Che Parola è questa Parola di Dio che viene seminata? Cosa dice questa Parola? Quando questi dubbi assalgono, Dio è capace di mandare delle ottime intuizioni anche mentre si dorme.Di Pietro e Filomena
“Ma ti rendi conto?!” disse una moglie a suo marito.
“Oggi nel Vangelo si parla della semina della Parola di Dio nel cuore dell’uomo: ci sono quelli che accolgono la Parola e quelli che apparentemente la accolgono e quelli che…”
“Quale Parola?!” soggiunse il marito.
“Come quale Parola? La Parola di Dio!!” apostrofò saccentemente la moglie.
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“E cosa dice questa Parola? Che Parola è? Io ad esempio dico una parola, tipo: casa. Ecco, casa è una parola, come lo è anche andare… sì, anche questa è una parola. Che Parola è questa Parola di Dio che viene seminata? Cosa dice questa Parola? Non riesco a capire…”
La moglie era già pronta a partire con la catechesi ascoltata su Whatsapp, ma a questa domanda così ingenua di suo marito non seppe sinceramente cosa ribattere e anziché lasciarsi interrogare profondamente, chiuse il discorso dicendogli snervata: “Sei il solito zuccone, non capisci nulla!”
“Sei il solito zuccone, non capisci nulla… vedi – disse il marito – questa è la tua parola, anzi,sono più di una, ma esprimono un unico concetto: per te non valgo nulla.”
L’ora era tarda, ognuno si girò sul suo cuscino e si addormentarono senza neanche dirsi buona notte, senza rivolgersi neanche una parola.
Lui fece un sogno.
La scena era simile a quella del Vangelo. Sotto al sole che picchiava c’era un seminatore con un grandissimo cappello di paglia sul capo che aveva due mani grandissime rovinate dal duro lavoro. Con una mano teneva un sacco pieno di semi e con l’altra raccoglieva i semi e li lanciava spargendoli sulla terra. I semi erano fatti di un materiale particolare. Erano come quelle spugnette che quando le compri sono dure e minuscole,poi basta bagnarle che si aprono e si ammorbidiscono.
Ecco: questi semi erano così. Allora il marito “sognatore” si appostò dietro un cespuglio, e un seme gli cadde sulla testa. Appena il seme sfiorò il suo capo ecco che si aprì facendo intravedere una parola scritta. Ora finalmente poteva soddisfare la sua curiosità, aprì il seme e lesse cosa c’era scritto. Nel seme era impresso il suo nome, ovvero Antonio, e sotto riportava questa frase: “Antonio, tu sei l’amato da Dio”.
Lesse e rilesse quelle parole mille volte e non poteva smettere di leggere poiché questa parola gli dava tanta felicità. Si svegliò che ancora immaginava di leggere quel seme e ripeteva con la sua bocca: “…io sono l’amato…io sono l’amato….io…sono….l’amato da Dio.”
Svegliò di soprassalto sua moglie che lo guardò con gli occhi sgranati di chi stenta a capire se sta ancora dormendo o se è già sveglio e le disse a voce alta: “Ho capito cosa dice la Parola di Dio! Ho capito cosa dice Dio quando parla!”.
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Sua moglie lo guardò con sufficienza e si rigirò dall’altra parte. In quel momento il marito avrebbe voluto umiliarla con qualche parola dura, ma poi si ricordò che su quel seme c’era scritto: “Antonio, tu sei l’amato!” e decise di desistere dall’ira, abbracciò sua moglie che lo aveva maltrattato e si addormentò accanto a lei stringendola a sé. Tutto era compiuto. Sapendosi amato ora Antonio, il marito della storiella, poteva essere libero di amare anche quando sua moglie decideva di non amarlo. Ricorda che su quel seme c’è scritto anche il tuo nome, ricordalo sempre e farai parte di coloro che
ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno. (Mc 4,1-20)
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