L’affascinante percorso di un uomo dalla salute fragile inviato come missionario in India, dove venne martirizzatoLisbona, 1º marzo 1647: nasce João (Giovanni), figlio di Salvador de Brito Pereira e Brites de Portalegre, nobili della corte portoghese. Il padre sarebbe stato nominato governatore di Rio de Janeiro, dove sarebbe morto quando João aveva appena 4 anni. Fin da bambino, il futuro santo desiderava diventare missionario in terre lontane, nonostante la sua salute fragile. Dedito agli studi, fece la sua parte lasciando il resto nelle mani della Provvidenza divina.
Era l’epoca delle grandi navigazioni, e João sognava di andare in India come missionario. Dopo aver concluso gli studi all’Università di Coimbra, venne ordinato sacerdote a 26 anni come gesuita, e nonostante i problemi di salute riuscì a partire per l’India per andare a predicarvi la Parola di Dio.
Iniziò la sua predicazione nella Costa del Malabar, una zona nella parte sud-occidentale dell’India che all’epoca contava su una forte presenza portoghese. Ancora oggi, è la regione indiana con la presenza più consistente di cristiani.
Là viveva tra i nativi con semplicità, andando in giro scalzo come loro e indossando un semplice manto di cotone. Il suo modo di evangelizzare è stato seguito da molti altri missionari, ispirati come lui alla massima di San Paolo “Mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero”(1 Corinzi 9, 19).
Per avvicinarsi agli induisti, passò poi ad andare in giro con bastone di bambù, abiti rossi e scarpe di legno. Adottò perfino le loro abitudini alimentari, ma non scese mai a patti nella predicazione del Vangelo di Gesù. Così San João de Brito conquistò tanti cuori e spinse molti ad abbracciare la fede in Cristo.
La fede cristiana, però, si contrapponeva a vari principi induisti, soprattutto alla divisione della società in caste intese come destino irreversibile, quando il cristianesimo sostiene che siamo tutti ugualmente figli di Dio, e quindi fratelli in Cristo. San João de Brito iniziò a subire persecuzioni sempre più brutali, arrivando ad essere incarcerato e torturato, ma non desistette.
La sua missione in India, durata 15 anni, diede molto frutto. Aiutò varie comunità induiste a convertirsi a Cristo e a diventare esemplari nella carità fraterna. Gli indiani convertiti si sentivano liberi dal sistema delle caste e felici di riconoscersi come fratelli.
Dopo i primi 15 anni in India, San João de Brito tornò in Portogallo, dove ricevette un invito che apparentemente non poteva rifiutare: diventare consigliere del re Pedro II e tutore di suo figlio. Il sacerdote, però, declinò la proposta, preferendo dare ascolto a quello che gli diceva il cuore, e tornò in India.
Arrivato lì, però, trovò un panorama devastante: molti cristiani erano stati uccisi, e le loro case e le chiese erano state saccheggiate e date alle fiamme. I leader religiosi induisti avevano reagito con violenza nei confronti della presenza cristina. Non ci volle molto perché lo stesso San João de Brito venisse arrestato e decapitato. Prima di essere giustiziato, ottenne il permesso di pregare. Le sue membra furono tagliate ed esposte al pubblico. Era il 4 febbraio 1693.
Papa Pio XII ha canonizzato il missionario martire portoghese nel 1947, stabilendo la data della sua morte, com’è abitudine, come sua festa liturgica.
In tutto il mondo esistono solo tre parrocchie dedicate a San João de Brito: una nella sua terra natale, il Portogallo, una nel Paese di missione e martirio, l’India, e la terza in Brasile, a San Paolo.
Preghiera a San João de Brito
Signore, che hai rafforzato con invincibile costanza il martire San João de Brito perché predicasse la fede tra i popoli dell’India, per i suoi meriti e la sua intercessione fa’ che celebrando la memoria del suo trionfo imitiamo l’esempio della sua fede. Per Cristo, nostro Signore. Amen. San João de Brito, prega per noi!