Proprio un anno fa Esther, colpita da un cancro al seno, riceveva l’Unzione degli infermi. Oggi rende grazie per la guarigione, per la preghiera della sua comunità parrocchiale e per la sua rinascita in Cristo.
«Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò» (Mt 11,28), twittava all’inizio di gennaio Papa Francesco per annunciare l’11esima giornata mondiale dei malati, ricorsa l’11 febbraio 2020.
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11, 28). Messaggio per la XXVIII Giornata Mondiale del Malato https://t.co/NKBl69d3fP
— Papa Francesco (@Pontifex_it) January 3, 2020
E così spiegava, nel messaggio dedicato a quella giornata:
Queste parole esprimono la solidarietà del Figlio dell’uomo, Gesù Cristo, di fronte ad una umanità afflitta e sofferente. Quante persone soffrono nel corpo e nello spirito! Egli chiama tutti ad andare da Lui, «venite a me», e promette loro sollievo e ristoro.
È proprio quel che ha vissuto Esther Mahtou Faha, 43 anni, originaria del Camerun e madre di cinque figli, a cui nel corso dell’estate 2018 i medici avevano diagnosticato un cancro al seno di terzo stadio con importante pervasività nei gangli.
Totalmente disorientata, la donna è riuscita tuttavia ad «andare verso Cristo», ad abbandonarsi fra le sue mani, soprattutto nella preghiera. Gli ha chiesto di aiutarla concretamente, di mettere sulla sua strada persone che potessero sostenerla nella prova. Una settimana prima della sua operazione, in programma per il 28 settembre 2018, andò a messa nella sua parrocchia della Val d’Oise. C’era tanta gente, quel giorno, ma Esther trovò ugualmente un posto libero davanti all’altare. Alla fine della celebrazione, una signora che non conosceva si voltò verso di lei e le propose di andare al gruppo di preghiera carismatica della parrocchia. Esther accettò ed entrò nel gruppo, che da quel giorno a oggi non avrebbe più cessato di accompagnarla nella preghiera.
Dopo lunghe e dolorose sedute di chemioterapia, il 10 febbraio 2019 ricevette l’Unzione degli Infermi:
Mentre il sacerdote me la amministrava, non cessavo di dire al Signore: «Signore, in questo preciso istante ricevo la mia guarigione perché se l’hai fatto per altri lo farai anche per me. Dopo l’unzione mi sono sentita molto sollevata».
Una settimana dopo, durante un momento di preghiera in famiglia, Esther avvertì un’intensa ondata di calore che le attraversava tutto il corpo, per circa cinque minuti.
Ho sentito che accadeva qualcosa, ho sentito come un grave fardello che cadeva dalle mie spalle. Sono scoppiata in singhiozzi ringraziando Dio perché ero guarita. Da quel giorno, ogni tristezza mi ha abbandonata, i trattamenti non hanno più avuto effetto su di me. Sento un intenso bisogno di servire Dio, di lodarlo, di raccontare al mondo quanto è fedele!
E da allora Esther è meravigliosamente serena e vive una vera rinascita spirituale:
Ogni giorno mi avvicino un poco di più a Dio, con la preghiera ma anche con la lettura quotidiana della sua Parola, che mi permette di realizzare fino a che punto sia grande Dio e siano piccoli i nostri problemi. Dio è fedele, è buono e i miracoli che troviamo narrati nella Bibbia li fa ancora oggi, e continuerà a farne. Oggi prendo la vita con fiducia e sperimento la soprannaturale pace di Dio.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]