In tempi di coronavirus, parla l’imprenditore Sauro Pellerucci, ideatore del progetto: “Io Sono Una Persona Perbene”In questi giorni di grande crisi l’Italia reagisce offrendo la migliore versione di sé stessa, mostrando quel volto e quella forza che spesso sembravano essere sopiti.
Ed ecco che vediamo alla ribalta delle cronache tante storie di brave persone, di tanti eroi silenziosi e sconosciuti, pronti ad aiutare e sostenere chi è in difficoltà.
Ed è a questa Italia, quella delle brave persone, di coloro che credono nella possibilità di ciascun individuo di incidere sulla realtà, che Sauro Pellerucci, imprenditore, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Pagine Sì! S.p.A., azienda leader nel settore della comunicazione per PMI, professionisti, associazioni ed enti pubblici, ha dato voce con il progetto “Io Sono Una Persona PerBene”.
–Come è nata l’idea di questa iniziativa ?
–Sauro Pellerucci: E’ nata da una mia esigenza personale di ribellione, rispetto a una società che veniva mostrata e raccontata sempre e solo nel suo volto peggiore, forse perché, i toni scandalistici di molti media erano il modo per avere più audience.
Ma, se i giornali e la TV mostravano essenzialmente il volto brutto dell’umanità, nella vita reale vedevo di fronte a me tanti casi positivi, di persone comuni, che vivevano la loro vita e facevano il loro mestiere con grande amore e professionalità, e che nel loro ambito erano degli eroi: eroi normali, nascosti, che nessuno conosceva.
Da qui l’idea di iniziare a dare visibilità a queste persone “ordinarie”, ma che apportano grande valore alla società. Personalmente sono stato mosso dalla fede e dalla necessità di “persona” di dialogare con altre persone, a partire da una base etico valoriale comune, che mettesse al centro il valore della persona.
Perbene è quella persona che capisce che il suo bene dipende nella sua capacità di mettere valore, virtù nella società.
–Chi si può definire “una persona per bene”?
–Sauro Pellerucci: E’ quella persona che capisce che il suo bene dipende nella sua capacità di mettere valore, virtù nella società. È chi gode nel fare e nel far star bene gli altri. E il bene ritorna!
–Come è stato possibile trasferire le categorie etico-valoriali di “sono una persona per bene” nella sua azienda: è stata più una sfida o una missione?
–Sauro Pellerucci: Partendo dall’idea che ci sono tante persone per bene, questa iniziativa è stata condivisa e assorbita sin dai primi passi dalla mia azienda e soprattutto da chi ci lavora, in modo quasi del tutto naturale.
Basti pensare, per esempio che i 400 agenti di Pagine Sì, addetti alla vendita pubblicitaria, sparsi in tutta Italia, oltre che promotori e protagonisti dell’iniziativa “Io Sono Una Persona PerBene”, ne sono diventati gli occhi, i reporter sul territorio, per aiutare ad identificare quelle storie di bene, quei personaggi sconosciuti, che vogliamo far conoscere al mondo per esserne d’ispirazione.
Logicamente, tutta l’attività legata a questa iniziativa è basata sul volontariato, per cui il tempo dedicato è andato sempre oltre l’orario lavorativo.
La nostra è un’azienda sensibile a questi temi. L’azienda è fatta di persone e le persone che ci lavorano sentono una comune appartenenza, una condivisione di questa stessa visione di bene e partecipano di buon grado alle iniziative che promuoviamo.
–Cos’è, a livello aziendale, la responsabilità sociale?
–Sauro Pellerucci: La responsabilità sociale d’impresa si svolge in tutte le direzioni, dagli stakeholder, ai dipendenti, agli agenti… Sappiamo che l’attenzione alle persone fa del bene all’azienda stessa, perché crea dei rapporti aziendali sani.
La responsabilità sociale d’impresa comprende tutte le azioni, aspettative, relazioni che permettono di avere il massimo rispetto degli aventi diritto, quindi tutto quello che permette una condizione di interscambio positivo e che allo stesso tempo contribuiscono a generare il minor impatto negativo possibile.
In poche parole significa mettere la persona al centro e rispettare i diversi ambienti, perché la sostenibilità riguarda tutti “gli ambienti”, sociale, ecologico, familiare . Credo che stimolando questo tipo di consapevolezza si possano ottenere ricadute positive su tutta la società.
In poche parole, responsabilità sociale significa mettere la persona al centro
–Cosa fa un’azienda “per bene” in questo tempo di crisi?
–Sauro Pellerucci: Da una parte, vogliamo essere vicini a chi ha perduto un proprio caro.
E questo lo facciamo, mettendo a disposizione gratuita una piattaforma che si chiama “Ricordi di vita”. E’ un servizio nato per rendere omaggio alle persone che abbiamo conosciuto e che sentiamo vicine, con le quali abbiamo condiviso attimi importanti della nostra vita.
Questa piattaforma, dedicata alle onoranze funebri, parte dal presupposto che rendere omaggio ai defunti è un modo per celebrare la vita. Purtroppo con il coronavirus c’è il triste problema della solitudine, sia per chi muore, sia per i propri cari, che non possono essere vicini in un momento tanto doloroso.
Con il nostro servizio molte persone postando la foto o la storia del loro caro, possono trovare nella memoria un sostegno anche psicologico.
Altro modo di dare il nostro contributo, come Pagine Sì, è che nonostante le grandi difficoltà del momento stiamo cercando di pagare non solo tutti i dipendenti ma anche i nostri fornitori. La prima sostenibilità da attuare è quella nelle aziende. Noi tentiamo di garantire la continuità ed il governo sta tentando di aiutarci per affrontare e resistere a questa crisi, al meglio.
–Qual è il suo sogno nel cassetto?
–Sauro Pellerucci: Mi emoziono pensando alla responsabilità che abbiamo di fronte ai giovani. Il mio pensiero si rivolge essenzialmente a loro, ai ragazzi. Vorrei che capissero che essere persone per bene non è un elemento di debolezza, ma piuttosto di forza: sono la violenza e la prepotenza la vera debolezza.
Negli ultimi tempi ho capito che bisogna comunicare di più e non bastano solo i social, i media in generale, bisogna trovare espressioni e mezzi sempre nuovi. Personalmente ho scoperto da poco la musica. Non sono un autore musicale, ma la utilizzo per diffondere questi messaggi di bene. E così ho scritto la canzone “Ragazzo Perbene”, ottenendo anche un discreto successo.
Vorrei far capire ai giovani che essere ragazzi perbene, che significa essere un ragazzo quadrato, forte che affronta la vita seriamente, è un punto di forza, da vincenti e non da succubi.
Il mio sogno è che questi ragazzi perbene riescano ad avere un ruolo importante e di guida nella società, ed essere loro, i protagonisti della nostra società.
Perché, il bene vince, non le furbizie e i sotterfugi!