Don Luigi d’Errico fa ogni giorno una grande opera di solidarietà a Tor Marancia, in questo periodo segnato dal coronavirus
Tutte le mattine Don Luigi d’Errico si alza di buon ora e porta da mangiare alle famiglie povere di Tor Marancia, periferie meridionale di Roma. Loro lo aspettano davanti alla palazzina occupata dove vivono. Sono in tutto 300 persone. Molte di loro scendono in modo ordinato, carrelli alla mano, e li caricano vicino al furgoncino di Don Luigi, stracolmo di viveri.
Spesa e coraggio
In quella palazzina le condizioni igieniche sono molto precarie e i bagni sono in comune. Molti di quelle persone, da quando è iniziata la quarantena, non lavorano. E così il supporto di Don Luigi è decisivo.
Non solo la spesa, ma anche parole di coraggio per combattere la paura di non uscire più da questo triste momento segnato dalla pandemia.
“Attenti alla rabbia”
«La rabbia, le frustrazione – evidenzia il parroco – diventano cattive consigliere. Chi deve dare da mangiare a dei figlioli e non ha possibilità, e vive in una stanza all’interno di uno spazio ristretto, rischia di scoppiare, di non farcela più» (Tv 2000, 23 aprile).
Per loro, la parrocchia diventa l’unico punto di riferimento. Certo, ci sono anche le misure assistenziali previste dallo stato, ma parliamo di briciole sopratutto se destinati a nuclei familiari di almeno tre-quattro persone.
“Il cibo che serve”
La missione di Don Luigi, parroco ai Santi Martiri d’Uganda, sta trovando molta solidarietà anche tra gli ingrossi romani.
Lo scorso 3 aprile gli sono arrivati 300 kg di frutta e di verdura, donati dal Centro agroalimentare di Roma (Car), con la collaborazione delle Acli di Roma, che sostengono la parrocchia attraverso il progetto di recupero delle eccedenze alimentare “Il cibo che serve”.
I generi alimentari, raccolti grazie alle donazioni degli operatori del Car, sono stati utilizzati dalla parrocchia per aiutare le famiglie povere della zona alle quali viene settimanalmente offerto un pacco alimentare, ma anche per sostenere gli ospiti delle case famiglia “Rifugio per Agar”, dedicata a donne e bambini vittime di maltrattamenti, e di “Casa Betlemme”, per le famiglie, e per dare una mano alle persone che vivono nell’occupazione di viale del Caravaggio (Roma Sette, 3 aprile).
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