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Erano arrivati a «condividere appena il frigorifero» e si sono ritrovati

Aude e Thierry

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Mathilde De Robien - pubblicato il 15/04/20
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Cinque anni fa Thierry e Aude attraversavano un momento difficile per la loro vita di coppia: incomprensione, risentimenti e frustrazioni si accumulavano giorno dopo giorno. Finché decisero di andare a vivere un ritiro per coppie, e lì si sono lasciati guidare per comprendere le reciproche attese dell’uno e dell’altra.

Thierry e Aude, di 58 e 56 anni, festeggiano nel 2020 i loro 30 anni di matrimonio. Genitori di quattro figli, passano moltissimo tempo a lavorare a un’impresa che hanno fondato insieme cinque anni fa. Un investimento che finì per pesare su Aude:

Vivevo molto male lo sconfinamento del tempo del lavoro sugli altri tempi, e avevo l’impressione che la cosa non avrebbe mai avuto fine – il sovraccarico di lavoro su mio marito che andava a detrimento dei progetti famigliari e della coltivazione delle amicizie.

La comunicazione si fa essenziale e arida, insorgono disaccordi e parole sgraziate. Thierry se ne ricorda così:

Arrivammo a non parlarci più. Eravamo arrivati a non condividere altro che il frigorifero. Ero spaesato. Non riuscivo a guardare più mia moglie, mi rifugiavo nei miei pensieri.

Quanto ad Aude, un senso di grande ingiustizia la invadeva. «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò» (Mt 11,28). La donna credette però che questa parola del Vangelo avrebbe portato i suoi frutti:

Affidando questo peso nella preghiera, poco a poco sentivo più fattibile l’opzione di lasciarci seguire da un accompagnatore.

Ecco come è arrivata a proporre al marito di seguire il percorso Tobie et Sara, guidato da padre Michel Martin-Prével. Thierry racconta:

Aude mi ha proposto di fare un ritiro. Non ero contrario, ma nel fondo di me non pensavo che un ritiro fosse una risposta all’altezza del problema che vivevamo.

Eppure i due accettarono, durante i cinque giorni di ritiro, di esporsi insieme, di lasciarsi guidare da un accompagnatore, di fare il punto della questione della loro vita di coppia.

Abbiamo aperto il nostro cuore. Ci siamo concessi il lusso di esprimere le attese, i bisogni individuali, poi le frustrazioni e le ferite, lasciandoci incoraggiare in questa ricerca di verità dal nostro accompagnatore (nonché potentemente sostenuti dalla preghiera e dalla gioia vivente di tutta la Comunità delle Beatitudini).

Conversione dei cuori

Le catechesi, il silenzio, la natura, la bellezza della Sologne in primavera, il canto di lode, gli uffici della Liturgia in cappella… tutto questo li ha fatti camminare fino a desiderare la conversione del cuore.

Le condizioni favorevoli trovate nel corso di questo ritiro pensato per rinnovare il vincolo nella comunicazione fra noi, per far posto alla “terza persona” che è la coppia e aiutarla a crescere continuamente, continuano a sostenerci ancora a distanza di due anni. Ricerchiamo tutto questo, desideriamo rivivere e attualizzare questi tempi di deserto per ritrovarci meglio e ridare vitamine alla nostra vita di coppia.

Così Aude oggi. E tale volontà si concreta ogni giorno nella preghiera coniugale che entrambi hanno deciso di vivere:

La preghiera coniugale si è imposta e radicata, ed era una cosa così tanto nuova che pensavamo sarebbe stata il proposito più difficile da tenere.

Thierry rincara la dose:

Ci parliamo, abbiamo bei progetti. Ci volgiamo agli altri in una maniera molto più armoniosa.

Al di là delle incomprensioni

L’immenso beneficio del ritiro sarebbe consistito nel far cadere il muro di incomprensione che s’era frapposto tra i due e nel fornire loro delle chiavi perché quei benefici non decadessero presto e anzi durassero invece nel tempo. Aude sottolinea:

Ho compreso che per restare fedele nel matrimonio dovevo restare fedele ai bisogni di mio marito, e nella fattispecie che dovevo accettare che egli non vivesse le sue aspirazioni spirituali sullo stesso tempo.

Thierry afferma invece:

E io ho capito che per restare fedele ai bisogni di mia moglie adesso ho delle chiavi che prima non possedevo. Siamo infinitamente più felici, oggi, di quanto lo fossimo tre anni fa.

Questo trentesimo anniversario di matrimonio segna una maturità ma anche il desiderio grande di condividere la gioia della vita nuziale dopo sofferenze e prove che hanno permesso loro di crescere.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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