Si stanno ricevendo vari tipi di donazione per realizzare l’opera, che porterà un messaggio di speranza del popolo colombianoIl popolo colombiano donerà alla Santa Sede la scultura Ritual de Reconciliación (Rituale di Riconciliazione), che rappresenta il momento storico che vive il Paese e verrà collocata nei Giardini Vaticani. Si tratta di una replica monumentale di quella che ha ricevuto Papa Francesco durante la sua visita in Colombia e che si trova nel suo studio.
Per la prima volta, un’opera d’arte colombiana troverà spazio in questo luogo privilegiato, dove non è comune che arrivino opere nuove. È il risultato dell’approvazione del Sommo Pontefice e delle autorità del Vaticano rispetto alla richiesta presentata dall’ambasciatore di Colombia e dal maestro José Augusto Rivera Castro, autore della scultura.
“Siamo stati felici fino alle lacrime”, ha confessato il maestro ricordando l’accoglienza che ha ricevuto la proposta da parte del governatore del Vaticano, il cardinale Giuseppe Bertello, del vicedirettore della Cultura, monsignor Melchor Sánchez de Toca y Alameda, e di Barbara Jata, direttrice di Arte Contemporanea del Vaticano. “Non era mai accaduto, e men che meno che venisse collocata in uno dei luoghi in cui circolano più visitatori”, ha aggiunto.
Qualche giorno dopo, grazie a un gruppo di immigrati, la proposta è stata consegnata a monsignor Fabio Baggio, della sezione Migranti e Rifugiati del dicastero per lo Sviluppo Umano del Vaticano, che a sua volta l’ha trasmessa a Papa Francesco.
Il Pontefice l’ha subito approvata, e ha chiesto che venisse collocata nel Cortile della Pigna, uno dei luoghi più fotografati dei Giardini Vaticani. Verrà collocata accanto alla grande pigna bronzea che dà il nome al cortile e alla scultura Sfera con sfera, dell’architetto Arnaldo Pomodoro.
Una versione più piccola dell’opera verrà inclusa nella collezione permanente del Museo di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani. È anche questo un fatto storico, ha ricordato il maestro Rivera, perché lì sono ospitate opere di grandi artisti, come Dalí, Rodin e Matisse.
Un progetto nazionale
La scultura Ritual de Reconciliación sarà alta 2,20 metri, per 3,20 di diametro. Verrà realizzata a Medellín, e sarà trasportata in due parti fino in Vaticano, dove verrà riassemblata.
“L’opera rappresenta un gruppo di persone di diverse età, razze e condizioni, che hanno vissuto la violenza che ha scosso la Colombia, si incontrano e si abbracciano per perdonarsi, proteggersi, parlare di un futuro pacifico e siglare una pace definitiva che si trasmetta da una generazione all’altra. In modo soggettivo evoca l’insegnamento, l’esempio, la memoria e i sogni”, spiega l’autore, che ha incluso un piccolo animale come promemoria del fatto che dobbiamo anche riconciliarci con la natura, gravemente compromessa dalle guerre interne.
Il maestro ha realizzato la prima versione “sognando la riconciliazione”, e ha partecipato ad attività collegate al perdono e alla pace in varie regioni colombiane. Ha anche presieduto l’atto in cui il gruppo sovversivo delle FARC ha chiesto perdono agli abitanti del quartiere La Chinita (municipio di Apartadó, nella zona nord-occidentale del Paese) per il massacro commesso nel 1994.
In seguito è stata trasferita a Bogotá, e il Senato della Repubblica ha approvato il fatto che venisse donata a Papa Francesco come ossequio durante la sua visita in Colombia nel 2017.
“Era nella Nunziatura Apostolica tra le centinaia di regali giunti al Sommo Pontefice, e mi hanno riferito che vedendola ha detto immediatamente che voleva portarsela a Roma. Ho provato una gioia enorme sapendo che un leader della grandezza e dell’importanza del Papa l’avesse tenuta in considerazione”, ha riferito l’autore.
Il maestro voleva sapere perché il Papa si fosse sentito attirato dalla sua opera, e facendo delle ricerche ha scoperto che il Pontefice aveva chiesto in varie occasioni agli artisti di realizzare opere portatrici di speranza per l’umanità che sostengano l’evangelizzazione. Questo, unito ai messaggi di perdono e di pace che Francesco condivide per il mondo, ha portato Rivera a pensare di poter realizzare un’opera monumentale e di regalarla al Papa, idea che ha contato sul sostegno del Governo colombiano.
Ha gestito il progetto la mediatrice d’arte internazionale Crónica, rappresentante del maestro e incaricata di convocare varie entità, come la Fundación Calar Sueños, raccoglitrice ufficiale delle risorse, la casa di produzione audiovisiva Spectro e l’organizzazione Trascender, che si occupa di strategie di comunicazione nelle scuole.
Il progetto Juntos por la Reconciliación (Uniti per la Riconciliazione) ha anche contato sul supporto della Chiesa cattolica colombiana, dei mezzi di comunicazione e di persone ed entità che si sono impegnate attraverso la pagina http://www.juntosporlareconciliacion.com.
Testimone della violenza e portavoce di speranza
José Augusto Rivera Castro è un artista plastico che fin da bambino è stato colpito “senza misericordia” dalla violenza, come migliaia di colombiani, e per questo le sue preoccupazioni artistiche e personali si confondono con quelle della sua patria.
Ha vissuto con i genitori e i suoi otto fratelli fino a 11 anni, quando la madre è morta e ha dovuto trasferirsi a Bogotá, con una profonda tristezza ma anche con un’eredità di etica e di conoscenze sulla realtà mondiale, la storia, la cultura e molti altri temi, grazie a suo padre. La madre, amante dell’arte, gli regalava pennelli e acquerelli, che sono diventati uno dei suoi giochi preferiti.
È diventato ingegnere anche per aiutare i suoi fratelli ad andare avanti, ma non appena ha potuto si è dedicato all’arte, studiando e lavorando con il maestro Rodrigo Arenas Betancur. È poi passato a occuparsi a tempo pieno di pittura, scultura, disegno e fotografia, e ha avuto la fortuna di sviluppare progetti scultorei monumentali in città come Houston con l’esposizione De la oscuridad al esplendor, che fa riferimento al periodo di transizione che vive la Colombia, perché, confessa, “ho una fede incrollabile nella trasformazione che riuscirà a realizzare il nostro Paese”.
In generale le sue opere hanno un grande senso sociale, ed è felice perché Ritual de la Reconciliación rappresenterà i colombiani e darà una visione positiva del Paese al mondo intero.
“È senz’altro l’opera più importante della mia carriera, non penso che in futuro un’altra potrà superarla”, ha affermato con la soddisfazione di sapere che questa grande scultura verrà collocata in un luogo tanto importante e confidando in quello che ha detto monsignor Sánchez de Toca y Alameda, che possa arrivare a rappresentare gli aneliti dell’umanità in quest’epoca, come Il quarto stato di Giuseppe Pellizza, il Guernica di Picasso e Los Fusilamientos di Francisco de Goya, simboli delle varie epoche storiche.