Quando la neve cadde miracolosamente il 5 agosto 358 a Roma, venne costruita una chiesa per commemorare l’eventoRoma, in piena estate, si tinse di bianco. Esattamente 1662 anni fa. Era il 5 agosto del 358, quando, secondo la tradizione, la Vergine Maria apparve in sogno a Papa Liberio ed al patrizio Giovanni, chiedendo di edificare una chiesa nel luogo che avrebbe indicato. La mattina del 5 agosto l’Esquilino fu miracolosamente velato di neve. Da allora, i romani ricordano quell’evento come “il miracolo della neve”.
Il 5 agosto è la festa della Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore che anche quest’anno verrà celebrata con una Messa solenne. Il culto si è esteso a molte località italiane, che in questa giornata omaggiano la Madonna della Neve. Ma torniamo al miracolo di Roma (Vatican News, 5 agosto).
La pala d’altare a Santa Maria Maggiore
La pala d’altare onora il ruolo giocato dalla neve nella fondazione di Santa Maria Maggiore, che è una delle più importanti chiese cattoliche di Roma.
La neve è rara a Roma in inverno, figuriamoci in estate. Secondo la tradizione, però, la fondazione di una delle chiese cattoliche più importanti della città ha avuto luogo nel corso di una straordinaria nevicata avvenuta nell’agosto 352. Il 5 agosto di quell’anno, un ricco nobile romano e Papa Liberio sognarono entrambi che la neve cadeva sull’Esquilino, uno dei sette colli di Roma. I due uomini decisero di visitare il luogo dell’insolito evento, si imbatterono l’uno nell’altro e testimoniarono l’insolita nevicata. Il nobile cercava un modo per donare parte dei suoi possedimenti alla Chiesa cattolica, e decise quindi di costruire uno splendido luogo di adorazione sulla collina su cui era caduta la neve miracolosa.
Papa Liberio procedette poi a tracciare il perimetro della futura chiesa muovendo un bastoncino sulla spessa coltre bianca. Da allora, Santa Maria Maggiore è diventata uno dei luoghi di adorazione più importanti per i cattolici, e il principale luogo di culto mariano di Roma.
Mille anni dopo quello straordinario evento, Ludovica Bertini, una patrona delle arti benestante di Siena, commissionò una pala d’altare per la cattedrale della sua città per commemorare il miracolo della neve.
L’opera è divisa in due parti. Quella superiore è strutturata in sette suddivisioni, ognuna delle quali rappresenta un passo nella storia della fondazione di Santa Maria Maggiore. Vi si può ammirare un ritratto della Vergine, seduta sul trono mentre tiene il Cristo bambino, coronata da due angeli. Uno di questi ultimi tiene in mano un vassoio pieno di neve, mentre l’altro fa con le mani delle palle di neve – tributo alla nevicata miracolosa del 352. Sui lati, l’artista Stefano di Giovanni ha posizionato i Santi Pietro e Paolo (in piedi) e i Santi Giovanni Battista e Francesco. Nel caso di quest’ultimo si tratta di un tributo alla committente, entrata nell’ordine francescano dopo la morte del marito.
Questa grande pala d’altare, di 2 metri per 2,5, è uno degli esempi più importanti dell’arte rinascimentale senese, e mostra elementi sia di arte gotica, come il tradizionale trittico, che di quella rinascimentale, come la natura realistica delle figure che vi vengono ritratte.
Dalla sua collocazione originaria all’interno della cattedrale di Siena, l’opera è stata spostata in vari luoghi, finché non è stata acquistata dalla famiglia Contini Bonacossi nel 1936. Attualmente è conservata nella stanza dedicata ad Andrea del Castagno nella Galleria degli Uffizi di Firenze.
Leggi anche:
Una figura splendente dopo il terremoto: il miracolo della Madonna del Conforto
Leggi anche:
Il presunto miracolo della Madonna ad Oliva dopo aver toccato l’acqua delle Fontanelle
Leggi anche:
L’immagine miracolosa della Madonna discesa dal cielo