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«Mia figlia ha fatto 100 comunioni quando era ancora nella mia pancia», dice la madre di una bimba “vissuta 30 ore”

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Reine Barbari Salameh - pubblicato il 20/04/20
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Reine Barbari Salameh ha portato la sua croce con Maria e si è prostrata ai piedi del Crocifisso. Non è stata una coincidenza: il giorno che abbiamo incontrato Reine Barbari Salameh, la madre di Veronica, per farci raccontare il suo percorso di fede con Gesù, era proprio il giorno in cui sua figlia nasceva al cielo. Soltanto 30 ore alla luce di questo mondo hanno preceduto la vita eterna di sua figlia con Gesù, per più di 100 comunioni che hanno portato tra gli angeli il suo spirito. Reine porta la croce con Maria, si prostra ai piedi del Crocifisso e ha condiviso con la Madre addolorata  il dolore per la perdita del figlio, ma quando ha fissato gli occhi del Crocifisso ha sentito la sua consolazione: «La sua vita è stata una traversata rapida, ma non avere paura: Veronica è benedetta con me nel mio regno». Queste parole hanno reso la pace alla sua anima.

Così è cominciata la mia storia con Veronica

Fin dalla più tenera età, andavo in chiesa con mia nonna e mi sono impegnata presso il Signore. Ho anche posto al mio futuro marito, per il matrimonio, la condizione che si impegnasse analogamente a me. Dopo aver incontrato Elie abbiamo cominciato a partecipare alla Divina Liturgia insieme e a pregare insieme al telefono di notte. Dopo il nostro matrimonio, siamo rimasti impegnati verso il Signore partecipando sempre alla Messa, alle preghiere, alle letture e alle novene. La mia storia con Veronica è cominciata quando ho fatto voto a santa Veronica per due coppie che non riuscivano a concepire, e i voti sono stati adempiuti.



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Ho posto la mia vita tra le mani di Gesù e non mai avuto l’abitudine di chiedergli ma piuttosto di dirgli: «Fate con la mia vita quel che volete, perché conoscete bene cosa sia bene per me». Quando dunque ho visitato il monastero di Santa Veronica per ringraziarla di aver ascoltato la mia preghiera, le ho promesso che la mia prima figlia avrebbe portato il suo nome.

Questa figlia me l’ha data Dio: l’aborto non è un’opzione

Dopo essermi sottoposta ai test di routine, pareva che mia figlia non soffrisse di alcun problema, ma regnava un sentimento strano. Quando sono andata in visita per l’ecografia morfologica mio marito era in viaggio e dunque non era presente: un silenzio terrificante da parte del medico. «C’è qualche problema?». Scosse la testa e mi disse che la mia bambina tanto attesa soffriva di problemi cardiaci e di sviluppo. Che sensazione orribile! Non riuscivo a smettere di piangere. Di conseguenza, ho compreso che la gravidanza non sarebbe andata avanti perché il medico ci spiegava che la malformazione avrebbe interessato il cuore e in particolare le arterie.


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Quando mio marito ha saputo dei risultati del test è tornato immediatamente in Libano: mi ha stretta fra le braccia, ha pianto con me e mi ha detto “Perché noi due?”. Ho risposto: «Non chiedere perché: sicuramente il Signore ha un messaggio per noi».

Il giorno dopo mi sono sottoposta a un nuovo test medico e il medico ci ha detto:

Dovete scegliere se abortire la bambina, visto che soffrirà gravi malformazioni, oppure se lasciarla nascere sapendo che vivrà pochissimo. Gli interventi a cui sarà sottoposta potranno darle qualche mese di vita, ma la sua morte è inevitabile.

Gli ho risposto: «Il Signore mi ha dato questa figlia, che è una benedizione da parte sua: l’aborto è fuori discussione». Il medico ha ripreso: «È la prima volta che in una simile situazione una coppia prende questa decisione». Ha lodato la solidità della nostra fede e poi ci ha chiesto quale fosse il nostro segreto. Con grande fiducia gli ho risposto che Gesù è la nostra forza: «Io credo – replicò allora lui – che anche Dio faccia il suo lavoro, non solo la medicina».



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Mio marito, la mia famiglia e i miei amici – in particolare Rose-Marie – mi hanno molto sostenuta, in più l’hanno fatto anche alcuni monaci de “La casa di Maron e i servitori del Cedro del Libano” e diversi gruppi di preghiera; migliaia di preghiere mi hanno accompagnata fino al giorno del parto.

