Ci sono momenti di tensione, conflitti, egoismi. Nessuna retorica, quindi, ma la fatica proba di reimparare ad amare davvero: ecco a cosa ci è servita soprattutto la quarantena.di Andrea e Paola Irde
Era sulla bocca di tutti che la vita prima della pandemia, giorno dopo giorno, ci stava togliendo l’essenziale, il valore delle vere relazioni, l’amore autentico, l’aria stessa, visto che non avevamo tempo neanche per respirare.
Oggi tutti a casa, o quasi, a pensare e ripensare a tutto quello che stavamo perdendo e buttando al vento. La famiglia torna ad essere ciò per cui il buon Dio l’ha creata, e riacquista la sua vera vocazione.
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Ma essere tutti a casa per una famiglia, soprattutto numerosa come la nostra, mette a nudo la vera capacità che ogni componente ha di relazionarsi con gli altri, e spesso ne vengono fuori delle belle!!!
Non molto tempo fa il bravissimo Gabbani a Sanremo cantava così: “Ma se dovessimo spiegare, in pochissime parole, il complesso meccanismo che governa l’armonia del nostro amore, basterebbe solamente dire, senza starci troppo a ragionare, che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male”.
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Queste parole mi sembrano un buonissimo percorso per affrontare questo tempo rinchiusi in casa, dando un senso profondo ad ogni nostra azione.
“Domattina voglio il PC alle 9.00”, “Io ho video lezione alle 11.00”, “Chi ha finito la Nutella?”, “Perché non c’è acqua calda in doccia?”, “Babbo e mamma stanno sclerando, sparite tutti!”, e così facendo anche questo tempo non ci avrà insegnato niente. Abbiamo bisogno di risanarle queste nostre relazioni, con piccoli gesti.
Chi aiuta i piccoli a fare i compiti, chi apparecchia e prepara il pranzo, una partita a Taboo prima di andare a letto, ma sì anche i maggiorenni. La preghiera in famiglia, in particolare dei piccoli, i prediletti di Gesù. La S.Messa in tv, magari trasmessa in streaming dal canale della nostra Parrocchia. Un bel lenzuolo bianco su cui disegnare l’arcobaleno e scrivere “Andrà tutto bene”.
Pare proprio così, amare sembra essere tutt’altro che normale, per farlo “bisogna essere Santi” si usa dire. E allora noi ci impegniamo a essere rivoluzionari di questo amore piatto ed egoista e cogliamo questo momento di sofferenza per imparare ad amare meglio tutte le cose.
E’ il momento favorevole per mettere in evidenza con i nostri figli la fortuna, o da cristiani sarebbe giusto dire la grazia di avere un lavoro, la grande responsabilità di non sprecare niente, il valore della libertà nostra e degli altri, ora che per un po’ di tempo ci è stata tolta.
Allarghiamo l’orizzonte familiare e guardiamo a chi per amore sta dando tutto se stesso, talvolta fino alla morte, per imparare davvero cosa vuol dire “Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male”.
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO SUL BLOG SPOSI E SPOSE DI CRISTO