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Quando a essere confinata in casa è una coppia in crisi

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Orfa Astorga - pubblicato il 25/03/20
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Come affrontare l’isolamento, la quarentena o il confino per coronavirus quando la coppia sta vivendo il suo momento peggiore?Il coronavirus sta influendo anche sulle coppie sposate. Una quarentena, l’isolamento volontario o il confino decretato dai Governi per evitare la diffusione del COVID 19 cambia radicalmente il ritmo di vita delle famiglie, influendo anche sullo stato d’animo delle persone.

Se alla difficile esperienza di un isolamento radicale si aggiungono le problematiche che già influivano sui rapporti personali, la situazione si aggrava. Parliamo di coppie che prima dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus soffrivano di problemi come:

  • Crisi finanziaria
  • Processo di separazione
  • Infedeltà
  • Depressione
  • Suscettibilità.

La priorità oggi

Entrambi i coniugi devono pensare che in questo momento di grave crisi la priorità è rappresentata dalla salute e dalla vita, per cui è necessaria una tregua nei loro conflitti, per stabilire accordi efficaci e affrontare il problema di una situazione vitale inedita per tutti.

Come consulente matrimoniale, sono stata testimone di storie che mostrano come il matrimonio ha in sé la capacità di ricostituirsi e di superare le più grandi difficoltà, quando la libertà umana viene impiegata a fondo nella sua capacità di amore e impegno.

Significa che si può approfittare di questo isolamento, in cui obbligati a ridurre la nostra attività esterna ci troviamo di fronte alla reale possibilità di crescere nel raccoglimento e nella solitudine per rivalutarci a vicenda.



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Cambiamenti positivi

Passata la crisi, i problemi non scompariranno, ma l’esperienza di riuscire a unirsi di fronte a una situazione vitale straordinaria può far sì che cambi positivamente il modo di affrontarli.

Con una rinnovata intenzionalità, si possono anche cercare e trovare soluzioni per rafforzare il matrimonio.

Bisogna forse prendere decisioni difficili, ma fattibili e durature per giungere a una meta partendo da una situazione attuale.

Si deve tuttavia essere realisti, perché nell’isolamento esiste il grande rischio che oltre al senso di disppiacere che si trascinava nella relazione possa iniziare ad apparire lo spettro della malinconia, della tristezza, che riempie il vuoto provocato dalla mancanza di azione.

In opposizione a questi sentimenti negativi, si possono fare molte cose in casa, per realizzare in qualche modo i valori affettivi, estetici, morali, spirituali, fisici, materiali…

Un “progetto emotivo strategico” per conciliare i conflitti

  • La priorità è trovare formule antistress che permettano di sopportare al meglio il rapporto in una situazione di isolamento involontario. Significa che si deve essere disposti a concedere gli spazi necessari a qualsiasi forma di espressione dei sentimenti, per quanto possa risultare difficile, per evitare di giungere al confronto emotivo, e di non rendere più critiche le circostanze della convivenza.
  • Non è il momento di attaccare direttamente difetti e differenze, ma di dare sostegno emotivo e comprensione, di provare empatia.
  • Non mettere in discussione un atteggiamento depressivo che possa provocare l’angoscia o la disperazione della persona coinvolta, ma cercare di far sì che non adotti atteggiamenti basati sull’evitare la situazione o sull’isolarsi in se stessa.
  • Evitare i temi che provocano sicuramente scontri e discussione. Quando ormai i coniugi dominano il nuovo modo di trattarsi, possono programmare uno spazio di tempo breve per parlare della situazione difficile che li separa, con l’accordo previo di abbandonare il tema se si vede che emotivamente è troppo coinvolgente.
  • Ricordarsi a vicenda il bene che l’uno ha fatto all’altro dall’inizio della relazione. In questo modo ci si sforza di non rimuginare sugli aspetti negativi, per poter riconoscere tutto ciò che si buono si ha a livello materiale, spirituale e affettivo.
  • In certi atteggiamenti che in genere infastidiscono l’altro si deve considerare il fatto di fare delle concessioni, senza che implichi il fatto di cedere sulle cose essenziali una volta che l’emergenza sarà passata e si riprenderà il corso normale delle cose.
  • Se il coniuge si ammala, si deve curare sia la sua salute che la sua stabilità emotiva.
  • Chi ha la disposizione e la capacità di organizzare gli aspetti della vita in comune lo faccia, permettendo che chi è più vulnerabile riposi.
  • La cosa più importante è uscire da se stessi, pensando agli altri, ai più fragili, prendendo coscienza del fatto che viviamo momenti in cui bisogna sostenersi a vicenda, trasmettere carità e cercare di far sì che gli altri non si sentano soli.
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