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Cosa accade al vostro cervello se giocate con i vostri figli

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Maria José Fuenteálamo - pubblicato il 21/01/20
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La scienza si sorprende dell’attività cerebrale di un adulto quando gioca con i suoi bambini, ma è ancora più sorprendente ciò che fa quello del bambinoGiocare a nascondino. A palla. Con le macchinine. Disegnare. Cantare. Qualsiasi cosa. Giocare, giocare e giocare con i vostri figli. Secondo la scienza, è uno dei consigli migliori che possiate ricevere se volete contribuire allo sviluppo dei più piccoli.

Sappiamo già che il gioco aiuta a crescere, a sviluppare la creatività, a svolgere ruoli, ad affrontare il mondo… Giocare con mamma e papà, poi, crea un legame più che speciale tra chi gioca. Lo ha appena affermato uno studio dell’Università di Princeton.

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Oksana Kuzmina | Shutterstock

In base a questo studio, il cervello di genitori e figli si collega al momento di condividere i giochi e di avere un contatto visivo, e aiuta lo sviluppo di entrambi. Perché attenzione, in questa sincronizzazione non è sempre l’adulto a guidare…

Sappiamo che il contatto pelle contro pelle, tenere i bambini stretti al proprio corpo dal momento in cui vengono al mondo, abbracciarli e baciarli ogni giorno li aiuta a svilupparsi con più sicurezza.

Scoperta di un nuovo beneficio

Giocare crea un nesso unico e forte, una comunicazione che va al di là del gioco in sé e che beneficia entrambi, perché quello che ha affermato l’Università di Princeton è che sia il cervello dell’adulto che quello del bambino – anche se è molto piccolo – registrano una maggiore attività di ossigenazione e neuronale, ovvero il cervello migliora il proprio funzionamento per il fatto di giocare con il proprio figlio.

FAMILY

New Africa – Shutterstock

Si tratta del primo studio su come interagisce il cervello quando genitori e figli giocano, ed è stato realizzato nel cosiddetto Princeton Baby Lab, in cui i ricercatori dell’università analizzano come imparare a vedere, parlare e comprendere il mondo.

La “sincronizzazione neuronale” tra genitori e figli

“Studi precedenti avevano dimostrato che il cervello degli adulti si sincronizza quando vede dei film o ascolta delle storie, ma si sapeva poco su come si sviluppa questa ‘sincronizzazione neuronale’ nei primi anni di vita”, ha spiegato Elise Piazza, ricercatrice associata al Princeton Neuroscience Institute (PNI).

La Piazza e i coautori – Liat Hasenfratz, ricercatrice associata al PNI; Uri Hasson, professore di Psicologia e Neuroscienza, e Casey Lew-Williams, professore associato di Psicologia – assicurano che la sincronizzazione neuronale ha implicazioni importanti per lo sviluppo sociale e l’apprendimento del linguaggio.

Secondo i ricercatori, questa sincronizzazione si verifica nella corteccia prefrontale del cervello, che è quella in cui si verificano l’apprendimento, la pianificazione e il funzionamento esecutivo ed è una parte che finora non si pensava fosse troppo sviluppata nell’infanzia.

Bébé

FamVeld – Shutterstock

Il bambino comanda

Un aspetto che ha sorpreso in particolare i ricercatori è però un altro: “Ci ha sorpresi scoprire che il cervello infantile spesso ‘guidava’ il cervello adulto per qualche secondo, il che suggerisce che i bambini non solo ricevono informazioni passivamente, ma possono guidare gli adulti verso la cosa successiva su cui si concentreranno: un gioco, una parola, quali parole pronunciare”, ha spiegato Lew-Williams, co-direttore del Princeton Baby Lab.

“Mentre comunicano, l’adulto e il bambino sembrano formare un circuito di retroalimentazione”, aggiunge la Piazza. “Ciò vuol dire che il cervello dell’adulto sembrava predire quando sorridevano i bambini, e quello dei bambini anticipava quando l’adulto avrebbe parlato”.

Molteplici applicazioni

Le conclusioni di questo rapporto lasciano spazio a grandi opzioni ad altre indagini, dall’applicare quanto scoperto ai bambini con l’autismo al fatto di ottimizzare, ad esempio, l’insegnamento fin dalla tenera età. Ora che sappiamo quanto sia positivo giocare con i nostri figli, quindi, facciamolo di più!

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