Un grandissimo grazie a mia mamma e uno altrettanto grande a mio papà. Da lui ho imparato che gli uomini non sono “rivali” da spodestare, ma i nostri migliori alleati.Per me, l’8 marzo è un’occasione speciale e bella per dire tanti grazie, che negli altri 364 giorni dell’anno possono essere dati per scontati e passare inosservati.
Innanzi tutto, un grandissimo grazie a mia mamma: donna forte e dolce, tenera e generosa, coraggiosa e sensibile, infinitamente buona e capace di amare. Da lei ho imparato tantissimo: ho ricevuto da lei la fede, mi ha insegnato la gioia di vivere, mi ha donato la curiosità di imparare, lo spirito critico e la voglia di pensare con la mia testa; mi ha insegnato la bellezza di essere donna, l’onore e la responsabilità che questo implica, la fierezza di non sentirsi inferiore agli uomini ma anche il profondo rispetto e l’alleanza costruttiva e positiva con l’altra metà del cielo.
Ora che sono adulta, fra noi c’è una complicità unica; lei incarna, per me, la quintessenza della femminilità, che sa amare le cose belle e divertirsi nel fare shopping o nel vestirsi bene, che sa accogliere con cuore grande e spalancato tutti coloro che cercano affetto e tenerezza, che sa utilizzare appieno le risorse di intelligenza “del cervello” e “del cuore”, senza mettere l’una davanti all’altra in facili stereotipi, che sa ridere di se stessa sdrammatizzando ma sa commuoversi davanti alle cose grandi.
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Un grazie altrettanto grande lo voglio rivolgere a mio padre. Perché, come mi ha insegnato l’amore dei miei genitori, il modo migliore per servire davvero la causa delle donne – ossia aiutarle ad essere pienamente se stesse, realizzando le proprie potenzialità – non è contrapporre i loro diritti a quelli degli uomini, né, tantomeno, denigrare l’uomo quasi vendicandosi di passate umiliazioni. La società che funziona è quella in cui uomini e donne sono, rispettivamente, pienamente uomini e pienamente donne; non nella sterile adesione a stereotipi grotteschi, ma sapendo che l’essere uomo o donna impregna la nostra visione del mondo, è connaturato alla nostra stessa essenza, ci dona uno sguardo particolare sulla realtà ed è un dono preziosissimo della nostra vita.
Così, voglio ringraziare mio padre per l’immenso rispetto ed amore di cui ha sempre circondato mia madre; voglio ringraziarlo perché non ho mai sentito dalla sua bocca o mai osservato nei suoi gesti atteggiamenti di superiorità, di aggressività, di “machismo”. Da lui ho imparato che gli uomini non sono “nemici” o “rivali” da spodestare: sono i nostri migliori alleati, quando hanno la sensibilità di provare a capirci, e, quando non ci riescono (ammettiamolo… non sempre è facile capire le donne!) di provare a rispettarci ed amarci ugualmente.
Questo modello forte e gentile di virilità è passato anche a mio fratello, cui devo un altro grande grazie: anche lui, lo so, più di una volta sarà stato un po’ perplesso di fronte a certe manifestazioni di emotività o di fronte al talento unico che noi donne abbiamo nel complicare la vita a noi stesse ed al prossimo; ciononostante, anche lui ha sempre rispettato e circondato di affetto le donne della sua vita – la mamma prima, poi la sua fidanzata e sposa, me, le amiche e colleghe… – con un garbo squisito e una grande tenerezza.
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Grazie a tutte le donne che mi hanno insegnato, a loro volta, la bellezza della femminilità e la forza dell’alleanza e della solidarietà fra donne. Quando è vera, l’amicizia fra donne è uno dei rapporti più belli che ci sia, perché quando la nostra speciale sensibilità serve a venire incontro all’altro – anziché, come purtroppo talora siamo brave a fare, per trovare il modo migliore per ferire… – diventa fonte di una splendida “sorellanza”.
Grazie, per concludere, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, che intuiscono, sostengono e incoraggiano la bellezza unica dell’essere donna. Grazie a chi ha compreso che lottare per i diritti delle donne non vuol dire disprezzare gli uomini, né – tantomeno – scimmiottarli; vuol dire, invece, comprendere la straordinaria unicità della femminilità, che unisce la capacità di realizzazione accademica, professionale e intellettuale ad un mistero profondo che si fa amore, capacità di accogliere la vita, sensibilità per la cura dell’altro e per una generosa disponibilità. Grazie a tutti coloro che sanno dire grazie alle donne della loro vita; grazie a chi oggi non darà per scontata la tenerezza e la bontà che tante donne hanno donato, e saprà insegnare ai propri figli ed alle proprie figlie a fare altrettanto.
Buon 8 marzo!
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA CHIARA BERTOGLIO