La pandemia del coronavirus ci ha costretti a rallentare e a trascorrere più tempo insieme. Ecco qualche modo per trarne il massimo profittoMentre sempre più persone trascorrono tutto il loro tempo in casa per via dell’epidemia di Covid-19, le famiglie cristiane farebbero bene a pensare ai raggi del sole.
È questo il consiglio delle monache e dei monaci contemplativi – persone che lasciano raramente la loro abitazione, attingendo ad antiche tradizioni di ritiro dal mondo per una vita di preghiera.
“Ci sforziamo di vivere in compagnia di Dio, cosa che alcuni chiamano ‘raccoglimento’ o ‘pratica della presenza di Dio’”, ha detto ad Aleteia un monaco che preferisce rimanere anonimo. “E questa pratica ci avvicina gli uni agli altri, anche se i nostri corpi sono lontani. Visto che Dio è la fonte e il fine di ciascuno di noi, possiamo avvicinarci agli altri solo avvicinandoci a Lui”.
Un’altra contemplativa, suor Sophie Marie, delle Suore di Maria Stella del Mattino di Monona (Wisconsin, Stati Uniti), ha usato l’immagine del sole per spiegare la stessa idea. Quando i raggi sono più vicini al sole, anche loro sono più vicini gli uni agli altri.
Suor Sophie Marie ha anche offerto dei consigli pratici su come le famiglie possono avvicinarsi a Dio in questo momento.
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“Non cedete alla tentazione di rimanere attaccati al computer, al telefono o alla televisione. San Tommaso d’Aquino ha detto che la nostra intelligenza è quello che assomiglia di più a Dio. È davvero il più bel regalo che ci ha fatto”, ha detto.
“Ci troviamo in un momento in cui se le persone si siedono davanti alla tv o al telefono e cercano di riempire quel vuoto ricevendo passivamente quello che i media decidono di offrire è un peccato, perché la nostra intelligenza è come un foglio in bianco”.
“La maggior parte degli americani dice di essere molto occupata e di non avere tempo, ma qui, con molte attività extra tagliate, ci troviamo di fronte a questa possibilità preziosa. Potrebbe quindi essere un modo in cui la gente sfrutta il dono prezioso della sua intelligenza e il dono di avere più tempo e usarli insieme per approfondire la propria conoscenza di Dio”.
Il monaco concorda: “Mi sembra che gran parte della perturbazione della società di oggi sia il risultato del flusso costante di inquinamento sonoro e del sovraccarico dei social media che non permette alcun silenzio, cosa necessaria per la preghiera e per essere semplicemente sani”.
“La circostanza attuale è un’opportunità d’oro, offerta dalla grande misericordia di Dio, perché possiamo imparare di più su noi stessi come immagine di Dio – cosa che è più dentro di noi che fuori”.
Per questo, suor Sophie Marie esorta a leggere le Scritture, soprattutto i Vangeli. “Nel Vangelo di San Giovanni leggiamo che la Parola è la vera luce, che illumina ogni uomo”.
La religiosa ha anche incoraggiato le famiglie a recitare il Rosario, “soprattutto ora che stiamo vivendo una crisi difficile”.
“Tante cose nella storia della Chiesa sono state conquistate o curate dalla recita del Rosario”, ha affermato citando pesti, guerre e invasioni.
“Trovate un momento per riunirvi in famiglia”, ha consigliato. “Forse è qualcosa di nuovo che non abbiamo ancora fatto, e allora bisogna esercitarsi”.
La religiosa afferma che per vincere l’ansia bisogna usare i cinque sensi: “è molto positivo provare, annusare, ascoltare, vedere e toccare. Qualsiasi tipo di lavoro pratico può servire”.
Cucinare in famiglia è un’altra alternativa, soprattutto ora che molti ristoranti sono chiusi, e può anche essere un modo per esercitare i sensi, per “provare di nuovo davvero il cibo”.
Suor Mary Grace, delle Carmelitane di Nostra Signora della Grazia di Christoval (Texas, Stati Uniti), ha detto che lei e le consorelle stanno ripianificando quello che dovranno fare, e questo può funzionare anche per le famiglie. Magari dopo una giornata di lavoro o di studio in casa un membro diverso della famiglia può pianificare qualcosa di divertente da fare ogni sera.
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“Assistere a un bel film, come ‘Gesù di Nazareth’, può essere bello, soprattutto in questo periodo” della Quaresima, ha suggerito.
A chi si chiede cosa fare tutto il giorno per settimane intere senza uscire, fr. Aleydis Johnson, del monastero cistercense di Nostra Signora a Prairie du Sac (Wisconsin, Stati Uniti), afferma che i genitori possono avere la tentazione di tenere i bambini costantemente occupati per evitare litigi, “ma magri quel conflitto ci dice qualcosa su noi stessi e sulla nostra famiglia che non vogliamo sapere”.
“La vita monastica, con enfasi sulla separazione dal mondo, sul silenzio, sulla quiete e la semplicità, ci mette ripetutamente di fronte ai nostri peccati, ai difetti e alle ferite, e a quelli degli altri con cui viviamo per tutta la giornata, tutti i giorni”.
“Penso che i membri della famiglia, soprattutto i genitori, possano sperimentare la tentazione di impedire i conflitti con un turbinio di attività, ma i conflitti, interni ed esterni, sono portatori di messaggi che si ignorano o si mettono a tacere con grande nocumento per se stessi e per la propria famiglia. Uno dei messaggi del conflitto è ‘Non sai amare. L’amore è difficile e tu sei debole. Sei povero in quello che conta di più’”.
Questo messaggio può essere “purificatore e incoraggiante”, ha detto fr. Aleydis, “perché Cristo è venuto a restaurare e a trasformare i malati, i ciechi, i poveri, quelli che non riescono ad accettare, quelli che non possono salvare se stessi o chiunque altro. Il conflitto offre un’opportunità inestimabile di imparare, curare, amare. Quando rifuggiamo il conflitto, fuggiamo dalla nostra povertà e dalla possibilità di essere ricchi in Cristo”.
“E allora, anziché concentrare i propri sforzi sul tenerli a distanza attraverso una serie di attività, suggeriamo di dedicare la propria attenzione e la propria disponibilità gli uni agli altri, semplicemente di stare insieme, senza liste di cose da fare, conoscendosi come persone che possono essere riempite dalla pienezza di Dio”.
Oltre a questo, suor Sophie Marie consiglia di trovare un “equilibrio tra i momenti di unione e quelli di solitudine”.
“Dobbiamo fare attenzione a non passare insieme 24 ore su 24, 7 giorni a settimana. Bisogna sapere come trovare un po’ di spazio per respirare”, che è “una necessità umana di base”.
“Da questa situazione possono derivare molti aspetti positivi”, ha indicato. “Le persone sono troppo occupate per andare a Messa. Vanno fuori a mangiare insieme e restano a guardare il cellulare. Se tutto questo ci renderà meno occupati, nel progetto più ampio, ci farà rallentare e ci aiuterà a vedere ciò che è essenziale, Dio può permettere che questo tipo di situazioni ci attiri di più a Lui”.