Come ha fatto Maria, seguo Gesù sulla via del Calvario

Quando pregavo al Signore Gesù, gli dicevo: «Questa figlioletta cresce nelle mie viscere ed è un vostro dono; il mio solo desiderio è che Veronica nasca e che la si possa battezzare». Il dolore era la mia compagnia diuturna ma a un certo punto non riuscivo più a sopportarla. Allora dissi a Gesù: «Essere una santa come Giobbe non è lo scopo della mia vita, ma per favore datemi la forza di resistere fino al parto».



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Un giorno mi sono svegliata a causa di un dolore insopportabile. Allora ho chiesto alla mia amica che mi accompagnava spiritualmente: «Porto questa croce con gioia, ma qual è la causa del dolore fisico insopportabile?». Mi ha risposto:

Immagina il dolore della Vergine mentre segue Gesù sulla via della croce: soffriva e condivideva le pene del figlio, ma sapeva che sarebbe giunta alla risurrezione, e anche tu sai qual è la destinazione a cui siete dirette.

100 comunioni sono state il nutrimento prenatale di Veronica

Una volta ho detto a Gesù: «Vi ho offerto la mia vita, e insieme con mia figlia saremo comunque vostre, ma allora perché questa bimba non me la lasciate?».



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Ho ricevuto la sua risposta con la chiamata di un amico che voleva raccontarmi un suo sogno ricco di segni spirituali:

Ho sognato di essere andato in ospedale dove alcuni bambini, tra cui tua figlia, erano nell’incubatrice. Quando mi sono avvicinato, però, sono rimasto stupito nel vedere che era morta. Poi è apparso Gesù e gli ho detto: «Noi stiamo pregando perché la bambina nasca in buona salute», ma Gesù mi ha risposto: «Reine è mia figlia e io la amo moltissimo, ma le chiedo di non opporsi e io farò tutto ciò che vorrà. Alla fine sarà fatta la mia volontà».

Io piangevo pregando: «Sia fatta la tua volontà! Sono pronta ad accettare che questa bambina glorifichi il tuo nome!». Ho promesso a mia figlia che le avrei offerto le migliori condizioni di vita fin da quando si era formata nelle mie viscere, soprattutto dopo aver saputo che era affetta da malformazioni cardiache. E allora che cosa potevo offrirle di meglio del corpo e del sangue di Gesù? Quindi ho deciso di partecipare quotidianamente alla messa e di ricevere l’Eucaristia per donarle Gesù. Ho partecipato a 100 messe, il che significa che Veronica ha partecipato con me a 100 comunioni, e notavo che aveva l’abitudine di stiracchiarsi nel mio utero quando sentiva il canto di comunione.

Ha passato 30 ore alla luce di questo mondo e poi è partita

Gesù ha risposto alle mie suppliche e io ho dato alla luce Veronica: l’abbiamo battezzata e ha ricevuto il sacramento della Confermazione, poi Dio ha compiuto la sua volontà.

Quando Veronica è nata, l’ossigeno non arrivava al suo cuore: nella pancia lei respirava attraverso un’arteria collegata a me, fuori non sarebbe riuscita a farlo da sola. La cosa strana è stata che alla nascita Veronica non ebbe bisogno di ossigeno. Il medico mi ha detto che stava respirando da sola e che c’erano discrete possibilità che ce la facesse a sopravvivere. Pensavo che alla fine il miracolo fosse avvenuto.



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Durante la gravidanza, mettevo dell’olio santo e le protezioni di san Charbel sul mio ventre, e domandavo il suo intervento e la sua presenza durante il parto.

Ripetevo sempre a Gesù queste parole:

Scegliete per Veronica il modo migliore in cui possa glorificare il vostro Santo Nome, perché non vi domanderei di guarirla o di lasciarmela! Sono felice di offrirvi un pezzetto di me e allora fate la vostra volontà!

Sfortunatamente, il medico tornò presto a dirci che Veronica non sarebbe vissuta se non per poche ore, ma il primo giorno non potei vederla essendo anch’io a rischio emorragia. Il giorno dopo, l’ho visitata – ma il suo colorito stava già risentendo dell’ipossia. Le ho unto la bocca, il petto e le mani con l’olio santo e le ho fatto ascoltare alcuni inni che sentiva durante la gravidanza, poi ho pregato ad alta voce.

