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Soccorreva i migranti a Lampedusa. Ora la suora dottoressa “ascolta i polmoni” dei bergamaschi

Suor Angel Bipendu.

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 02/04/20
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In prima linea nelle zone di maggiore diffusione del coronavirus, Suor Angela Bipendu ha svolto per anni volontariato nel Mare Mediterraneo

Suor Angel Bipendu, 47 anni, è un medico. Donna di fede e di scienza. Laureata in Medicina all’Università di Palermo (nel 2015) dove si è trasferita per dar manforte alle suore Discepole del Redentore della comunità Cristiani nel mondo, due anni fa partecipa e vince il bando di Ats Bergamo per prestare servizio come medico di guardia nel presidio di Villa d’Almè.

E dalla settimana scorsa entra a far parte delle Usca, acronimo a indicare quelle truppe speciali di medici che visitano a domicilio pazienti accertati o con ogni probabilità positivi al covid 19.

Nelle valli bergamasche dove il coronavirus fa paura

«Sono di base a Zogno (Bergamo ndr), e visito su segnalazione dei medici di base i pazienti di Valle Brembana e Valle Imagna. Anche le guardie mediche diurne ci possono attivare. Il nostro lavoro consiste nel visitare, bardati con tutti gli strumenti di protezione, i pazienti: proviamo febbre e saturazione dell’ossigeno, ascoltiamo i polmoni».

«E prescriviamo l’ossigenoterapia, quando ce n’è bisogno, così come terapie mirate a chi ha patologie associate, diabete o ipertensione per fare due esempi. Naturalmente – evidenzia – quando ci troviamo di fronte a persone che versano in condizioni critiche, chiamiamo il 112 chiedendone il ricovero».



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“Dramma psicologico enorme”

«Molto del nostro lavoro – aggiunge Suor Angela – consiste nel supporto psicologico: cerchiamo di rassicurare i pazienti, molti di loro sono anziani che si sentono soli, che non vedono nessuno da settimane. A loro spieghiamo, e ne siamo fortemente convinti, che curare il coronavirus a domicilio – dove possibile – è certamente la cosa migliore. I pazienti che vengono ricoverati non in gravi condizioni spesso vivono un dramma psicologico enorme, nel vedere lo strazio attorno a loro. A chi si cura da casa questo dramma viene risparmiato» (Eco di Bergamo, 31 marzo).

La missione nel mare a salvare migranti

La religiosa aveva fatto la volontario nel pieno dell’emergenza migranti nel Mar Mediterrnaeo. «Con l’Ordine di Malta mi sono imbarcata tante volte, volentieri, per tre anni» racconta all’agenzia Dire (maggio 2018): Suor Angela soccorreva e portava a terra «tutte le persone« che poteva, insieme agli volontari, perché «hanno diritto alla vita».

Durante la prima missione svolta al largo delle coste di Lampedusa, a bordo di una nave della Guardia costiera italiana, la religiosa non credeva ai suoi occhi: «Quello che vedo e’ vero o non e’ vero? Mi chiedevo. Questi gommoni sono giocattoli, si bucano con la punta di un ago, dovrebbero portare al massimo 12 persone, e ne possiamo trovare 160».

«Mi dicevo sempre che la vita e’ un dono. Perche’ devo lasciare qualcuno morire in quel momento, se ho in me il dono di aiutare il prossimo? Perche’ devo tirarmi indietro?». E così sta facendo ora nell’inferno di Bergamo.



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