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Chesterton: per cuocere una patata occorre credere in Dio

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Aleteia - pubblicato il 02/03/20
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Al panico e allo scetticismo di questi giorni GKC risponde: “Devi lasciare il mondo nelle mani di coloro che credono che gli uomini possano costruire case, formare società, prendere appuntamenti, fare promesse e mantenerle”. E chi sono?Di G. K. Chesterton

Un mondo in cui gli uomini sanno che la maggior parte di ciò che sanno è probabilmente falso non è nemmeno degno di essere chiamato scettico; esso è semplicemente un mondo abietto e impotente, che non combatte per nulla, ma accetta ogni cosa dando fiducia a nessuna; disposto ad accettare persino la propria incapacità di combattere per qualcosa; disposto ad accettare la sua mancanza di autorità di accettare; dubbioso del suo stesso diritto a dubitare. Siamo loro grati per questo pubblico esperimento e dimostrazione; ci ha insegnato tanto. Non credevamo che i razionalisti fossero così completamente pazzi fino a quando loro stessi non ce lo hanno chiarito così bene.


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Non ci sfiorava nemmeno il pensiero che il semplice rinnegamento dei nostri dogmi avrebbe portato a un’anarchia così disumana e demente. Il mondo avrebbe potuto metterci molto tempo per capire che ciò che ci avevano insegnato a bollare come teologia medievale spesso era solo senso comune e ciò nonostante che l’esatta espressione per «senso comune» (communis sententia) sia di origine medievale. D’altro canto il mondo ci ha messo davvero poco per capire che la tesi opposta era un’insolita insensatezza. Sostengono che un uomo non è mai dello stesso umore per più di dieci minuti; che non gli si deve chiedere di ammirare in un’alba rossa ciò che ha ammirato in un tramonto giallo; che non può mai dire se sarà lo stesso tra un mese o tra un minuto; che potrebbe subire torture a lui sconosciute e innominabili se sua moglie si mettesse un cappello diverso; che egli stesso potrebbe far piombare sua moglie in un inferno indossando un paio di calzini che stonino con il tappeto.

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Becky Stares | Shutterstock

È abbastanza ovvio come questo tipo di degenerazione della sensibilità possa riguardare allo stesso modo ogni tipo di relazione, non solo quella matrimoniale. Un uomo non sarà in grado di scegliere una professione, perché molto tempo prima di laurearsi architetto può scoprire misticamente di voler fare invece l’aviatore o essere preso convulsamente, in rapida successione, dalla passione per il mestiere di bigliettaio, di suonatore di trombone, di ramponiere. Non pianterai mai un albero per paura che la prossima settimana tu rimpianga di non averlo piantato da qualche altra parte; non metterai mai una patata a bollire o in uno stufato, perché poi sarebbe troppo tardi per tirarla fuori; il tuo umore è abbattuto, hai paura di tutto e ti senti svuotato; il tuo modo di affrontare i problemi è quello di trovare ogni scusa per non affrontarli affatto. Molto bene; così sia. Il Signore sia con te. Meriti rispetto per la tua sincerità, meriti comprensione per la tua sensibilità; tieniti pure quelle qualità critiche che, di tanto in tanto, fanno sì che sia utile esser scettico, ma se sei troppo scettico per fare queste cose, non devi intralciare coloro che possono farle; devi lasciare il mondo nelle mani di coloro che pensano che ci si possa fare qualcosa; nelle mani di coloro che credono che gli uomini possano costruire case, formare società, prendere appuntamenti, fare promesse e mantenerle.


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E se per mantenere una promessa, per bollire una patata o per comportarsi come esseri umani è necessario credere in Dio creatore dell’uomo, in Dio fatto Uomo, in Dio fatto Uomo che discende sulle nuvole della gloria, bene, devi almeno dare una possibilità a questi fanatici creduloni, che possono credere in quella cosa e fare il resto. Questa è ciò che io chiamo «selezione naturale». Questa è la ragione per cui il vecchio assunto, che è probabilmente infondato nell’ambito della storia naturale, dice la verità sulla storia soprannaturale. La cosa organica chiamata «religione» possiede infatti gli organi che le consentono di sopravvivere. Essa può dare nutrimento là dove gli esigenti fautori del dubbio non trovano cibo; essa può dare vita là dove lo scettico nella sua solitudine proclama di essere sterile. Credere nella libera volontà può equivalere ad accettare un miracolo, ma non crederci, prima o dopo, equivale ad accettare la follia. Stringere un giuramento può essere un rischio tremendo, ma rifiutarsi di stringerlo equivale a una rovina inconsapevole, lenta, inevitabile.

Può essere incredibile che un credo sia vero e gli altri siano relativamente falsi, ma che non ci sia alcuna verità fuori o dentro ogni credo, e che tutti siano ugualmente falsi, non è soltanto incredibile, ma anche intollerabile. Nessuno potrà mai mettere a posto qualcosa, se tutti indistintamente sono in errore. È motivo di grande interesse osservare come oggi l’uomo di scienza, l’eroe del mondo moderno e l’ultimo in ordine di tempo tra i grandi servitori dell’umanità, improvvisamente e drammaticamente si rifiuti di avere più a che fare con il triste tarlo della negazione e il cieco graffiare e raschiare via le fondamenta del magistero degli uomini.



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L’opera dello scettico, da un centinaio di anni a questa parte, è molto simile alla sterile furia di un qualche mostro preistorico: senza occhi, senza cervello, impegnato solo a di struggere e a divorare; un verme gigante che butta via un mondo che non può neanche vedere; una vita ottenebrata e bestiale, inconsapevole delle proprie origini e del proprio destino. L’uomo però ha ripreso in mano le proprie armi: volontà, devozione, ragione, la visione di un disegno delle cose. Siamo, ancora una volta, nel mattino del mondo.

(da G.K. Chesterton, Summa Chestertheologica, 384 pagine – 20 €, libro distribuito dal Centro Missionario Francescano, per richiederlo: laperlapreziosa@libero.it )

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