Qual giorno sono tornata nella mia stanza e poi la mia famiglia è venuta a dirmi in lacrime: «Adesso Veronica è con Gesù». Le infermiere le hanno fatto il bagno e l’hanno rivestita con un vestitino recante l’effigie di santa Veronica.

In quel momento ho sentito che Dio mi stringeva tra le braccia

Ho toccato permanentemente con mano la presenza di Gesù al mio fianco: mi parla costantemente attraverso la Bibbia e mi manda messaggi diretti.

Una volta partecipavo alla Messa nella chiesa di Santa Rita, dove stavo pregando: «Non vi chiedo di farmi sentire la vostra presenza per assicurarmi che non ci lascerete, me e mia figlia». In quel momento ho sentito la voce ignota di una donna che mi scuoteva: «Dio vi benedica e benedica vostra figlia!». All’inizio non ho osato volgere il capo e ho cercato di mantenere il sangue freddo, ma mi sono sciolta in lacrime.



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Dopo la messa, ho guardato dietro di me per sapere chi fosse stato a parlare; era una signora sulla cinquantina che mi chiedeva perché fossi triste malgrado la mia gravidanza, e allora ho risposto: «Forse mia figlia morirà». E lei: «Ti fidi di Gesù? Chi si fida non ha ragione di avere paura». In quel momento, ho sentito che Dio mi stringeva tra le braccia e che quello era un messaggio diretto proprio a me. Gesù mi accompagna e si prende cura di ogni dettaglio, quindi non c’era alcuna ragione di avere paura.

Gesù mi ha inondata di benedizioni e mi ha dato la sua fiducia. Parecchie persone hanno recuperato la loro fede e mi hanno chiesto di pregare per loro.

Spero che Veronica sia felice con Gesù

Dopo la nascita al cielo di mia figlia, il nostro desiderio di avere una conversazione quotidiana con Gesù è cresciuto. Sono sempre stata turbata dalla dichiarazione di certe persone, secondo cui Dio non tenta quelli che ama; il signore non tenta ma anzi, al contrario, ci permette di attraversare delle prove per trarne buone lezioni.

La grande testimonianza è parlare di Gesù, e credo che Veronica parlerà di Gesù, sebbene dal Cielo, perché il suo viaggio non finisce qui ma anzi con il suo accesso alla vita eterna è solo cominciato.

Quanto è dolorosa la sua assenza! Non sta festeggiando la Pasqua con noi ma la vedo correre con Gesù e posso sentire la sua gioia. Di fatto ho un duplice sentimento: sono triste perché mi manca, e allo stesso tempo felice perché si occupa di noi da lassù.

Mio marito e io partecipiamo quotidianamente alla Divina Liturgia, preghiamo la Coroncina dell’Evangelizzazione e della Misericordia, meditiamo sulla Bibbia, parliamo a Gesù ad alta voce e invochiamo l’intercessione di nostra figlia con la giaculatoria “Veronica, prega per noi”, perché siamo sicuri che stia fra gli angeli insieme con Gesù, e domandiamo la sua intercessione perché si prenda cura della nostra famiglia e accompagni l’arrivo di altri bambini.

Chiedo a Gesù di abbracciarci mentre sua Madre ci copre del suo manto

Ringrazio Gesù perché mi fa sentire la sua presenza permanente nella sua vita e prego per gli altri perché tutti possano sentirla per vivere in sicurezza e apprezzare come Dio governa il mondo.

Sono figlia di Re! Lo ringrazio sempre di essermi accanto e di benedire ogni tappa della mia vita; gli domando anche di di abbracciarci perché la nostra Vergine Madre ci copre del suo manto.

Da quando si è formata nelle mie viscere, mia figlia ha trasformato molti cuori perché il Signore effonde la sua grazia su quelli che si sottomettono alla sua volontà: sono stata consolata nel mio dolore, ho proseguito la mia gravidanza e sono fiera di essere ancora madre. Mia figlia, che mi ha preceduta in Cielo, mi dà numerose benedizioni che rinforzano la mia fiducia in Gesù.

Mi mancano tanto la sua pelle, il suo sguardo e il suo profumo. Chiedo a Gesù che la lasci venire a visitarmi in sogno perché io possa baciarla e chiederle di prendersi cura della nostra famiglia fino a quando ci ritroveremo tutti insieme lassù.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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