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Quando Dio ricostruisce un matrimonio distrutto

Emmanuel et Béatrice

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Mathilde De Robien - pubblicato il 27/01/20
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Mentre la vita di coppia di Emmanuel e Béatrice, sull’orlo dell’abisso, attraversa un periodo nero segnato dall’alcoolismo e dalla depressine, il sostegno famigliare e l’esperienza della tenerezza di Dio hanno ragione della loro disperazione.

Emmanuel e Béatrice sono sposati da vent’anni e hanno cinque figli dai 19 ai 7 anni. Lui è operaio e lei si alterna tra un lavoro da segretaria/contabile e uno da aiuto-infermiera. Cattolici entrambi, la loro coppia, la loro speranza e la loro fede sono state fortemente scosse dalle prove che hanno attraversato: la malattia di un figlio, la disoccupazione, aborti spontanei, alcoolismo e persistenti pensieri di suicidio. Nondimeno, entrambi avrebbero fatto l’esperienza dell’amore di Dio durante un fine-settimana per coppie “all’ultima spiaggia”, secondo le parole di Emmanuel. Un incontro che avrebbe cambiato la musica per la loro vita di coppia e di famiglia.

Una lunga discesa agli inferi

Emmanuel e Béatrice sono stati particolarmente provati durante i primi anni di matrimonio: la malattia di un figlio, la disoccupazione e ripetuti aborti spontanei hanno sconvolto la vita che s’erano immaginati. Prove pesanti che fanno riemergere in Emmanuel una dolorosa fragilità: l’alcoolismo. «Non me ne sono resa conto, da principio», racconta la moglie Béatrice, «e vedevo la nostra vita di coppia dissolversi senza capire perché». Un periodo nero per Emmanuel, il quale ha l’impressione «di essere completamente fuori strada, di essere un incapace»: «Sapevo – dice – che per uscirne c’erano delle cose da fare, ma non avevo la forza di metterle in opera.



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Alla fine, grazie a Béatrice, incontra un medico col quale (e con il sussidio di alcuni presidî medici) mette in atto una disintossicazione. La coppia però trasloca in Bretagna, Emmanuel non è più seguito dal medico e sviluppa una farmacodipendenza con effetti collaterali molto pesanti da vivere, per la famiglia e per sé stesso: sbalzi d’umore, aggressività, prostrazione, negligenza fisica…

Spossata, disperata, Béatrice vacilla:

Dopo anni di queste prove, malgrado io abbia sempre avuto una fede viva, mi sono messa a dubitare dell’amore del Signore. La mia vita mi sembrava troppo dura e allora ho desiderato la morte. La sera in cui ho deciso che l’indomani sarei passata all’atto, la mia sorella maggiore mi ha chiamata. Così, giusto per sentirmi.

Un miracoloso e indefettibile sostegno famigliare

Quella sera la sorella di Béatrice, sentendo che qualcosa non andava, la invita a passare qualche giorno da lei:

Mi ha fatto parlare, mi ha abbracciata, coccolata e ha messo in atto per me un formidabile sostegno famigliare. Io ero in fondo a una fossa, non vedevo altro che la morte e ho riscoperto cosa fosse l’amore di una famiglia in un momento in cui non mi pensavo più degna di essere amata. Dopo questo periodo difficile e al contempo meraviglioso di riscoperta di codesto amore, avevo bisogno di proteggermi da quanto ero fragile, e avevamo deciso di separarci.

Comincia allora una vita certo senza i pericoli quotidianamente dietro l’angolo con gli sbalzi d’umore di Emmanuel, ma senza speranza, senza amore, senza interesse, senza niente (a parte il favoloso sostegno morale e spirituale di parenti e amici).


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Un giorno il padre di Béatrice, che ha molto aiutato Emmanuel nella sua disintossicazione, li chiama e chiedendo di poter passare qualche minuto da loro. Béatrice ed Emmanuel sono sorpresi (abitano a un’ora e mezza di strada di distanza), ed eccolo lì davanti a loro che propone loro di iscriversi a un fine-settimana per coppie. Emmanuel si dice: «Perché no? È l’ultima spiaggia, non ho niente da perdere». Anche Béatrice è pronta a tentare il tutto per tutto:

Così avrò l’anima in pace, avrò tentato tutto anche se ormai tutto è perduto, e potrò divorziare di buon grado.

Un incontro che ha cambiato tutto

Prossimi a una rottura che pensavano ineluttabile, Béatrice ed Emmanuel si sono ritrovati quattro anni fa a vivere insieme un fine-settimana della comunità Cénacle, organizzato dalla Comunione Priscilla e Aquila (anche in Italia c’è chi organizza cose simili): «All’inizio ci chiedevamo che ci facessimo là», ricorda Emmanuel.

E poi è stato sconvolgente per me, ho veramente sperimentato davanti al Santissimo Sacramento la presenza dello Spirito Santo. Ho avuto l’impressione di essere toccato dallo Spirito Santo, preso alle spalle e scosso, come se mi stesse dicendo “Guardami, ci sono e sono qui per te!”. È stata un’esperienza molto forte, per me che non avevo mai compreso col cuore l’Amore di Dio.

Quanto a Béatrice, anch’ella è testimone di un incontro molto intenso col Signore:

Erano anni che soffrivo di mancanza d’amore, di tenerezza, che mi sentivo come il fico inaridito e invece, durante quel momento di preghiera, avevo un cappotto di tenerezza e di calore che mi avvolgeva, come se il Signore mi dicesse “Ci sono io, ti amo: tu per me sei tutto, sei la mia bambina e io ti amo”. E poco a poco il Signore guariva le mie ferite, guariva quell’aridità, guariva quel dolore che mi rendeva impossibile la vita di coppia. Alla fine del weekend ci siamo resi conto che il Signore aveva un progetto d’amore per noi, e che ci dava le grazie, la sua tenerezza, il suo amore e la voglia di ricominciare a provare.

Rinnovamento delle promesse matrimoniali

Il desiderio di cambiare le cose è stato immediato: Béatrice ed Emmanuel hanno deciso di tornare a vivere sotto lo stesso tetto fin dal ritorno dal weekend. Emmanuel spiega:

Siamo ripartiti con quella voglia di ricominciare ad amarsi perché ormai sapevamo che Chi ci ama più di tutto voleva vederci amare di nuovo. È stato necessario ricostruire, poco a poco, la nostra vita coniugale, la nostra unità. L’ambiente famigliare è cambiato dalla notte al giorno. Per i bambini e per noi. Progressivamente, con l’amore del Signore, con la presenza del Signore nel quotidiano delle nostre vite, abbiamo riavviato una nuova vita di coppia.

Una nuova vita di coppia basata sulla benevolenza, sulla preghiera quotidiana, e marcata dal rinnovamento delle promesse matrimoniali, vissuto in famiglia e con degli amici restati molto vicini durante gli anni difficili:

Il rinnovamento delle promesse matrimoniali l’abbiamo vissuto non più soltanto davanti al Signore ma con lui, che tiene la mano a ciascuno di noi, perché abbiamo compreso che potremo avanzare soltanto se il Signore ci dà la mano (e se noi non molliamo la sua!) e se lasceremo che guidi la nostra vita di coppia.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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