In Gesù, amore e sofferenza diventano una cosa solaPerché prego per alleviare la mia sofferenza ma Dio non vi pone fine?
È una domanda difficile, perché è legata al problema della sofferenza. Al problema del dolore. Al problema del male. Siamo abituati a pensarci in modo astratto, ma quando la sofferenza raggiunge la nostra vita reale, le risposte del Catechismo su Dio possono dirci molto (anche se spesso non vogliamo ascoltare).
Ci ho pensato quando una lettrice mi ha posto questa domanda. Ho iniziato dicendole che capisco perché le risposte tradizionali non la soddisfano.
Ci sono passato anch’io.
Quando mia madre stava morendo di SLA, mi ha chiesto – attraverso una macchina, perché non riusciva a parlare, a mangiare né a prendersi cura di se stessa – “Perché Dio permette questo?” Qualsiasi discorso sul fatto che Dio trae il bene dalla sofferenza mi sembrava inadeguato, e quindi l’ho solo guardata con le lacrime agli occhi, incapace di dire alcunché.
Più o meno nello stesso periodo, si è scoperto che il gruppo cattolico a cui avevo dedicato la mia vita da adulto era stato fondato da un pedofilo che ha usato il mio gruppo per arricchirsi e portare avanti una doppia vita. Non tutto, ma buona parte di quella che pensavo fosse la mia vocazione è risultata basata sulle bugie di un mostro che aveva a cuore solo se stesso.
Questo ha fatto sì che dovessi cambiare tutta la mia vita, e la preghiera non era una soluzione rapida a nessuna di quelle problematiche.
È per questo che ho risposto a mia figlia in quel modo questa settimana quando ha sperimentato la sofferenza su una scala (molto) inferiore. Dopo essersi sacrificata enormemente per partire per una missione in India nelle vacanze di primavera, il viaggio è stato cancellato per via del coronavirus, venendo sostituito da uno entro i confini nazionali.
“Ma questo vuol dire che Dio benedirà questo viaggio in modo speciale, giusto?”, ha chiesto.
“Spero di sì”, ho risposto, “ma onestamente a volte scopri che significa solo che hai ricevuto la prima di una serie di delusioni. In genere la sofferenza è seguita da un’altra ancor peggiore”.
E allora come comprendere il motivo della sofferenza? Ho una risposta in quattro parti da offrire:
1: Le sofferenze più grandi che ho vissuto sono sempre state addolcite dall’amore
Mia madre sorrideva costantemente, anche quando è morta, ispirando tutti. Il nostro secondo figlio è nato nella stessa settimana in cui abbiamo saputo la verità sul fondatore del gruppo che tanto ammiravamo, e questo bambino ha portato un amore enorme nella nostra famiglia. A volte, soprattutto quando soffriamo, vediamo l’amore e questo rende la vita più bella.
Sto leggendo ai miei figli i libri della Piccola Casa nella Prateria, che narrano le vicende di una famiglia che lotta per sopravvivere con pochissime risorse in una casa rurale senza regali di Natale né altre comodità, ma non è affatto una storia triste, anzi, è un racconto gioioso sull’amore.
Anche quando soffriamo, e a volte specialmente in queste occasioni, l’amore rende la vita splendida.
2: Questa vita non è tutto ciò che esiste
Questa vita non è che una goccia nell’oceano di tutto ciò che è l’esistenza. Ciò non vuol dire che la vita non conti, ma che la nostra prospettiva può essere sbagliata.
Amo il modo in cui lo ha spiegato Benedetto XVI, per il quale la vita eterna non è “un continuo susseguirsi di giorni del calendario, ma qualcosa come il momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità. Sarebbe il momento dell’immergersi nell’oceano dell’infinito amore”.
Il cielo è la dimora di Dio, un nuovo paradiso e una nuova terra, e un incontro con l’Amore e la nostra vera casa.
3: In Gesù Cristo, l’amore e la sofferenza diventano una cosa sola
Gesù è stato il “servo sofferente” per tutta la vita. Piange quando Lazzaro muore, piange su Gerusalemme, soffre per l’infedeltà e il tradimento, suda sangue e prega che il calice della Passione possa passare da Lui – e poi abbraccia la volontà di Dio, anche se questo significa tortura e morte.
In Cristo, amore e sofferenza sono una cosa sola, e questo crea la nostra dolcezza finale e il nostro cammino finale per la vita eterna, dove “ogni nostra lacrima sarà asciugata”.
4: Se non credete a me, chiedete a Gesù
Non sono sicuro del fatto che tutto questo sia stato affermato nel miglior modo possibile, e magari sembrano tutte banalità, ma se Gesù è Colui che la nostra fede dice che sia – e lo è –, allora abbiamo una risorsa sicura. Chiediamo a Lui. Diciamo: “Signore, aiutami a capire perché questo sta accadendo”.
Gliel’ho chiesto varie volte nei giorni più oscuri, e ho sempre ricevuto una risposta: l’amore è fondamentale, il dolore è temporaneo e i nostri desideri più profondi di pace e gioia solo lì perché Dio li esaudirà.