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Non riuscite a migliorare a livello spirituale? Provate l’umiltà

MAN SKY
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Carlos Padilla - pubblicato il 12/03/20
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Non vi ossessionate all’idea di dover raggiungere le vette spirituali – c’è qualcosa di più importante Il monte è un’immagine della Quaresima. Dal deserto in pianura salgo sulla montagna. Lascio la valle e ascendo alle vette.

Mi piace salire sui monti. Lo sforzo della salita all’inizio mi spaventa, ma poi procedo a poco a poco, passo dopo passo. E man mano che salgo la vista migliora.

Il sole, il caldo, la stanchezza, tutto pesa. Ma non dispero. Mi muove la speranza di arrivare in cima. È l’anelito dell’anima, non abbassare la guardia, non gettare la spugna, non smettere di lottare.

Voglio arrivare al punto più alto e toccare la vetta più elevata.

WOMAN ON BACK

Pexels

Il cuore non si adatta a vivere nella valle, in pianura, dove mancano le vette per vedere bene il paesaggio che mi circonda.

Spesso gli alberi non mi fanno vedere il bosco. I problemi mi angosciano e non mi lasciano assaporare la vita, godere di quello che funziona intorno a me.

Il cuore anela alle vette, sogna di salire in alto e di avere da lì una vista privilegiata della valle. Ho voglia di lottare. Non abbasso la guardia. Nella salita un passo segue l’altro. E il cuore continua a sognare.

Arrivando in alto le cose si vedono in un altro modo. Dicono che dalla vetta del monte i problemi di prima sembrino piccoli.

Prima il corpo pesava, ora, sulla cima, mi sento più leggero, più vicino al cielo. Mi importano meno i problemi che mi assillavano fino a poco fa, quando camminavo tra gli alberi, angosciato per il presente.

È vero che in cima i problemi restano, ma non mi colpiscono più allo stesso modo. Il peso della tempesta sulle spalle può essere lo stesso, ma il mio sguardo diverso alleggerisce il peso.

Lo stato d’animo è tutto per non smettere di lottare, e conta molto più del fisico. Se sprofondo nella depressione e nella tristezza, mi risulta impossibile avanzare, anche se sono fisicamente in ottima forma.

Lo stato d’animo gioca un ruolo decisivo. È la scintilla che mi aiuta a vincere quella barriera insormontabile che mi separa dal successo. Il mio stato d’animo mi aiuta a salire i pendii più ripidi, o mi trattiene nella valle incapace di compiere un altro passo.

La montagna sembra troppo grande per le mie forze quando mi mancano. Sbaglio se penso che siano le forze fisiche.

La chiave continua ad essere nel mio sguardo, nel mio atteggiamento. Quegli occhi nuovi sono quelli che cambiano la realtà.

WOMAN,HIKER,MOUNTAINS

Ajay Bhargav | CC0

Oggi penso alle montagne della mia vita. Quelle vette che hanno risvegliato tutti i miei desideri. Quelle montagne che salgo per stare da solo, in pace, più vicino a Dio.

Chi mi ha esortato a salire quando dubitavo delle mie forze? Qualcuno mi ha incoraggiato.

Gesù porta con sé i suoi amici. Li sottopone a uno sforzo più grande esortandoli nella salite. Vuole che arrivino con Lui sulla vetta.

Non sempre ho la forza per salire in alto da solo. Mi manca il coraggio. Ho bisogno di persone accanto a me che mi tirino per il braccio, che mi sottraggano all’apatia e alla tristezza.

MAN, HELP, HIKE

frankie’s | sHUTTESTOCK

Diceva Santa Teresina:

“Allora ho cercato nei libri santi l’indicazione dell’ascensore, oggetto del mio desiderio, e ho letto queste parole pronunciate dalla Saggezza eterna: «Se qualcuno è piccolissimo, venga a me»… L’ascensore che deve innalzarmi fino al Cielo sono le vostre braccia, Gesù!”.

Altri saranno il mio ascensore. O Dio stesso si incaricherà di farmi percorrere la distanza impossibile che mi separa dalla vetta.

Oggi lo supplico: “Il Signore è nostro aiuto e nostro scudo”.

Per questo devo riconoscere la mia povertà. Sono piccolo. Contando solo sulle mie forze non posso camminare. Ho bisogno che Gesù mi trascini. Ho bisogno dell’ascensore che mi porti sulle vette.

Voglio camminare verso la vetta tra le braccia di Gesù. Solo tre apostoli sono stati scelti quel pomeriggio per salir sul monte Tabor – Pietro, Giacomo e Giovanni. I suoi figli più vicini.

E gli altri? Non hanno avuto la possibilità di salire con Gesù sul Tabor. Sono rimasti in pianura. Non hanno visto la sua gloria. E io? Sarei tra quelli scelti da Gesù? Mi rallegrerei vedendo che gli altri vanno mentre io resto nella valle?

Mi piace essere presente a tutte le feste, che si tenga conto di me, essere valorizzato in ogni occasione. Mi fa male quando altri sono più apprezzati di me. Ho bisogno di essere consultato, di essere interpellato, per sentirmi importante.

Voglio essere uno dei figli preferiti di Gesù. Uno di quelli chiamati a stare con Lui nei momenti importanti. Mi piace sentirmi speciale nelle sue mani.

Voglio salire sulla vetta al suo fianco ed essere il più vicino. E quando non mi sento valorizzato ed eletto? Sorgono gelosie e invidie. Mi sento disprezzato.

Mi fa bene oggi rallgrarmi quando altri sono più valorizzati e più apprezzati di me. Diceva il cardinale Merry del Val nelle sue litanie dell’umiltà:

“Dal desiderio di essere stimato, dal desiderio di essere amato, dal desiderio di essere decantato, dal desiderio di essere onorato, dal desiderio di essere lodato, dal desiderio di essere preferito agli altri, dal desiderio di essere consultato, dal desiderio di essere approvato, dal timore di essere umiliato, dal timore di essere disprezzato, dal timore di soffrire ripulse, dal timore di essere calunniato, dal timore di essere dimenticato, dal timore di essere preso in ridicolo, dal timore di essere ingiuriato, dal timore di essere sospettato, liberatemi, Gesù. Che gli altri siano amati più di me, che gli altri siano stimati più di me, che gli altri possano crescere nell’opinione del mondo e che io possa diminuire, che gli altri possano essere prescelti ed io messo in disparte, che gli altri possano essere lodati ed io non curato, che gli altri possano essere preferiti a me in ogni cosa, che gli altri possano essere più santi di me, purché io divenga santo in quanto posso, Gesù datemi la grazia di desiderarlo!”

Chiedo di vivere così. Felice quando mi scelgono e anche quando mi mettono da parte. In pace in entrambe le situazioni. Quando sono apprezzato e quando non lo sono.

Quando riesco a salire sulla vetta e quando resto solo nella valle perché non hanno tenuto conto di me. Felice sempre.

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