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8 santi imprenditori a cui rivolgersi di fronte alle preoccupazioni economiche

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Meg Hunter-Kilmer - pubblicato il 15/04/20
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Molti sentono la pressione del COVID-19 anche nel portafogli. Questi uomini e donne santi possono essere d’aiutoIn quest’epoca di incertezza finanziaria, molti proprietari di piccole attività sono preoccupati per il fatto che la crisi provocata dal COVID-19 significherà la chiusura delle loro imprese. Fortunatamente ci sono dei santi che conoscono le difficoltà derivanti dal fatto di gestire delle attività, e ciascuno di loro sarebbe lieto di intercedere.

Sant’Abramo di Harran (350-422) era un monaco che divenne un uomo d’affari per la salvezza delle anime. Avendo sentito di un villaggio bisognoso di conversione, aprì una bancarella di frutta per poter incontrare la gente. Gli abitanti, però, apprezzavano i suoi prezzi più che la sua predicazione, che li fece così infuriare che Abramo iniziò a temere per la sua vita, finché pagò le loro tasse salvandoli dai debitori. In quel modo, la gente si convinse finalmente del fatto che Abramo voleva solo ciò che era meglio per il villaggio. Presto si convertirono tutti, e lo convinsero a rimanere con loro come sacerdote. Egli lo fece per tre anni, fino a quando venne chiamato a diventare vescovo di una città vicina.

Sant’Omobono (1111-1197) è il patrono degli uomini d’affari. Era un mercante di stoffe sposato che vedeva la sua attività come un modo per servire Dio attraverso giuste pratiche e generosità verso i poveri. Pur essendo un uomo d’affari di successo, la sua propensione all’elemosina fece temere alla moglie che sarebbero finiti in un ospizio per i poveri. Omobono, però, confidava nel fatto che Dio avrebbe provveduto, grazie sia alla sua filantropia che alla direzione che riceveva nella sua solida vita di preghiera. Né vescovo né mistico, la santità della sua vita ordinaria era così evidente che venne canonizzato appena due anni dopo la sua morte.

Santa Margherita d’Youville (1701-1771) crebbe in povertà, e la sua situazione non fece che peggiorare dopo che sposò un contrabbandiere alcolizzato con scarsi princìpi morali e ancor meno senso degli affari. Margherita sopportò otto anni di matrimonio, durante i quali ebbe sei figli e ne seppellì quattro. Quando il marito morì non le rimase altro che debiti, e quindi aprì un negozio pr cercare di uscire dalla povertà. Ebbe abbastanza successo da riuscire a dare ai poveri più di quello che teneva per sé, e dopo sette anni lasciò l’attività per servire a tempo pieno i poveri insieme a un gruppo di compagne, diventate in seguito le Suore della Carità di Montreal.

San Pietro Wu Guosheng (1768-1814) era il proprietario di una locanda. Dopo aver sentito i suoi ospiti parlare di Gesù divenne ansioso di condividere il Vangelo con chiunque. Iniziò ad attirare la gente che girava per strada, facendola entrare nel suo albergo per ascoltare il Vangelo. Dopo aver capito come incalanare la sua buona volontà (sia per essere più efficace che per evitare l’arresto), Wu stabilì il suo hotel come centro della comunità cristiana della sua regione e portò 600 persone a Gesù. Venne poi arrestato e ucciso, divenendo il primo martire cinese.

I santi Louis (1823-1894) e Zélie Martin (1831-1877) sono famosi soprattutto per il fatto di essere i genitori di Santa Teresa di Lisieux, ma sono appunto santi anche loro. Louis era un orologiaio, la cui scarsa conoscenza del latino gli impedì di studiare per diventare sacerdote, Zélie una merlettaia le cui delicate condizioni di salute non le permisero di entrare in convento. Si sposarono, e presto videro che l’attività di Zélie aveva talmente successo che Louis decise di vendere la sua orologeria e di concentrarsi sull’aiutare la moglie. Zélie gestiva tutto da un ufficio in casa propria, mentre Louis aiutava nelle vendite e dal lato artistico. Trattavano i loro dipendenti come familiari, e guadagnarono abbastanza da far sì che quando Zélie morì Louis riuscì a ritirarsi a Lisieux per crescere le figlie vicino alla famiglia di lei.

Il beato Salvador Huerta Gutierrez (1880-1927), sposato e padre di 12 figli, era un meccanico messicano. Anche se inizialmente era povero, divenne noto come il miglior meccanico di Guadalajara (il “mago delle macchine”), e alla fine diede impiego a otto uomini. Vedeva il suo lavoro anche come un modo per formare i suoi dipendenti come uomini e cristiani, e modellava la sua vita cristiana visitando il Santissimo Sacramento ogni mattina mentre andava al lavoro. Durante la Guerra Cristera venne ucciso per la sua fede insieme al fratello, il beato Ezequiel Huerta Gutierrez, padre di 10 figli e famoso cantante.

Il venerabile Jan Tyranowski (1901-1947) sperava di lavorare come contabile, ma una malattia cronica gli rendeva impossibile svolgere un lavoro d’ufficio. Si unì invece al padre come sarto e gestì l’attività familiare dopo la morte del padre. Era anche un mistico il cui lavoro come leader giovanile cambiò la vita di un Karol Wojtyła, e attraverso di lui del mondo. Durante il suo pontificato, Papa Giovanni Paolo II teneva sulla sua scrivania un’immagine di Tyranowski, l’uomo a cui doveva la sua vocazione.

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