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Presunti “segni visti nel cielo” durante la pandemia

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Aleteia - pubblicato il 06/04/20
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Le nuvole e il sole stanno simboleggiando qualche messaggio divino attraverso immagini impressionanti viste e condivise?Alcune fotografie condivise sulle reti sociali stanno richiamando l’attenzione di molti in questo momento di pandemia di Covid-19. Le immagini diffuse mostrano fenomeni visivi relativi alla forma delle nuvole e alle manifestazioni della luce del sole.

Insieme alle immagini vengono condivise descrizioni che parlano di “segni”, “miracoli” o “avvisi”. Tra i luoghi interessati ci sarebbero anche Bergamo e Avellino.

Ecco le fotografie in questione:

Si tratta di miracoli?

No. Tecnicamente non si può parlare di miracoli quando esistono spiegazioni scientifiche plausibili per un evento. Anche presupponendo che le immagini in questione siano autentiche, è comune che gli elementi della natura presentino forme curiose e ispiratrici, ricordando anche delle persone. Può accadere non solo con le nuvole, ma anche con i fiori, con la disposizione dei rami di un albero, i contorni di una montagna, le curve di un fiume fotografato dall’alto… Esiste un termine scientifico per definire il fenomeno con il quale dei disegni astratti danno l’impressione di essere forme reali: pareidolia (dal greco para-, simile, e eidolon, immagine, figura).

L’uso del termine “miracolo” è piuttosto popolare e comune di fronte a fenomeni che sembrano soprannaturali. Nella maggioranza dei casi l’uso della parola implica intenzioni positive, ma è precipitoso e sbagliato utilizzarlo come termine tecnico.

I miracoli sono fenomeni scientificamente inspiegabili che contraddicono le regole della natura per come le conosciamo. I casi in questione, però, sono perfettamente spiegabili dalla scienza.

Perché un fenomeno possa essere ufficialmente dichiarato di carattere soprannaturale servono studi dettagliati. La Chiesa cattolica segue criteri scientifici piuttosto rigidi per affermare che si è verificato un miracolo. Per riconoscere i miracoli di guarigione, ad esempio, servono anche decine di anni. I fatti devono essere accuratamente studiati dai medici, rianalizzati dagli scienziati (nella maggior parte laici e perfino atei) ed esposti alle critiche pubbliche, e solo dopo tutti gli studi scientifici la Chiesa esegue l’analisi teologica mediante il lavoro delle sue commissioni di esperti in Teologia.

E allora i segni?

Se per “segno” si intende quello che ha un “significato”, non c’è sicuramente alcun errore nel dire che sono segni naturali – ovvero “previsti” nell’ordine naturale delle cose, e per quanto sembrino insoliti ai nostri occhi, indicano innanzitutto l’esistenza stessa di quell’ordine naturale. E questo è già un elemento importantissimo: esiste un ordine naturale anziché il mero caso.

Non è solo ciò che è soprannaturale a poterci colpire: anche la natura stessa, inclusa la nostra capacità naturale di ammirare ciò che è bello, ha molto da “dirci”, visto che il fascino della natura in sé già ci rimanda a una delle domande-chiave della filosofia e della scienza: qual è l’origine di tutto questo?

Anche un evento perfettamente spiegabile per via dell’ordine naturale delle cose può servire come spunto per riflessioni importanti.

Il cristiano crede che Dio ci parli attraverso segni, siano essi naturali o soprannaturali, e che lasci alla libertà di coscienza di ciascuno la decisione finale di come interpretarli. Gli atei stessi, del resto, sottolineano che le tragedie sono una “prova” del fatto che Dio non esiste, facendo appello alla loro “fede” nell’inesistenza di Dio sulla base di segni passibili di interpretazioni personali (che scientificamente parlando non sono validi come prove).

Per chi crede all’inesistenza di Dio, tutto sarà sempre un caso. Per chi crede in Dio e nel senso soprannaturale dell’esistenza, invece, tutto è e sarà sempre un grande miracolo, testimoniato da un’abbondanza di segnali pieni di senso.

“I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani” (Salmo 18, 2)

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