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Non tornano a casa per prendersi cura degli anziani

SAN JERONIMO ESTELLA
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Ignasi de Bofarull - pubblicato il 01/04/20
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Eroi che danno il meglio di sé. Uomini e donne mostrano in questi giorni tristi la loro umanità più luminosaNavighiamo in un mare di dubbi che ci tolgono la tranquillità. Stiamo soffrendo disorientati di fronte a una pandemia di dimensioni planetarie e non sappiamo dove stiamo andando.

Incertezza, paura, la macchina produttiva che decelera e fa perdere posti di lavoro, anche se molti di questi verranno recuperati quando il virus inizierà ad essere controllato. Altri forse si perderanno. È un autentico accumulo di cattivi auspici per l’economia, che potrebbe andare verso una nuova recessione. Non lo sappiamo.

Quello che stiamo constatando è che molti uomini e molte donne manifestano in questi giorni la loro umanità più luminosa. Si moltiplicano i casi di solidarietà e generosità. Nei momenti peggiori splendono la dedizione e la volontà di servire in modo incondizionato.

Nel mondo dell’assistenza sanitaria emergono ogni giorno nuovi eroi. Vorremmo raccontare tre fatti, avvenuti due in Spagna e uno in Argentina, in tre case di riposo per anziani, che hanno un denominatore comune: il servizio fino alle conseguenze più estreme.

LLEIDA

centregeriatriclleida.com

In tutti e tre i casi, il personale che assiste gli anziani ha deciso di rimanere con loro e di non tornare a casa perché il contagio non si diffonda nelle strutture uscendo ed entrando. Nella casa di riposo di San Jerónimo de Estella, in Navarra, al ritmo della canzone Resistiré del Dúo Dinámico, gli operatori e gli anziani hanno applaudito il gesto di chiudere l’edificio a qualsiasi contatto con l’esterno. Lo stesso è avvenuto a Lérida, al Centre Geriàtric Lleida, in cui gli operatori si sono confinati con gli anziani per difenderli, viso che alla loro età sono particolarmente vulnerabili. Il terzo caso ci porta nella città argentina di Bahía Blanca, dove l’Hogar del Anciano ha chiuso le porte alle visite, e i familiari “entrano” solo attraverso videochiamate.

ARGENTINA

Facebook-Hogar del Anciano Adelino Gutiérrez

Nei tre casi, la casa di riposo diventa un castello inespugnabile difeso da professionisti che non so se definire angeli o eroi, che con il loro atteggiamento difendono la vita degli anziani.

ARGENTINA

Facebook-Hogar del Anciano Adelino Gutiérrez

Criteri come stipendio, orario e diritti lavorativi restano tra parentesi. C’è qualcosa di più grande che spinge il personale ad andare oltre: ha scoperto che la vita degli anziani è letteralmente nelle sue mani, e ha deciso di stringerle forte perché continuino a vivere.

Una dottoressa in trincea in un ospedale ha detto: “Abbiamo paura del contagio e dei rischi che comporta il fatto di contrarre la malattia, ma dall’altro lato sentirci utili, poter salvare un paziente e curarlo in modo professionale e umano non ha prezzo. Sono fortunata. È tremendo, ma con questa epidemia si sviluppa un sentimento d’amore per gli altri molto grande”.

È un brutto momento per i cinici e gli scettici che ritengono la natura umana incapace di donarsi agli altri. Forse si possono lamentare della mancanza di solidarietà di alcuni Stati dell’Unione Europa nei confronti di quelli più colpiti, ma non rivolgano la loro incredulità alle persone concrete.

A volte ridono dell’altruismo e sospettano di condotte profonde come la solidarietà, il servizio, la cura, la tenerezza, la dedizione, l’amore. La realtà di questi tempi ci sta facendo riconoscere tanti casi di eroi e angeli che aumentano ogni giorno, e non solo nel mondo sanitario. Donazioni, aiuti, volontari… Raccogliamo queste testimonianze e ripensiamoci una volta sconfitta la pandemia. È probabile che scopriremo atteggiamenti umani che credevamo perduti e che sono invece sempre più necessari.

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