustizia.
Egli portò i nostri peccati nel suo corpo
sul legno della croce, perché,
non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia;
dalle sue piaghe siete stati guariti.
Eravate erranti come pecore,
ma ora siete stati ricondotti al pastore
e custode delle vostre anime.
℣.: Parola di Dio
℟.: Rendiamo grazie a Dio
CANTO AL VANGELO (Gv 10,1-10)
Io sono la porta delle pecore
Tutti si alzano in piedi per l’acclamazione alla lezione evangelica, che dev’essere trionfale
Alleluia! Alleluia! Alleluia!
Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me [cf. Gv 10,14].
Alleluia! Alleluia! Alleluia!
La pericope evangelica non viene “proclamata” (in senso forte), bensì letta con sobrietà. La forma breve sarà da preferirsi nel caso in cui la presenza di bambini molto piccoli renda difficoltosa la tenuta dell’attenzione. L’apposito lettore introduce con semplicità:
Evangelo di Nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni
E prosegue:
In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Alla fine della lezione evangelica, si acclama nuovamente al Risorto:
Alleluia! Alleluia! Alleluia!
Tutti si siedono e colui che guida ripete lentamente, scandendo all’attenzione dei presenti l’antifona:
«Della bontà del Signore è piena la terra;
la sua parola ha creato i cieli. Alleluia».
Si osservano cinque minuti di silenzio per una meditazione personale e silenziosa.
Poi tutti si alzano e professano la fede della Chiesa recitando il simbolo apostolico:
Io credo in Dio, Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra.
E in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso,
morì e fu sepolto; discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna.
Amen.
Tutti restano in piedi e si svolge la Preghiera Universale, secondo lo schema approntato [in alternativa si possono utilizzare le parole che proponiamo di seguito]:
In questo giorno di festa, in cui Gesù risorto dà tenerezza, consolazione, grazia e gioia a tutto il mondo, rivolgiamogli la nostra preghiera:
℣.: Figlio di Dio, ascoltaci. ℟.
Cristo, nostro fratello e nostro Dio,
- diffondi il tuo spirito su quanti sono stati immersi nell’acqua viva della vita nuova; ℟.
- fa’ conoscere il tuo perdono a quelli che non conoscono questa gioia; ℟.
- nutri la speranza e la tenerezza nelle nostre famiglie confinate; ℟.
- rendi la gioia a tutte le persone che l’isolamento porta ad esaurimento e disperazione; ℟.
- sostieni il coraggio e l’abnegazione di tutti quelli che lavorano a curare i malati e a cercare rimedî per i mali che li affliggono; ℟.
- vieni in aiuto alle persone ospedalizzate e alle loro famiglie; ℟.
- apri ai nostri defunti le porte della felicità eterna. ℟.
I presenti possono aggiungere spontaneamente, uno alla volta, le proprie intenzioni personali. Alla fine di ciascuna si risponde come sopra. Poi colui che guida introduce alla preghiera del Signore:
Obbedienti alla Parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:
Padre Nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome.
Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,
come in cielo, così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
[aggiungendo immediatamente (ossia senza l’embolismo della celebrazione eucaristica)]
Perché tuo è il regno,
tua la potenza e la gloria
nei secoli.
Colui che guida invita allora gli altri alla condivisione di un gesto di riconciliazione e di pace:
Abbiamo appena unito le nostre voci a quella del Signore Gesù per rivolgerci al Padre. Siamo figli nel Figlio.
Nella carità che ci unisce gli uni agli altri, rinnovati dalla parola di Dio, possiamo scambiarci un gesto di pace, segno della comunione che riceviamo dal Signore.
A questo punto tutti si scambiano (a distanza!) un gesto di pace: un inchino profondo o anche (se si sta soli in famiglia) un bacio.
Ci si siede
COMUNIONE SPIRITUALE
Colui che guida dice:
Poiché non possiamo ricevere la comunione sacramentale, dal momento che non è stata celebrate l’eucaristia, seguiamo l’invito di Papa Francesco a praticare la comunione spirituale, chiamata anche “comunione di desiderio”.
Il Concilio Tridentino ci ricorda che essa «consiste in un ardente desiderio di nutrirsi del Pane celeste, con una fede viva che agisce mediante la carità e che ci rende partecipi dei frutti e delle grazie del Sacramento».
Il valore della nostra comunione spirituale dipende quindi dalla nostra fede in Gesù nostro salvatore e redentore e sul nostro desiderio di unirci a lui per mai da lui essere separati.
In questo spirito, vi invito adesso a inchinare il capo, a chiudere gli occhi e a raccogliervi.
Silenzio
Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito che si abissa nel suo nulla e nella Tua santa presenza. Ti adoro nel Sacramento del Tuo amore, desidero riceverti nella povera dimora che ti offre il mio cuore. In attesa della felicità della comunione sacramentale, voglio possederti in spirito. Vieni a me, o mio Gesù, che io venga da Te. Possa il Tuo amore infiammare tutto il mio essere, per la vita e per la morte. Credo in Te, spero in Te, Ti amo. Così sia.
Si serba il silenzio per altri cinque minuti.
Quindi si intona un Alleluia per rendere grazie:
Alleluia, alleluia, alleluia!
Ci si mette in piedi e colui che guida recita, a nome di tutti, la formula di benedizione:
BENEDIZIONE FINALE
Dio, che nella risurrezione del Cristo
ha operato la nostra salvezza
e ci ha fatto suoi figli,
ci dia la gioia della sua benedizione.
℟.: Amen.
Il Redentore,
che ci ha dato il dono della vera libertà,
ci renda partecipi dell’eredità eterna.
℟.: Amen.
E noi, che per mezzo del Battesimo
siamo risorti in Cristo,
possiamo crescere in santità di vita
per incontrarlo un giorno nella patria del cielo.
℟.: Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
[Tutti si segnano] Padre e Figlio e Spirito Santo,
discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
℟.: Amen.
Tutti si segnano. Poi i genitori possono tracciare il segno della croce sulle fronti dei figli.
Si può chiudere la celebrazione intonando il Regina Cœli o un altro canto mariano noto e gioioso:
Regina Cœli lætare – Alleluia!
Quia quem meruisti portare – Alleluia!
resurrexit sicut dixit. – Alleluia!
Ora pro nobis Deum – Alleluia!
Per continuare la santificazione della festa, sarà cosa buona rinnovare la venerabile tradizione dei vespri domenicali celebrando, verso la fine del pomeriggio, la Liturgia delle Ore che si troverà a questo link.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]