Nel santuario mariano, ad ogni Mistero glorioso è stata associata una particolare richiesta di meditazione e preghiera dal vescovo monsignor Caputo
Nel Rosario dal Santuario della Madonna di Pompei l’invocazione alla Madonna per le vittime e i malati di Covid-19. Ma anche la richiesta di donare saggezza a medici e governanti perché sappiano mettersi al servizio
Il 15 aprile, guidati dagli scritti del beato Bartolo Longo e del servo di Dio Francesco Saverio Toppi, cappuccino e vescovo, la recita del Rosario è diventata quella «catena dolce» che ci «riannoda a Dio, vincolo di amore che ci unisce agli angeli» e «torre di salvezza negli assalti dell’inferno» e «porto sicuro nel comune naufragio», come ha ricordato l’arcivescovo prelato e delegato pontificio di Pompei Tommaso Caputo introducendo la recita del Rosario trasmesso da Tv2000 e InBluradio, riportando le parole inserite nella Supplica alla Vergine.
I brani di Longo e Toppi associati ai Misteri
Ad essere meditati, riporta Avvenire (16 aprile), sono stati i Misteri gloriosi: dalle Risurrezione di Gesù all’Incoronazione di Maria a Regina del cielo e della terra, passando per l’Ascensione di Gesù, il dono dello Spirito Santo sugli Apostoli e Maria, e l’Assunzione della Vergine in cielo.
A ognuno di questi Misteri, commentati da brani tratti dagli scritti di Longo e Toppi, l’arcivescovo ha legato una particolare intenzione di preghiera.
Primo mistero: le vittime del coronavirus
Si è iniziato nel primo Mistero (la Risurrezione di Gesù) pregando per le vittime del coronavirus, ricordando in particolare il personale medico, i sacerdoti e gli anziani affinché «Maria introduca questi nostri fratelli alla contemplazione del volto di Dio».
Secondo mistero: la fragilità degli ammalati
Nel secondo Mistero (l’Ascensione di Gesù) il pensiero si è rivolto «agli ammalati e a quanti sono impegnati nella loro cura. A Maria – ha aggiunto l’arcivescovo – chiediamo di aiutare gli operatori sanitari ad accostarsi ai pazienti, nella consapevolezza di avere di fronte persone che vivono una fragilità fisica e spirituale».
Terzo mistero: la via della Salvezza
Perché «i vescovi, i sacerdoti, i diacono, i religiosi e le religiose siano sempre pronti, come il Buon Samaritano, a versare l’olio della consolazione e il vino della speranza», si è pregato nel terzo Mistero (Il dono dello Spirito Santo). «Lo Spirito Santo – ha aggiunto Caputo – soffi ancora bella Chiesa per aiutare il mondo a ritrovare, attraverso la via della salute, la strada della salvezza».
Quarto mistero: la missione dei governanti
La preghiera, prosegue Avvenire, si è poi estesa per coloro che «ci governano: abbiano sempre volontà e impegno di mettersi a servizio degli altri con perseveranza e gratuità». Lo si è fatto nel quarto Mistero (l’Assunzione di Maria in cielo), rivolgendosi a «Maria, sede della Sapienza», ha sottolineato l’arcivescovo di Pompei, che ha voluto ricordare nel quinto Mistero (Maria Regina del cielo e della terra) «la Chiesa intera, soprattutto il nostro papa Francesco. Continui a donargli parole che aprono il cuore alla speranza».
La Supplica alla Madonna
Il Rosario nel Santuario di Pompei non poteva concludersi se non con la Supplica alla beata Maria Vergine del Santo Rosario:
Non ci staccheremo da te finché non ci avrai benedetti. Benedici,
o Maria, in questo momento il Sommo Pontefice. Agli antichi
splendori della tua Corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei
chiamata Regina delle Vittorie, aggiungi ancor questo, o Madre:
concedi il trionfo alla Religione e la pace alla umana Società.
Benedici i nostri Vescovi, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro
che zelano l’onore del tuo Santuario. Benedici infine tutti
gli associati al tuo Tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono
la devozione al Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci riannodi a
Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza
negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi
non ti lasceremo mai più.
Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio della
vita che si spegne.
E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o
Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio
dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta,
oggi e sempre, in terra e in cielo.
Amen.
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