“Coraggio, coraggio. Andrà tutto bene. Abbiamo messo la cassa con la musica che ci avete mandato, siamo con voi, non vi scoraggiate”4° giorno. La percezione è: tutto fermo, tutto vuoto, le strade, le chiese, distanti. Quasi la gente non ti parla più. Ti dice solo se hai la mascherina. Ti scansa. E’ giusto, lo comprendo. Difficile da accettare, ma deve essere così. Speriamo per poco.
Uniti ma distanti. In Italia e in tutto il mondo. E’ pandemia, incontrollabile e imprevedibile (ancora senza cura certa, convalidata dalla comunità scientifica). Il collasso sanitario. Si provvede, con celerità e speranza. Ma bisogna stare a casa. Come quella famiglia, miei amici, sono rimasti in Cina. Chiusi, reclusi in casa. Per circa due mesi. In Cina, a Haerbin. Il contatto epistolare (via email) e qualche messaggio su WhatsApp.
Distanziamento sociale. Così lo chiamano; dobbiamo farlo, rischiamo la nostra vita e quella degli altri. Vogliamoci bene, con responsabilità.
Qualche giorno fa il Vangelo è stato quello del “Figliol prodigo” e del “Padre prodigo d’amore”. Abbiamo cantato: Misericordioso e pietoso è il Signore. Quanto amore, il Padre buono e misericordioso, riversa, senza risparmiarsi su questa umanità che si allontana dalla Sua casa. “Tu getterai in fondo al mare, tutti i nostri peccati”, Li farai annegare nel mare, Signore. Quanto Amore, quanto amore hai per noi, per questa umanità in mezzo al mare. Naufragata dal non senso della vita. In lotta tra la tensione dell’amare e la negazione dello stesso amore per solo e pur egoismo. Durante la celebrazione pensavo a quanto amore ha il popolo di Dio per noi sacerdoti. Quanto prega per noi, quanto ci fanno vibrare le corde del cuore, spesso arrugginite, anche noi dal fatto che siamo assenti per loro. Una famiglia che cammina con me, fratello e sacerdote, non per mio merito, ma per Sua grazia, per il popolo. Non sono venuto per essere servito, ma per servire. E scopri che il popolo serve di più. Più di te. E questo fa commuovere. Cerca, o Signore, solo Te. E con quel pastorale (non è irriverente!) che è un cavalletto e un cellulare, una rete che ti collega con questo popolo, per parlare e dire di Te. Solo di Te.
Stiamo scoprendo, e speriamo di non dimenticare, che questo “tempo, è un tempo sacro.
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Dalla Cina (da Haerbin) ti arriva, inaspettatamente, un video.
“Andrà tutto bene” (in cinese e italiano). E’ di una famiglia in missione che conosco da molti anni, amici e fratelli. Coraggio, coraggio. Andrà tutto bene. Abbiamo messo la cassa con la musica che ci avete mandato, siamo con voi, non vi scoraggiate, è così è proprio vero. Passerà. Qui c’è gente che scorrazza. Ancora ci vuole tempo. Coraggio Italia, coraggio. Siete nei nostri pensieri. Andrà tutto bene. E stata dura è vero. E’ stato bellissimo questo tempo. Un tempo sacro. Il nostro tempo è sacro. State nella sua volontà. Vi vogliamo bene. Vi vogliamo bene. Haerbin, 14 marzo 2020”.
Mi commuovo, anche per l’inno “Va pensiero”, che si diffonde tra le alte palazzine ad Haebrin (Cina), ma per l’ intensa comunione nella fede con questi fratelli (papà, mamma, figlio minore) che avevo ospitato in Parrocchia ad Avola (Sr), la scorsa estate, alla Madonna del Carmine.
Scrivo ad Emilio, ma posso diffondere questo video? Lui mi risponde, subito: “Si, Fortunato, lo abbiamo fatto apposta. Coraggio”.
«Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!» (Rm 10,15; cfr Is 52,7). Una parola di speranza per la Chiesa, per il mondo.
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