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Brasile: il Covid-19 arriva nelle favelas di Rio de Janeiro

FAVELA
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Pablo Cesio - pubblicato il 24/03/20
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Scatta l’allarme a causa della situazione di massima vulnerabilità di questi agglomerati tanto diffusi in America Latina “Una bomba a orologeria”. È forse un modo rapido ma efficace di descrivere quello che potrebbe provocare la diffusione della pandemia del coronavirus (Covid-19) in luoghi in cui regnano la povertà e la mancanza di salubrità, la precarietà dei servizi sanitari e perfino grandi problemi con l’acqua potabile.

L’incubo, la “bomba”, ha iniziato a diffondersi in uno dei luoghi più famosi dell’America Latina quanto a vulnerabilità. Il 21 marzo è stato confermato il primo caso di coronavirus a Cidade de Deus, la favela di Rio de Janeiro protagonista di un film del 2002 diretto da Fernando Meirelles.

FAVELA

Shutterstock | Aleksei Denisov

La presenza del Covid-19 a Cidade de Deus e la sua diffusione nelle favelas di Rio provoca un vero allarme per gli effetti che la pandemia potrebbe avere tra i poveri.

La favela ha 1,5 milioni di abitanti, e l’arrivo del virus, come anche ad Haiti, rischia di provocare una strage tra i poveri.

“L’ironia è che la malattia è stata portata in Brasile dai ricchi ma scoppierà tra i poveri”, ha affermato Paulo Buss, direttore dell’unità dei rapporti internazionali del centro di ricerca sulla salute pubblica Fiocruz, riferiscono agenzie come AFP.

Le favelas sono sinonimo di calca, assenza di distanza sociale, problemi con risorse indispensabili come l’acqua potabile, oltre a un lungo elenco in cui figurano il lavoro informale e la precarietà di risposte sanitarie.

Un vero cocktail che riempie di panico qualsiasi osservatore, ma soprattutto chi dovrà affrontare la pandemia sulla propria carne.

FAVELA

Shutterstock | lazyllama

Brasile vs coronavirus

Il Brasile è il primo Paese latinoamericano in cui è stato confermato l’arrivo del Covid-19 il 26 febbraio, Mercoledì delle Ceneri. Da quel momento, i casi sono aumentati in modo significativo, con oltre 20 morti e più di 1.400 contagiati.

BRAZIL

CARL DE SOUZA | AFP

Con questo nuovo scenario, tutto sembra indicare che la situazione continuerà a provocare dolore e renderà più severe le misure in un Paese che all’inizio considerava il coronavirus una semplice influenza, cosa che ha scatenato opinioni discordanti tra governatori e autorità nazionali.

Nel frattempo, vale la pena di ricordare ancora una volta l’immagine del Cristo Redentore di Rio de Janeiro che benedice e abbraccia i malati sia in Brasile – in particolare chi vive nelle favelas – che nel mondo intero.

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